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“CORONAVIRUS, l’infezione che fa tremare il mondo e tiene in ostaggio il gigante asiatico”, di Aurora Muriana. Riceviamo e pubblichiamo.

Aurora Muriana, Acate (Rg), 10 febbraio 2020.- Una parola purtroppo ha accompagnato e scandito le nostre giornate tante volte in questo periodo, una parola che incute timore: “Coronavirus” (ma anche “rischio globale” ed “epidemia”). Il primo servizio di tutti i telegiornali di qualunque ora è sempre quello legato al Coronavirus, a parte la breve pausa elettorale regionale (che ha visto coinvolte Emilia Romagna e Calabria) e il triste episodio del deragliamento del Frecciarossa nel lodigiano. Anche le testate giornalistiche in questi giorni si sono concentrate sul virus che sta spaventando il mondo. Il termine virus deriva dal latino (letteralmente significa “veleno”) e venne usato alla fine del XIX sec. per indicare microrganismi patogeni più piccoli dei batteri. I virus sono parassiti endocellulari obbligati poiché capaci di replicarsi solo all’interno di una cellula vivente in quanto sprovvisti delle strutture biochimiche e biosintetiche necessarie per la loro replicazione. I virus maturi sono chiamati virioni e in questa forma il virus è fisicamente isolabile ma privo di attività metabolica. Il virione è costituito da un acido nucleico (DNA o RNA), un rivestimento proteico (capside) e solo in alcune famiglie di virus si osserva la presenza di un ulteriore rivestimento esterno (pericapside). (Fig.1) Proprio in virtù della loro modalità di riproduzione, l’approccio più efficace per prevenire le infezioni virali è la vaccinazione ma esistono comunque farmaci antivirali che interferiscono selettivamente con i meccanismi di replicazione virale. Tramite la vaccinazione viene indotta nell’ospite una risposta immunitaria che lo proteggerà dall’attacco del patogeno verso cui è stato vaccinato.  I virus subiscono mutazioni genetiche e questo risulta essere un problema perché ne aumenta l’aggressività e la patogenicità. Quando questo accade con i virus influenzali possono verificarsi le pandemie. Il Coronavirus deve il nome alla caratteristica forma a corona (con proiezioni superficiali bulbose) ed è un virus a RNA responsabile di patologie nei mammiferi e negli uccelli. Nell’uomo questi virus provocano infezioni respiratorie di lieve entità ma in rari casi anche affezioni più serie come polmoniti e bronchiti.  Ad oggi si conoscono 7 ceppi di Coronavirus capaci di infettare gli esseri umani, tra cui:

SARS-CoV, responsabile dell’epidemia di SARS (Sindrome respiratoria acuta grave) nel 2002;

MERS-CoV, responsabile della Sindrome respiratoria mediorientale da Coronavirus nel 2012;

2019-nCoV (Nuovo Coronavirus 2019) conosciuto anche come Wuhan Coronavirus, responsabile dell’epidemia da 2019-nCoV del 2019-2020 (epidemia attuale).

Sono 5 i virus che in meno di 20 anni sono diventati capaci di trasmettersi da uomo a uomo mentre prima si trovavano solo negli animali. Oltre a quelli già elencati bisogna citare il virus dell’influenza A H1N1 (che ha causato la pandemia del 2009) e il virus responsabile della febbre emorragica di Ebola (2014).

Il 2019-nCoV penetra nella cellula ospite attraverso il recettore ACE2, lo stesso utilizzato dal Coronavirus responsabile della SARS.

I virus a RNA mutano rapidamente perché la duplicazione del RNA non prevede la correzione degli errori, ossia la capacità di autocorrezione di alcuni processi biologici.

