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C’era una volta Ivan Graziani

“Sapete tutti che viviamo in un mondo in cui,se non hai un elefante alle spalle che barrisce,  tutto rimane una velleitá”.Questa frase detta da Ivan Graziani durante un’intervista rilasciata al giornalista Riccardo Piferi nel lontano 1980, racchiude il pensiero di un artista che durante la sua breve ma intensa carriera artistica, ha dovuto imporre il suo libertino modo di fare musica, al mondo discografico che preferiva il commerciale, alla musica impegnata dei cantautori.

Tanta gavetta prima che una nota casa discografica iniziò la pubblicazione dei suoi lavori musicali.Ivan Graziani nacque a Teramo il 6 Ottobre del 1945. la storia racconta che Ivan fu partorito dalla madre, a bordo del traghetto Olbia/Civitavecchia, da ciò Il suo nome Ivan, che letto al contrario si tramùta in Navi. Ivan Graziani iniziò  il mestiere di strumentista ( suonava la chitarra in modo eccellente ), come affermava lui stesso , per campare.  ribadiva sempre il discorso che per sfamarsi, faceva il turnista nelle  più famose sale d’ incisioni e che avrebbe preferito fare il fumettista che il chitarrista. Ivan Graziani non ha mai fatto mistero dei suoi sentimenti; il suo sogno era fare il disegnatore di professione, avrebbe voluto firmare un fumetto tutto suo, ideato e disegnato.Invece si ritrovò a fare un lavoro con cui ha avuto un rapporto di odio straordinario, ma anche di grande amore, perchè gli piaceva suonare e non ne poteva fare a meno. Ivan Graziani definiva il lavoro di strumentista, un contenitore dove ci sono tantissimi Burattinai, tanti burattini, pochi veri attori . Ivan Graziani si definiva un primo attore, disponibilissimo a fare la comparsa.
” Io adoro la comparsa, perchè ho sempre creduto nell’Oscar assegnato all’attore non protagonista “. Ivan Graziani fu nei primi anni 70 , la più stimata chitarra delle sale d’incisioni di Milano e d’intorni. Il suono della sua chitarra elettrica o classica, fu inciso su dischi di noti cantanti del periodo ( PFM, Bruno Lauzi, Hebert Pagani, Lucio Battisti, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Loredana Bertè).L’amicizia con Antonella Camera, delegata e portavoce della casa discografica Numero Uno, permette ad un giovane Graziani di lavorare come chitarrista al decimo album di Lucio Battisti : ” La batteria,
il contrabbasso, eccetera”.Era il 1976 e il fortunato album di Lucio Battisti, conteneva la storica canzone Ancora Tu. Raccontò Ivan Graziani : ” Conoscendo certe lungaggini di lavoro a cui Lucio Battisti era abituato, accettai subito la proposta. Lavorai tre mesi alla realizzazione del disco, con quei soldi guadagnati, rinnovai casa, comprai l’auto, e  feci tutte le cose possibili ed immaginabili, di uno che all’improvviso passa  da zero a possedere dieci; non dico Cento perchė è un traguardo abbastanza difficile da raggiungere”.
Ivan Graziani artista che non rispettò mai i canoni dettati dal mondo discografico. Si allontanò dalla canzone tradizionale italiana, quella canzone che faceva il verso alle tante hit straniere che arrivavano da Londra o da oltre oceano. Si affiancò al cantautorato italiano, ma con una sua originale linea musicale, fatta di testi e suoni stile Rock’n’roll romantico. Ron definì il suo collega Ivan Graziani , l’Eterno romanticone con il cuore che batte a ritmo di Rock’n’roll. Nel 1980 Ivan Graziani partecipò ad un progetto discografico, ideato dalla RCA (casa discografica italiana). Il progetto vide la nascita di un disco definito Q.Disc; il disco composto da quattro brani, fu un modo per tirare su le vendite dei dischi, che nel tardo anni 70, aveva avuto un calo in Italia. La RCA, chiamò a far parte del progetto, tre cantanti italiani, Koran Kusminac,  Ron  e Ivan Graziani.  Il Q.Disc includeva quattro  canzoni, tra queste: “Canzone senza inganni “; una ballata romantica dove le voci dei tre artisti, si amalgamavano con risultati eccellenti. Il Q.Disc fu seguito da un tour di concerti in tutta Italia, dove i tre artisti si esibirono insieme. Il Tour fu denominato Q.Concert. Ivan Graziani amava suonare dal vivo infatti ogni suo lavoro discografico, era sempre accompagnato da una tournè che girava in lungo e in largo l’Italia. Ivan Graziani personaggio eccentrico, dalla voce malinconica, dai capelli lunghi , con gli  occhiali colorati e quel gilet di pelle indossato per scaramanzia nei suoi concerti. Tanti album nella sua discografia, tantissimi concerti per dar voce alle sue ballate . Nel 1977 esce : ” I Lupi “, l’album che fece conoscere al grande pubblico Ivan Graziani come cantante. I Lupi album scritto con rabbia, conteneva brani che alternavano ritmi particolari  (  I Lupi, Motocross, Zorro), a ballate romantiche ( Lugano Addio).
