CONFIMPRESE: “ORDINANZA ANTIBIVACCO NON RISPETTATA”
“L’ennesima ordinanza non rispettata. Una presa in giro nei confronti dei commercianti che hanno investito nel centro storico di Ragusa”. Non usa mezzi termini il presidente territoriale di Confimprese, Peppe Occhipinti, a proposito dell’ordinanza antibivacco che include un’ampia area del centro storico di Ragusa che ha per epicentro piazza San Giovanni. Ordinanza emanata dal sindaco Peppe Cassi che impone il divieto di ogni forma di bivacco o schiamazzi e il divieto di vendita e di consumo di ogni genere di bevanda alcolica.
‘Lo scorso anno l’ordinanza e’ stata fatta rispettare- commenta il presidente Occhipinti-abbiamo visto la presenza, in piazza San Giovanni, del Prefetto e del Questore che ringraziano per la disponibilità. Quest’anno, il centro storico, e’ in balia dei soliti balordi che bivaccano e consumano bevande alcoliche. Cosa dire, poi, del presidio di polizia locale nei bassi di palazzo Ina che doveva dare man forte al controllo del territorio. Vigili che controllano solo il carico e scarico della merci e le auto in sosta disco dei residenti delle vie Ecce Homo e Matteotti”. Il presidente territoriale di Confimprese rincara la dose. “Venga qui, la sera, il sindaco, a controllare con i propri occhi cosa accade. Consumo di bevande alcoliche in ogni angolo della piazza e bivacco fuori controllo. Adesso basta non siamo disposti accettare questa situazione assurda e grottesca. Per questa amministrazione l’apparenza conta più della sostanza. I cittadini iniziano a leggere infastiditi gli annunci del sindaco bravo nella comunicazione ma non in grado di amministrare questa città”.
Una situazione difficile, sempre in peggioramento, nonostante le ripetute affermazioni del sindaco sull’efficacia dell’ordinanza antibivacco.
‘I cittadini continuano ad allontanarsi dal centro storico -continua Peppe Occhipinti -servono interventi mirati e consequenziali alle ordinanze che vengono emanate. Severi controlli altrimenti il senso dell’ordinanza rimane chiusa in un cassetto. Chiediamo al Prefetto, al Questore e al Sindaco un tavolo di confronto sulle mille problematiche legate alla sicurezza e al decoro. Altrimenti le poche attività rimaste aperte saranno costrette a chiudere”.