Caso Regeni. Ingroia: “Bene richiamo ambasciatore ma Italia può fare altro, anche rivolgersi all’Onu”
Redazione Due,Roma, 9 aprile 2016.- Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a cura dell’Ufficio Stampa di Antonio Ingroia.- “Finalmente il governo italiano ha preso atto che dall’Egitto non avrà mai alcuna collaborazione nell’accertamento della verità e nella ricerca dei colpevoli, mandanti ed esecutori, dell’omicidio di Giulio Regeni. Resta il grande rimpianto per i due mesi persi, tra depistaggi, ricostruzioni oltraggiose, tentativi di insabbiamento. Era prevedibile che uno Stato totalitario, come l’Egitto, non avrebbe mai accettato di processare i suoi vertici, avergli dato credito è stato un clamoroso errore”. Così Antonio Ingroia commenta il fallimento del vertice a Roma tra inquirenti italiani ed egiziani sul caso Regeni. “Aver richiamato l’ambasciatore al Cairo – aggiunge – rappresenta indubbiamente un primo segnale importante, ma ora non bisogna fermarsi. Occorre andare avanti con fermezza, rivolgendosi, se necessario, anche alle Nazioni Unite per chiedere la nomina di una Commissione internazionale di inchiesta che faccia luce sull’omicidio Regeni ma anche su tutti gli altri casi di omicidio, tortura e sparizione di cui si è macchiato il regime di Al Sisi da quando, con un golpe, ha preso il potere e di cui fuori dall’Egitto poco o nulla si è saputo”.