Cgil: documento conclusivo, Comitato Direttivo.
Roma, 19 febbraio 2015.- Il Comitato Direttivo del 18 febbraio 2015 ha discusso e definito le modalità di prosecuzione della mobilitazione a contrasto della legge delega sul lavoro e relativi decreti, dando così rappresentanza e continuità alla manifestazione del 25 ottobre 2014 e allo sciopero del 12 dicembre 2014, dove si sono concretizzate la richiesta di lavoro di qualità e la denuncia esplicita degli effetti delle politiche del Governo che, svalorizzando il lavoro e rendendolo sempre più servile, riducono la libertà delle persone e comprimono la democrazia. In queste iniziative è emersa con forza la richiesta di un’altra politica economica e di sviluppo in Italia come in Europa: in questo senso la volontà di cambiamento del popolo greco, espressa nelle recenti elezioni, può rappresentare l’opportunità di rivedere in modo sostanziale le politiche economiche e sociali europee. La continuità della mobilitazione richiede l’attenzione ad agire per la riunificazione del mondo del lavoro, per la solidarietà e la costruzione di una condivisione collettiva della condizione del lavoro. Per questo la CGIL è impegnata a non tralasciare nessuna opportunità di iniziativa unitaria che rafforzi, pur nella diversità di giudizi, il mondo del lavoro. In coerenza con l’obiettivo di dare continuità almeno ad una parte della piattaforma unitaria, CGIL CISL UIL hanno deciso di rivendicare formalmente l’apertura di un confronto sulle pensioni, che, a partire dalle emergenze e dalla necessità di flessibilità senza penalizzazioni in uscita, avvii la messa in discussione della legge Fornero. L’invio della piattaforma al Ministro del Welfare sarà accompagnato da iniziative che coinvolgono innanzitutto il quadro attivo unitario. In questo contesto, il Comitato Direttivo auspica che possa rapidamente prodursi un’iniziativa unitaria forte anche in tema di una riforma fiscale complessiva, finalizzata alla redistribuzione della ricchezza anzitutto come contrasto alla povertà, apprezzando il passo avanti della CISL in favore dell’introduzione di un’imposta sui grandi patrimoni, richiesta da tempo avanzata dalla nostra Organizzazione. Inoltre nella fase finale della campagna per l’elezione delle RSU nei settori pubblici, l’organizzazione tutta è chiamata ad uno sforzo straordinario per favorire la partecipazione al voto, essenziale per rispondere all’attacco alla rappresentanza sindacale, e per garantire il successo della nostra organizzazione. Obiettivo di questa lunga stagione di contrasto sui temi del lavoro deve essere un’ipotesi forte di riunificazione del mondo del lavoro ed una grande attenzione all’inclusione di tutti i soggetti, contrapponendo processi di unificazione alle nuove dualità determinate dalle scelte di Governo e Parlamento. Il decreto sul contratto a monetizzazione crescente ha introdotto un’ulteriore ingiustizia per i lavoratori degli appalti, già ampiamente discriminati ed indeboliti dal sovrapporsi di norme legislative, nonché spesso prime vittime della illegalità e della corruzione. La legge di iniziativa popolare sugli appalti deve assumere, quindi, un ruolo preminente per tutta la Confederazione e non può essere delegata alle sole Categorie interessate. Il 19 marzo 2015 è indetta una giornata nazionale di raccolta firme segnatamente in tutti i luoghi di lavoro, preceduta da momenti di informazione ed illustrazione delle nostre proposte su delega lavoro e inclusività e da attivi dei delegati e dei pensionati convocati per definire ulteriori iniziative di coinvolgimento del territorio oltre che dei luoghi di lavoro. I due decreti già presentati dal governo, così come quelli annunciati, confermano la cancellazione di diritti e il non contrasto alla precarietà, come reso evidente dall’estensione della indennità di disoccupazione solo per le collaborazioni alla penalizzazione delle partite IVA, in particolare quelle “più povere”. Dimensione, quantità e copertura degli ammortizzatori – in presenza di processi di riduzione dell’apparato produttivo e di ristrutturazione – sono inoltre fonte di grande preoccupazione, a partire dal non rifinanziamento dei contratti di solidarietà, la riduzione della deroga, la riduzione della CIG e le incertezze sul nuovo decreto. Legalità e sistema degli appalti, ammortizzatori e difesa del lavoro sono le parole d’ordine sulle quali la CGIL si impegnerà a verificare la disponibilità di Cisl e Uil ad avviare iniziative unitarie di mobilitazione. Inoltre, le Strutture potranno valutare ulteriori iniziative di mobilitazione a livello di categoria o territoriale. La nuova stagione di ristrutturazione, anche dei grandi gruppi, vede particolare accanimento nei confronti del Sud. Tutte le strutture sono chiamate ad affrontare quei processi senza cedere a nuove divisioni ed impoverimento del Mezzogiorno. A questo proposito le Strutture meridionali sono impegnate a provare a costruire con CISL e UIL iniziative specifiche come già programmato unitariamente in Puglia per il 21 marzo. La nostra scelta, autonoma, di contrasto alla legge delega sul lavoro, deve avere un baricentro fondamentale nella contrattazione e nell’esercizio della funzione sindacale. Dalla tutela singola alla contrattazione questo ruolo deve essere visibile, includente, costante. Alla luce di ciò, il Comitato Direttivo CGIL decide di essere a fianco di tutti