CASAMATTA VA IN SCENA
C’erano posti, un tempo, archeologia della seconda guerra mondiale, dove trovare rifugio; munizioni, arroccate nelle campagne ragusane, da cui si sparava restando difesi fra le mura. “Casamatta” li chiamavano.
C’è un posto oggi, con lo stesso nome, che cerca protezione dalle brutture del tempo, coltivando la bellezza delle arti. Uno spazio polifunzionale dedicato alla formazione, dove si realizzano percorsi ludico-didattici basati sulla sperimentazione di diverse tecniche espressive ed artistiche, con l’obiettivo di stimolare e sensibilizzare bambini, ragazzi e adulti ai linguaggi delle arti, attraverso il gioco, lo sviluppo della manualità e della creatività individuale.
«Ho voluto scommettere, – racconta Massimo Leggio, attore e regista, direttore artistico di “Casamatta” – in un momento così drammatico e demoralizzante della storia del nostro paese e della nostra città, in questa impresa culturale, perché operatore culturale è ciò che sono, non aspettando che fosse qualcun altro a fare il passo verso la ripartenza, ma prendendomene la responsabilità a piene mani. Cerchiamo – auspica – di esserne noi gli artefici nel nostro piccolo e per me il mio piccolo è questa struttura, al cui interno l’aspetto teatrale non si trova isolato, ma si impasta di pittura, si arricchisce col club del libro, si rinnova col riciclo creativo, si fonde in scultura, uno spazio aperto, una cultura – come insegnano gli illuministi – senza confini».
Tutti i laboratori sono tenuti da professionisti del settore. Dal mese di novembre dello scorso anno sono già attivi il laboratorio teatrale e quello di cinematografia (per ragazzi e adulti); il laboratorio di attività psicomotorie e quello di pittura (per bambini); il laboratorio di origami.
La rassegna teatrale “Casamatta in scena”, sei spettacoli teatrali scelti in ambito professionistico locale e regionale, debutterà sabato 12 alle 20:30 e domenica 13 marzo alle 18:00 con “Una lunga attesa” di Fabrizio Romagnoli con Irene Cascone, Alessia Gurrieri, Matilde Masaracchio e Francesca Morselli per la regia di Massimo Leggio. È la storia di quattro donne che si ritrovano attorno a un tavolo per una partita a carte: accuse, illazioni, rivendicazioni, confessioni fino ad un annuncio finale…
Il 26 e 27 marzo sarà invece la volta di “Bianca” con Carmela Buffa Calleo e la regia di Uccio Di Maggio, una pièce dedicata a Saman Abbas, ragazza pakistana scomparsa da Novellara dopo il rifiuto di un matrimonio combinato. La storia delle donne di Navarra, infatti, della regina Bianca e dell’omonima figlia avuta in seconde nozze, assume sfumature di significato che la proiettano oltre il suo tempo. Il nostro. Con la violenza di genere e l’abuso del potere dell’uomo sulla donna.
“L’incredibile storia di Turiddu Malandrinu inteso Malacarne” andrà in scena il 9 e 10 aprile con Guglielmo Tasca, Vincent Migliorisi e Massimo Leggio che ne cura anche la regia. Un’idea che prende spunto dalla narrazione dei cantastorie. Turiddu è un bambino che nasce e cresce in un ambiente mafioso che sarà il vero protagonista della storia; un contesto in cui la povertà e l’assenza di alternative fanno sì che la delinquenza diventi una reale possibilità di sopravvivenza e la sola carriera possibile.
L’esordio teatrale di Albert Camus, “Il malinteso”, troverà rappresentazione il 23 e 24 aprile con Vittorio Bocchieri, Valentina Cannizzo, Tiziana Cappuzzello, Anna Scarpata, Sergio Spada e Massimo Leggio alla regia. Protagonista dell’intreccio è Marta che gestisce insieme alla madre un albergo in Boemia ed è solita uccidere i propri clienti per derubarli, fino a quando vittima, letteralmente, di un malinteso non sarà Jan, il fratello che vive oltreoceano e che si presenterà in albergo come cliente, sotto mentite spoglie.
Liberamente ispirato al romanzo di De Cervantes è “Don Chisciotte e Sancio Panza, due attori soli”, con Marcello Montalto e Alessandro Romano che curano adattamento e regia, il quale andrà in scena il 7 e 8 maggio. Un pazzo, Don Chisciotte, accompagnato da Sancio, che lo è ancor di più: i due mettono se stessi al servizio della Giustizia, la follia a baluardo del Bene.
La rassegna si chiuderà il 21 e 22 maggio con “L’alba del terzo millennio” di Pietro De Silva, con Cosimo Coltraro ed Emanuele Puglia per la regia di Federico Magnano di San Lio. Ad essere messa in scena è una sacra rappresentazione per il venerdì santo in cui due uomini – che, apparentemente, più diversi non potrebbero essere – attendono da ore il passaggio della processione appesi a due croci, rubate all’iconografia tradizionale dei due ladroni. La processione però non arriverà mai e i due saranno costretti, loro malgrado, a socializzare e ad aprirsi l’un l’altro.
«Come quello che mi auguro accada – conclude Leggio – attorno a questa idea, alla quale spero possano aggregarsi altre persone, e che, dismessa l’ansia di incontrarsi, di toccarsi, ci si possa ritrovare in un luogo che sarà di scambio e comunione».
Per info e biglietti è possibile contattare il 3884591604 o recarsi presso lo spazio “Casamatta” in Viale Europa n. 85 a Ragusa.