Roma – “Quando, dalle affermazioni accademiche o di pura propaganda politica, si passa ai dati reali, emerge una realtà profondamente diversa dalla narrazione alla quale siamo sottoposti da tempo. La ricerca condotta dalla Fondazione Di Vittorio rende giustizia di tanti luoghi comuni, secondo i quali la moderna contrattazione dovrebbe derubricare la funzione del contratto nazionale a vantaggio di quella più strettamente aziendale”. Così il segretario confederale della Cgil, Franco Martini, commenta lo studio della Fondazione del sindacato, dal quale emerge che la contrattazione integrativa di 2° livello riguarda solo il 21,2% delle imprese con almeno 10 dipendenti e che il contratto nazionale copre l’88,4% del totale delle retribuzioni di fatto.
Per Il dirigente sindacale, “il sindacato non ha mai negato la necessità di implementare il secondo livello di contrattazione, perché più vicino alle peculiarità delle aziende e dei territori, ma da tempo andiamo ripetendo che questa condizione riguarda una stretta minoranza delleimprese, appunto poco più del 20%, come conferma la ricerca”.
“Senza una funzione centrale del contratto collettivo nazionale – sottolinea Martini – il mondo del lavoro sarebbe spaccato in due, con una minoranza in grado di avere tutele anche avanzate è una grande maggioranza in condizioni marginali. Per questo Cgil, Cisl e Uil unitariamente hanno avanzato una proposta di riforma del modello contrattuale fondata sulla centralità del CCNL e sullo sviluppo di un secondo livello contrattuale sia aziendale, che territoriale. Eal tempo stesso sostengono le categorie impegnate nel rinnovo dei contratti scaduti da molti anni”.
“Anche da qui – conclude Martini – viene la conferma del ruolo importante del contratto nazionale. Il ritardo dei rinnovi ha posto il valore del salario orario nel nostro Paese ai livelli più bassi dei paesi europei, con evidenti conseguenze negative nel rilancio della domanda interna. Il tema dei rinnovi contrattuali è questione strategica per il rilancio dell’economia, come la stessa ricerca conferma”.