Carpi. Primo Levi ed il campo di concentramento di Fossoli.
Salvatore Cultraro, Carpi (Modena), 26 gennaio 2015.- La “Fondazione Fossoli” di Carpi, che sarà presente alle celebrazioni ufficiali del Settantesimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, ha promosso numerose iniziative in occasione della Giornata della Memoria. Sono, inoltre previste aperture straordinarie dei luoghi che la Fondazione gestisce quali, il Museo monumento al deportato di Carpi ed il Campo di Fossoli. E proprio quest’ultimo riveste un particolare valore emotivo per la cittadina emiliana. Il Campo di Fossoli, distante circa cinque chilometri da Carpi, dal 1942 al 1947, fu uno dei più importanti campi di concentramento (ma anche di transito) italiani. Allestito dagli italiani nel 1942, nacque come campo di prigionia e concentramento. Fu successivamente utilizzato dalla Repubblica Sociale Italiana e quindi direttamente dalle SS come principale campo di concentramento e transito per la deportazione in Germania di ebrei e oppositori politici. Nel dopoguerra vi furono internati prigionieri dello sconfitto regime, fu inoltre usato come campo per profughi. Nel Campo di Fossoli fu rinchiuso per un breve periodo anche lo scrittore Primo Levi. Il 19 ed il 22 febbraio del 1944 dal campo di concentramento partirono i primi due treni di deportazione degli ebrei verso lo sterminio a Auschwitz. Sul secondo convoglio, diretto verso questa meta, viaggiava con altri 650 deportati anche Primo Levi, che rievoca la sua breve esperienza a Fossoli nelle prime pagine del famoso libro, “Se questo è un uomo” e nella poesia, “Tramonto a Fossoli”. A ricordo di quei tragici eventi, nel corso dell’anno ripartirà il progetto “Un Treno per Auschwitz”, che anche quest’anno vedrà cinquecento ragazzi delle scuole modenesi partire alla volta della Polonia, il 12 marzo prossimo nell’ambito di un articolato percorso di formazione, che ha coinvolto 5000 ragazzi dal 2005 ad oggi. Sempre a Carpi, alle ore 9,30 di martedì 27 gennaio, il sindaco Alberto Bellelli, deporrà una corona, alla presenza di una rappresentanza di studenti, in prossimità del Cippo di Curva Cattania a ricordo del Settantesimo anniversario dell’eccidio di trentadue vittime civili. Nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1945, infatti, trentadue persone (tra le quali la Medaglia d’Oro Giorgio Bortolomasi e il carpigiano Sergio Manicardi) vennero prelevate dal carcere di Sant’Eufemia di Modena e condotte a Quartirolo dove, dopo essere state legate due a due con filo di ferro furono uccise. Nei tre giorni successivi alla rappresaglia, i fascisti impedirono a chiunque di avvicinarsi al luogo dell’eccidio dove giacevano ancora i cadaveri. Diciassette di questi, resi irriconoscibili dalle sevizie e dalle torture subite, rimangono a tutt’oggi sconosciuti.