 “In modo allarmante, i nostri dati prevedono che una singola mutazione [in un punto specifico del genoma] potrebbe migliorare significativamente la capacità [del Coronavirus di Wuhan] di legarsi con l’ACE2 umano”, scrivono gli studiosi. “For this reason, Wuhan coronavirus evolution in patients should be closely monitored for the emergence of novel mutations at the 501 position in its genome, and to a lesser extent, the 494 position, in order to predict the possibility of a more serious outbreak than has been seen so far.Per questo motivo, l’evoluzione del Coronavirus di Wuhan nei pazienti deve essere attentamente monitorata per la comparsa di nuove mutazioni […] al fine di prevedere la possibilità di un focolaio più grave di quanto non sia stato visto finora.” The research is published in the Journal of Virology , a journal of the American Society for Microbiology.(La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Virology, una rivista dell’American Society for Microbiology). The study provides the basic, translational and public health research communities with predictive insights that may help study and battle this novel coronavirus.

 

–          Passi avanti per vaccino e cure

La Cina ha reso accessibile la sequenza genetica del virus quando era ancora sconosciuto pubblicandola sul sito della GeneBank (banca dati pubblicamente accessibile, riferimento internazionale per i dati genetici). “ Avere la sequenza genetica del virus significa inoltre poter ottenere strumenti molto specifici per la diagnosi, “che possono aiutare a controllare se il virus si sta espandendo nel mondo”; conoscere le proteine che aiutano il virus a replicarsi vuol dire anche “poter lavorare su farmaci antivirali specifici” e capire “se contro il virus sono efficaci farmaci già esistenti: questa è la prima cosa da fare” ” – queste le dichiarazioni di Rino Rappuoli, esperto internazionale dei vaccini alla GSK Vaccine. Il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta, negli Stati Uniti, ha diffuso l’immagine della morfologia ultrastrutturale del 2019-nCoV. (Fig. 2) La sera di giorno 1 febbraio in tempi record un team di sole donne è riuscito ad isolare il virus al laboratorio di virologia dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, primo in Europa in questa fondamentale tappa che costituisce un’importante novità dal punto di vista scientifico. Grazie a questa scoperta italiana sarà più facile individuare le cure, capire i punti di vulnerabilità del virus e colpirlo, oltre ad aprire la strada ad un vaccino per il Coronavirus. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha dichiarato che “i dati sono a disposizione della comunità scientifica internazionale”. Donare il frutto di ore di lavoro e di personale impegno intellettivo costituisce nel caso di un’emergenza un filo di collaborazione scientifica internazionale e di nobiltà intellettuale che lega il mondo; solo cooperando insieme sarà più semplice sconfiggere questo virus! L’infezione è globale e la risposta deve esserlo altrettanto se si vuole sconfiggere il temuto virus. La ragusana Concetta Castilletti, una delle ricercatrici dello Spallanzani, ha spiegato che avendo a disposizione i campioni clinici dei due malati cinesi ricoverati nel loro ospedale è stato possibile isolare il virus (cioè studiarne i meccanismi di patogenicità e sperimentare l’efficacia di farmaci in vitro) e sequenziarlo, e – continua – “Prima non avevamo la possibilità di dosare gli anticorpi e di studiare l’immunità che i pazienti possono sviluppare. Questo ci permetterà di mettere a punto molto meglio i test diagnostici”. Un’altra incoraggiante notizia tutta italiana è la messa a punto di un nuovo test per la diagnosi sviluppato dall’Università di Padova, capace di dare il risultato in un paio d’ore e di riconoscere il virus anche in persone asintomatiche. In Cina è stato utilizzato un cocktail di farmaci (la molecola utilizzata per l’Ebola, una utilizzata per trattare i pazienti con HIV, una utilizzata in Cina per l’influenza e la clorochina, utilizzata per la malaria). Questi farmaci combinati insieme funzionano in vitro ma bisognerà capire se daranno risultati anche sugli esseri umani. L’annuncio è stato accolto con cautela dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) perché servono test sperimentali su vasta scala e bisogna conoscere ancora meglio questo virus. Altra informazione importante deriva da uno studio tedesco nato dal confronto con altri studi su virus di questo tipo, secondo cui i Coronavirus permangono sulle superfici in media 4-5 giorni arrivando fino a 9 in caso di bassa temperatura e alto livello di umidità. Questo però significa solo che il virus resiste sulle superfici per qualche tempo mentre la trasmissibilità resta al momento dovuta soltanto alle particelle di saliva provenienti da persone infettate (quindi attraverso starnuti e tosse).