A dire il vero Ivan Graziani aveva giá registrato un album dal titolo : Ballata per quattro stagioni; Graziani definì questo disco, un capolavoro poco attenzionato dal pubblico e dalla critica musicale. Nel 1978 esce l’album discografico che io reputo il più completo, e quindi il più bel disco di Ivan Graziani, L’album fu intitolato Pigro. In questo disco c’è l’originalitá e l’estro artistico di Ivan Graziani.
Brani come: ” Monnalisa ” (dedicato al  fantasioso furto della Gioconda al Museo Louvre di Parigi per riportare l’opera di Leonardo da Vinci in Italia. Un pensiero nostalgico che almeno una volta nella vita, ha invaso la mente degli italiani).
Nell’album fu inclusa la melodica “Paolina “. Musicalmente uno dei brani migliori di Ivan con un bellissimo lavoro di piano ed uno splendido arpeggio di chitarra in apertura. Il personaggio è ispirato ad una donna reale conosciuta da Ivan, una ragazza che “abitava sopra la scuola guida…” un passo della canzone recitava: “Paolina stiamo insieme… anche tu ne hai voglia… hai trent’anni ormai…”.
La ballata rock : ” Pigro ” , dal ritmo accattivante, oltre a dare il titolo a tutto l’album, fu il brano portante del lavoro discografico. Nel brano si parla di tutte quelle persone abituate a criticare e elargire sermoni e giudizi gratuiti agli altri , non avendo mai l’accortezza di osservare dentro il proprio giardino. Ivan Graziani dichiarò: “Pigrizia vuol dire menefreghismo, incomprensione, significa restare vittima dei mezzi di informazione, senza mai approfondire nulla; violenza è anche disinformazione”. Un discorso fatto nel 1978 che è attualissimo ancora oggi. Musicalmente il brano è costruito sull’eccellente e velocissimo lavoro di chitarra acustica di Ivan e dall’incalzante ritmo della batteria di Calloni. Nel corso degli anni Ivan Graziani regala al suo pubblico dei lavori che alternarono brani scordati in fretta, transitati velocemente , a belle e intramontabili canzoni che resteranno per sempre nella memoria di noi tutti. Per ricordare la sua originale carriera musicale, ho scelto delle canzoni che nell’arco della sua intensa vita, hanno lasciato una traccia nel vasto panorama musicale del cantautorato italiano. Vi invito a dare un seguito a quello che leggerete qui di seguito, ascoltando su you tube le canzoni citate in questo ricordo musicale dedicato a Ivan Graziani. Agnese (1979 LP Agnese dolce Agnese).
Uno dei capolavori di Ivan e uno dei suoi celebri ritratti femminili. Agnese si inoltra in una dolce e struggente galleria di immagini nostalgiche che rimandano con la mente a giorni lontani e felici mentre il presente del protagonista è fatto di nebbia nei polmoni mentre va in bici la mattina presto. Come per le altre celebri canzoni di Ivan inseribili in questo filone, da Firenze a Lugano addio, anche per Agnese va sottolineata la grande capacità dell’autore di abbinare un cantato che trasmette il senso di rimpianto per qualcosa che si è perso a bellissime e delicate immagini che portano allo stesso tempo ricordi dolci e amari.
La canzone fu anche al centro di un “caso” quando, tempo dopo la sua uscita, Phil Collins pubblicò un brano dal titolo “A groovy kind of love” che musicalmente era praticamente identico ad “Agnese”. Ma Phil Collins non aveva plagiato Graziani. Semplicemente entrambi gli artisti avevano rielaborato un brano di Muzio Clementi, musicista del 700, spesso presente nei libri come esercizio di pianoforte. Doctor Jekyll And Mr. Hyde (1979 LP Agnese dolce Agnese).
Musicalmente uno dei brani migliori di Ivan, è un bel rock’n’roll molto vicino alle sonorità dei primi Beatles (da sempre amatissimi da Graziani). Il ritratto di uno strano Doctor Jeckyll/Mr.Hyde pieno di difetti ma che “…come lo metti è bravo…”, che gira il mondo e paga tutto con parole, che è pieno di donne e cambia sempre pelle… uno che… “se lo giri è uguale…”. Lui è “quello che non vuoi… ma sei”. La ballata Rock, Scritta con Attilio De Rosa, un giornalista istriano amico della famiglia Graziani che una sera andò a trovare Ivan e sua moglie Anna: “Ivan e Attilio quella sera si misero a scrivere il brano.