i lavoratori e le lavoratrici cui sarà proposto di usufruire della “offerta conciliativa”, tramite le Commissioni previste dal Decreto del Governo. Indica alla contrattazione di secondo livello di rafforzare i processi di inclusione e di contrattazione laddove si ipotizzano assunzioni a tutele crescenti, rafforzando le tutele e contrastando gli effetti del decreto. Il Comitato Direttivo della CGIL riconferma il suo impegno, alla luce dei testi definitivi dei decreti attuativi, a valutare tutte le possibilità di contenzioso giuridico con scelte di preciso coordinamento e finalizzazione. La stagione dei rinnovi contrattuali privati, unitamente alla rivendicazione di sblocco di quelli pubblici e all’iniziativa per molte categorie che hanno i rinnovi aperti da lungo tempo, coincide con una situazione di crisi eccezionale, oltre che un’impostazione di inaccettabile chiusura delle parti datoriali, determinando una condizione del tutto inedita, che assieme alla necessità di un forte coordinamento confederale, impone il rilancio di un’ampia iniziativa a sostegno di una nuova fase di crescita e sviluppo economico. Se il Paese non torna a produrre ricchezza, diritti e condizioni sociali non potranno che subire ulteriori arretramenti. Con il Piano del Lavoro la CGIL ha indicato la via dell’innovazione e della sostenibilità, che a partire dai settori strategici, deve costituire terreno di mobilitazione degli investimenti pubblici e privati. Il primo obiettivo della nostra organizzazione è rappresentato dalla difesa dei CCNL e dei loro rinnovi, respingendo qualunque ipotesi di disapplicazione dei CCNL o di restituzione del salario contrattato, che rappresenterebbe la fine dei CCNL e del suo ruolo di tutela universale, oltre che di salvaguardia e miglioramento del reddito dei lavoratori. In questo senso valutiamo l’impraticabilità in questa difficile fase di procedere alla ridefinizione di un modello contrattuale, che tra l’altro potrebbe avere nuovi effetti divisivi tra i settori. Il riferimento della nostra Organizzazione rimane la struttura contrattuale, di primo e secondo livello, definita nel Testo Unico ed in questo senso va generalizzata l’attività di tutte le strutture ai fini della certificazione degli iscritti e dei voti. Occorre quindi, in un’ottica di coordinamento e solidarietà, dare continuità alla discussione su tali temi attraverso uno specifico seminario che coinvolgerà il gruppo dirigente. Analogamente va dato impulso alla contrattazione territoriale, sociale. Occorre avviare vere e proprie vertenze che, partendo dal Piano del lavoro, affrontino lo sviluppo ed il welfare inclusivo, anche alla luce degli ulteriori tagli dei trasferimenti agli EE.LL. In questo quadro è positiva l’iniziativa dello SPI di un’inchiesta sui bisogni, che va allargata a tutti i soggetti sociali, quale processo di condivisione nei luoghi di lavoro e nel territorio delle piattaforme, del confronto e delle conclusioni. Contrattazione quale strumento di presidio dei luoghi di lavoro, centralità delle condizioni di lavoro, tutele e diritti, difesa dell’occupazione, stabilizzazione e superamento delle varie forme di precariato, orario di lavoro, sperimentazione dell’inclusività sono elementi che necessitano di rafforzare la nostra risposta alle scelte del Governo e nel contempo di dare continuità alla nostra capacità di proposta. Infatti, di fronte a scelte divisive e al totale stravolgimento del diritto di lavoro e della sua funzione di riequilibrio di poteri, è urgente tradurre in una proposta di legge da approvare nel Comitato Direttivo, la nostra ipotesi di un nuovo Statuto delle Lavoratrici e dei Lavoratori, che abbia la caratteristica di riunificare il mondo del lavoro attraverso un processo di innovazione e di rafforzamento di diritti e tutele. L’iniziativa a sostegno della proposta di nuovo Statuto delle Lavoratrici e dei Lavoratori costituirà un fondamentale priorità di lavoro e mobilitazione per l’insieme dell’Organizzazione. La scelta di presentare un nostro progetto sul nuovo Statuto delle Lavoratrici e dei Lavoratori, e la relativa mobilitazione, sul versante del contrasto agli effetti della delega lavoro, rappresentano una forte iniziativa propositiva ed autonoma della CGIL. La CGIL non esclude che tali percorsi possano essere sostenuti da proposte abrogative. E’ però indispensabile attendere di poter valutare il quadro complessivo che risulterà dall’insieme dei decreti attuativi del Jobs Act, così come saranno definiti dal Governo. Sulla base di tale valutazione e di un relativo dispositivo che sarà deciso dal Comitato Direttivo, possibilmente nella stessa sessione ove sarà approvata la proposta di Statuto delle Lavoratrici e dei Lavoratori, la CGIL attiverà la consultazione straordinaria delle iscritte e degli iscritti, così come prevista dallo Statuto, circa la possibilità di intraprendere un percorso abrogativo per il contrasto alla precarietà e per i diritti del lavoro che, qualora deciso, non potrà e non dovrà delegare ad altri questo terreno di iniziativa, che andrà reso autonomo da qualunque tentazione identitaria di nuove e vecchie ambizioni politiche. Obiettivo della consultazione straordinaria, il cui esito sarà vincolante per l’insieme dell’Organizzazione, dovrà anche essere quello di realizzare fin da subito una straordinaria ed inedita partecipazione delle iscritte e degli iscritti.