 

–          Situazione in Cina

Wuhan, città della provincia di Hubei, è l’epicentro dell’epidemia da Coronavirus, che si sta mostrando più ampia rispetto alla SARS ma meno letale (fino a ieri) in termini percentuali. I dati di ieri infatti indicano che il numero dei morti ha superato quello della precedente epidemia (774). Il bollettino è preoccupante: ad oggi sono 910 i morti (99 in un solo giorno) e oltre 40000 i contagiati (3000 i nuovi casi segnalati), anche se cresce il numero di guarigioni (oltre 3351). Una piccola nota positiva arriva dall’ OMS, che ha stimato che il numero di contagi rilevati quotidianamente in Cina si sta stabilizzando. (Fig. 3) I dati dei contagi sono dell’ordine di 2000-2800 nuovi casi al giorno (con sporadiche punte di 4000 contagi in 24 ore) e purtroppo anche i decessi aumentano quotidianamente: numeri che già dal 3 febbraio fanno pensare sempre più ad una pandemia secondo l’Istituto Americano per le allergie e le malattie infettive, i cui modelli matematici suggeriscono un numero reale di infettati superiore ai 100.000 casi. L’allarme è legato alla trasmissibilità del virus. Secondo l’OMS invece il Coronavirus resta un’epidemia di emergenza sanitaria globale. Wuhan è congelata con i suoi 11 milioni di abitanti e la quarantena è stata successivamente estesa ad altre città vicine; nella città assediata dal Coronavirus è stato costruito un ospedale da 10000 posti letto in 10 giorni per far fronte all’emergenza. A Wuhan si festeggia ogni bambino dimesso dall’ospedale pediatrico. Il governo cinese ha dato imposizione ferrea di indossare le mascherine e inflitto punizioni anche ai funzionari colpevoli di gravi lacune. Il 6 febbraio è morto Li Wenliang, il medico cinese di 34 anni che a fine dicembre aveva dato l’allarme sul nuovo sconosciuto virus definendolo simile a quello della SARS. Se fosse stato ascoltato, l’epidemia (che in realtà risalirebbe già a giorno 8 dicembre) sarebbe stata abbondantemente arginata.

 