Ivan Graziani 4* parte
” Firenze (canzone triste) ”
(1980 LP Viaggi e Intemperie ).
Uno dei grandi capolavori di Ivan Graziani apre uno dei suoi album migliori. Il brano è nostalgicamente struggente nella rievocazione di un passato amore sullo sfondo di una Firenze di arte dove “gli occhi di marmo del colosso toscano guardano troppo lontano”. Due uomini e la stessa donna amata. Il testo è molto ispirato, ben costruito e con armonia lirica. Musicalmente la canzone è sorretta da una splendida melodia di piano e chitarre che trasmette egregiamente l’atmosfera di una Firenze classica di arte, sculture, quadri e scorci paesaggistici.
“Cleo” (1981 LP Seni e Coseni). Un altro degli indimenticabili ritratti femminili di Ivan sorretto da una delle sue migliori melodie è Cleo.
Cleo è una ragazza greca per cui l’amore è un dono degli dei, “vergine bianca in un tempio”: “Ma io, non sono Ercole di Lidia e la strada è lunga tra Torino e Salonicco”; così cantò il protagonista.
Bellissimo il ritornello estremamente orecchiabile ed accattivante con la voce di Ivan come sempre molto suggestiva ed un eccellente lavoro di chitarre che conferiscono al brano quel sound mediterraneo che ben si attaglia al tema trattato, ricco di echi della classicità greca. E’ uno dei brani più affascinanti di Ivan Graziani.
Il chitarrista (1983 LP Ivan Graziani)
Uno dei brani rock più belli di Graziani. Con i suoi potenti riff di chitarra e basso estremamente indovinati è un brano trascinante che dal punto di vista delle liriche si inserisce nel filone ironico di Monna Lisa, Motocross e altre. Il testo parla diUn chitarrista sciupafemmine e baro, eccitato dalla carica sessuale sprigionata da una ragazza che entra nel locale in compagnia di un uomo, invita quest’ultimo ad una partita di poker. “Io avevo un full, lui due coppie… Cosa rilanci se non hai più niente tranne lei?”
Il chitarrista vince la partita e la ragazza e all’alba dopo una notte di sesso scappa via con il suo mazzo di carte truccate.
Bello il verso-tormentone del brano in cui il chitarrista, conscio della sua slealtà, invoca il Padreterno: “Signore è stata una svista… Abbi un occhio di riguardo per il tuo chitarrista… Signore se lanci uno strale… sbaglia mira per favore, non farmi del male”.
Ivan Graziani partecipò due volte al Festival di Sanremo.
Nel 1985 salì sul palco di Sanremo con la canzone: “Franca ti amo”. L’esperienza sanremese non fu positiva – anche se garantí una certa visibilità . Il brano si classifica al 17º posto su 22 canzoni in gara.
Nel 1994 Graziani partecipa per la seconda volta al Festival di Sanremo. Il brano Maledette Malelingue raggiunge il settimo posto nella competizione e l’esperienza si rivela positiva.
Nel 1995 esce il secondo disco dal vivo di Graziani ” Fragili fiori … livan “; il lavoro discografico include anche cinque brani inediti. Tra questi vi è La nutella di tua sorella, in cui Graziani duetta con l’amico Renato Zero.
Nonostante sia in progetto un nuovo disco, Fragili fiori sarà l’ultimo lavoro di Ivan Graziani a causa della morte del cantautore.
Malato da quasi due anni, Ivan Graziani morì il 1º gennaio 1997, all’età di 51 anni, nella sua casa di Novafeltria, dove aveva chiesto di tornare dall’ospedale per le festività natalizie. Insieme al cantautore vengono seppelliti, nel cimitero locale, una delle sue chitarre (una Gibson che chiamava mamma chitarra) e il suo gilet di pelle cui aveva applicato un gancio affinché potesse sorreggere la chitarra.
Il Comune di Castellalto in provincia di Teramo ha dedicato, nella località di Castelnuovo Vomano, una via all’artista teramano.
Di Ivan Graziani, oltre a centinaia di canzoni e disegni, è rimasto anche il libro Arcipelago Chieti, scritto dall’artista in ricordo dell’assurdo anno passato a svolgere il servizio militare nel 1971, in una caserma e nell’ospedale militare di Chieti.
Ivan Graziani ha interpretato un cameo nei film : “Italian Boys” di Umberto Smaila e ” Arrivano i miei ” di Nini Salerno, entrambi del 1982.
Essendo un grande chitarrista, amava le sue chitarre.
Le sue:
Gibson ES 335 Stereo,
la Fender Stratocaster,
la Fender Telecaster.

Ivan Graziani ha inciso:
16 Album discografici
1 Qdisc
2 Album Live
22 Singoli

Sono state pubblicate :
14 Album Raccolta successi
1 Dvd dedicato alla sua vita artistica.

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