Vittoria. 12/02/2020
Lorenzo caro, cosa fare per farti comprendere il dolore e il vuoto che lasci in tutti noi che ti abbiamo conosciuto e stimato, e nella tua famiglia? Parlare di te, esprimere giudizi sul tuo conto e sulle tue caratteristiche e doti umane? A qualcuno potrebbe sorgere il sospetto che, comunque, quando si parte per il viaggio che non prevede ritorno, tutti si sentono obbligati a parlare e scrivere bene di chi non c’è più, per quella cosa che viene definita: umana commiserazione.
Invece per te non è così, oggi, quando ho appreso questa tristissima notizia che mi ha spezzato il cuore, dopo qualche attimo di intontimento, ho cominciato a parlare di te con chiunque incontrassi; nessuno, ma proprio nessuno, si è trincerato dietro la finta maschera del dolore, sempre più spesso utilizzata nella società attuale, tutti erano costernati, afflitti, addolorati, in modo visibilmente sincero.
Come fare a non provare dolore quando muore un galantuomo, uno che ha sempre avuto rispetto del prossimo, anche in occasioni professionali in cui molti di quelli che scrivono e fotografano come me e come te, mettono da parte il rispetto per il dolore altrui, pur di arrivare prima degli altri.
Tu sei partito troppo presto carissimo amico mio, sei partito in pieno “giorno”, il buio non era ancora calato per te che avevi solo 52 anni e tante cose da fare.
Non pubblicherò foto tue, perchè ti ruberei il mestiere, tanto non servono, chi a Vittoria non conosce Lorenzo Salerno, e poi, i tempi sono cambiati, da quando ti affrettavi a sviluppare per inviare le foto ai giornali con i quali collaboravi. Oggi apri i Social e trovi di tutto, infatti le tue foto circolano su Internet da stamattina.
Ricordati ciò che ho già scritto prima, hai lasciato un vuoto incolmabile, e questo, forse, non te lo perdoneremo mai.
So che già stai puntando l’obiettivo sullo spazio immenso da cui ci osservi, lo so per certo, sai perchè? Perchè eri tu a dirmi, quando mi chiamavi al telefono: sono sicuro che già sai questa cosa che è accaduta, mi dici qualcosa?
Ciao Lorenzo, riposa in pace.

Di Giovanni Di Gennaro

Nato a Vittoria il 14 giugno 1952; completati gli studi superiori presso l'Istituto Magistrale di Vittoria, negli anni 70, anni in cui erano in servizio, docenti quali: Bufalino, Arena, Frasca, Traina e tanti altri nomi di prestigio, si iscrive a Roma presso la Facoltà di Psicologia. Non completa gli studi universitari e non consegue il diploma di laurea, in quanto nel 1973, viene assunto presso la ex Cassa Centrale di Risparmio V.E. Da sempre si considera più sindacalista che bancario, infatti, già nel 1975, diventa dirigente sindacale. Allo stato attuale, è Segretario Provinciale della FABI, il Sindacato più rappresentativo di categoria, e, inoltre, è componente del Dipartimento Comunicazione e Immagine del Sindacato, che pubblica un mensile: La Voce dei bancari. (150.000 copie al mese). Nel 1978, inizia a collaborare con il Giornale di Sicilia, per cui lavora fino al 1994. Si iscrive all'Ordine dei Giornalisti nel gennaio del 1981. Per oltre 20 anni, collabora con Radio-Video-Mediterraneo e con altre emittenti locali, regionali e nazionali. Dal 1996 ad oggi, collabora con La Sicilia. Dal 1997 al 2004 è corrispondente Ansa da Vittoria , Ragusa e provincia.  Direttore Responsabile di periodici, ultimo in ordine di tempo: Il Mantello di Martino, molti lo considerano "specialista" di cronaca nera.  Sempre attento alle vicende politiche, economiche, giudiziarie, riesce ad essere un attento osservatore e un apprezzato cronista.

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