–          Situazione in Italia

Il 30 gennaio il premier, Giuseppe Conte, in conferenza stampa con il Ministro della Salute, Roberto Speranza, e il direttore dell’ospedale Spallanzani, Giuseppe Ippolito, ha dato notizia che si sono purtroppo registrati due casi accertati di Coronavirus in Italia. Si tratta di una coppia di turisti cinesi di 67 anni (lui) e 66 anni (lei) che ha alloggiato in un albergo a Roma. Le loro condizioni si sono successivamente aggravate costringendo i medici dello Spallanzani a sottoporli a terapia intensiva. Per ragioni di sicurezza è stato disposto il blocco di voli da e per la Cina. Il 31 gennaio il Consiglio dei Ministri ha decretato lo stato d’emergenza per il rischio sanitario legato al Coronavirus, stabilendo una durata di 6 mesi e stanziando 5 milioni di euro. Il Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, è stato nominato Commissario per la gestione dell’emergenza Coronavirus. Sempre per limitare il propagarsi del virus, l’Italia ha disposto controlli con termoscanner da diversi giorni in tutti gli aeroporti per i passeggeri in arrivo da tutti i voli internazionali, disposizione successivamente estesa a tutti i voli europei, esclusi quelli nazionali. Anche nei porti e negli aeroporti sono stati rafforzati i controlli. Una nave da crociera è rimasta bloccata al porto di Civitavecchia per sospetti casi di contagio ma dopo i dovuti controlli i passeggeri sono stati fatti sbarcare; gli altri che dovevano proseguire il viaggio sono arrivati a Savona saltando la tappa di La Spezia. 56 italiani residenti a Wuhan sono arrivati il 3 febbraio con un volo militare dalla Cina atterrato a Pratica di Mare, venendo successivamente trasferiti alla città militare della Cecchignola con una permanenza obbligatoria di 14 giorni (tempo previsto da protocollo generale per la quarantena in base agli studi sul Coronavirus). Un ragazzo 17enne è rimasto a Wuhan perché al momento del rimpatrio aveva la febbre seppur fosse risultato negativo al Coronavirus ma in base al rigidissimo protocollo del Ministero della Sanità non è potuto rientrare in Italia. Tanti connazionali non sono riusciti a rientrare in patria per diversi giorni ma si sta cercando di organizzare il rientro con voli indiretti per passeggeri italiani in Cina. A tale proposito, è arrivato ieri intorno alle 14:00 a Pratica di Mare il volo che ha riportato a casa gli 8 italiani giunti in mattinata in Inghilterra a bordo di un aereo proveniente da Wuhan. Saranno ospitati, sempre rispettando il protocollo di quarantena, all’ospedale militare del Celio e non alla Cecchignola per evitare commistioni con gli altri. Purtroppo continua a restare in Cina il 17enne poiché mostra nuovamente febbre nonostante risulti negativo al Coronavirus ma la Farnesina assicura che organizzerà il suo rimpatrio nelle prossime ore con un volo militare. Tra i “residenti” alla Cecchignola nei giorni scorsi un ricercatore 29enne è risultato positivo al Coronavirus e dopo 24 ore una donna è stata portata sempre allo Spallanzani in via precauzionale, come i due bambini di 4 e 8 anni ricoverati ieri. Proprio in virtù di questi nuovi casi la quarantena per gli altri italiani rimasti alla Cecchignola è stata prolungata fino al 20 febbraio. Sempre ieri si è cercato di ricostruire il percorso di una coppia di turisti di Taiwan rimasta nel nostro Paese per 10 giorni scoprendo di aver contratto l’infezione solo dopo essere rientrata nella propria patria. I due erano arrivati a Roma il 22 gennaio facendo prima scalo a Hong Kong.

 

–          Situazione nel mondo

Prima vittima del Coronavirus straniera in Cina (8 febbraio): si tratta di un 60enne americano deceduto a Wuhan. Oltre all’Italia, anche Francia, Germania e Gran Bretagna fanno rientrare i propri connazionali. Sono due le navi da crociera bloccate, ciascuna con circa 3500 passeggeri a bordo: la prima ferma nella baia di Yokohama (Giappone) posta in quarantena (vi sono anche 35 italiani) sulla quale si registrano 130 contagi (ieri erano già 70); la seconda bloccata fino a ieri a Hong Kong (città dove si conta già un decesso) sulla quale non si è registrato nessun caso di Coronavirus, quindi i passeggeri stanno sbarcando. Sono 27 i Paesi coinvolti nell’emergenza Coronavirus e in Europa si contano 30 contagi. Nuovi casi di Coronavirus in Francia: si tratta di 5 cittadini britannici tra cui un bambino.

 

–          Considerazioni

Innalzare sempre più l’allerta allo scopo di frenare l’inarrestabile contagio del virus è una misura necessaria ed essenziale e non può essere vista come allarmismo. La tutela della vita di ogni singola persona e anche la salute pubblica sono le priorità da realizzare e garantire anche se alcuni provvedimenti sembrano arrestare la crescita economica del Paese del Dragone influenzando l’economia mondiale.

 

 

 

 

 

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