Aurora Muriana, Acate (Rg), 21 febbraio 2020.- “Il Paese del Dragone è sotto assedio a causa delle sue stesse (e necessarie) misure preventive, paralizzato da un virus la cui epidemia, pur rallentando, sta bloccando l’economia. È qualcosa di infinitamente piccolo e non un gigante a sconvolgere le agende economiche e causare sospensioni o annullamenti di manifestazioni ed eventi! L’impatto sarà momentaneo e si riuscirà a raggiungere gli obiettivi economici stabiliti per il 2020 oppure no? Borse cinesi crollate dopo l’avanzata dell’epidemia trascinando anche alcuni dei principali indici mondiali, per poi lentamente risalire pur avendo bruciato svariati miliardi di capitalizzazioni. Mercati mondiali incerti e in fibrillazione per le notizie provenienti dalla Cina. Previsioni poco confortanti delle agenzie di rating sulle stime di crescita economica della Cina ed ipotesi che l’emergenza Coronavirus possa costare due punti percentuali sul PIL cinese. Per ammortizzare i contraccolpi subiti, la People’s Bank of China (PBOC, Banca Popolare Cinese) ha immesso liquidità e ridotto i tassi di interessi di alcuni tipi di prestiti. La situazione di incognita generale associata alla contingente problematica globale viene analizzata sul piano epidemiologico e organizzativo: si tratta di un bollettino socio-sanitario che assume i contorni di economico-politico. Il Paese del Dragone conta molte città isolate e attività ridotte al minimo e pur risultando sfiancato dall’epidemia di Coronavirus non può assolutamente permettersi di allentare l’attenzione. Quello della Cina è il più grande piano sanitario messo in atto nel mondo a causa dell’attuale emergenza sanitaria globale ed è anche andato in scena il più grande esperimento sociale di sempre di home-working (lavoro da casa) nel mondo. Temerarie speranze di rilancio si attendevano a partire dal 10 febbraio, giorno fissato per la ripresa delle attività economiche e produttive in Cina dopo il prolungamento di dieci giorni delle vacanze legate al Capodanno cinese. Festività peraltro i cui festeggiamenti in varie parti d’Italia sono stati sospesi o addirittura annullati in segno di solidarietà al popolo cinese che attraversava un difficile periodo, in alcuni casi destinando alla Cina i fondi che dovevano essere utilizzati per le varie manifestazioni precedentemente programmate. Non vi sono dubbi si tratti di un’epidemia che sta avendo forti ripercussioni sull’economia cinese, e non solo. In tutto il mondo rimpatriano i connazionali attraverso ponti aerei, vengono scoraggiati i turisti dal recarsi in Cina, vengono cancellati voli e chiuse frontiere, si rafforzano i controlli e gli aeroporti vengono disseminati di termoscanner (o termometri a infrarossi e personale sanitario per gli aeroporti non attrezzati). La maggior parte dei tour-operator ha sospeso tanti pacchetti-vacanza rimborsando i turisti o proponendo loro pacchetti alternativi. A poco è valso il gesto incoraggiante del presidente cinese di farsi fotografare proprio il 10 febbraio nella sua prima uscita pubblica mentre era in visita in un centro di emergenza, ovviamente indossando la mascherina e subendo il controllo della temperatura. I settori di turismo, moda, componentistica automobilistica ed elettronica, tessile, trasporto risentono dello stallo causato dal virus che sembra congelare l’intera nazione cinese avendo ripercussioni anche sulla nostra economia dato il forte export di alcuni prodotti. (Fig. 1) Effettivamente la grande mobilità dell’era moderna potrebbe veicolare più facilmente il virus portandolo ovunque! E non fa certo piacere sapere che dato il blocco delle rotte aeree le uniche coincidenze possibili per permettere il rimpatrio dei cittadini dal Paese della Grande Muraglia abbiano fatto schizzare i prezzi fino a 4000 €! Questo atteggiamento non agevola di certo la gestione dell’emergenza dal punto di vista sanitario! Casinò chiusi a Macao e in altre città. A Singapore e altrove la corsa ai viveri svuota gli scaffali dei supermercati. Dato che iniziano a scarseggiare i beni di prima necessità, da marzo in Cina verranno sospesi i dazi sulle importazioni dagli Stati Uniti su prodotti alimentari, gas naturale, petrolio e apparecchiature mediche. Proprio due giorni fa, mentre due grandi aziende automobilistiche hanno deciso di riaprire i loro stabilimenti in Cina, la Russia ha chiuso ufficialmente le proprie frontiere ai cittadini cinesi, isolando Pechino con una delle misure più dure adottate che va oltre il blocco dei voli stabilito dal nostro Paese, provvedimento non certamente visto di buon occhio dal presidente cinese. Nel 2020, anno della cultura e del turismo Italia-Cina 2020, erano attesi tantissimi cinesi nel Bel Paese, inoltre erano tante le prenotazioni dei tradizionali iter turistici seguiti dal popolo mandarino. Segni di distensione sembrano provenire dalla visita a sorpresa del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una scuola romana frequentata prevalentemente da bambini cinesi e dal concerto straordinario della cultura e del turismo Italia-Cina 2020. «Quest’anno ricorrono i cinquant’anni di relazioni diplomatiche tra la Repubblica Popolare Cinese e la Repubblica Italiana, relazioni improntate a sincera cooperazione nel comune interesse» – riferisce il Capo dello Stato. La Cina protesta formalmente con tutti i Paesi che hanno sospeso i voli e ha ripetutamente chiesto anche all’Italia di rivedere la sua decisione di blocco aereo da e per la Cina. Senza voler creare tensioni diplomatiche, la macchina del nostro Stato per le emergenze lavora invece senza sosta su controlli e misure che riguardano porti e aeroporti rafforzando i controlli anche sulle stazioni ed estendendoli pure ai voli indiretti dalla Cina. Strano che un popolo che sta adottando tutti i mezzi necessari per contenere l’epidemia non badando a spese (droni, ospedale da campo per le emergenze costruito in tempi record creando una sorta di quarantena dentro la quarantena) non capisca che bisogna adottare misure stringenti anche in altri settori che prevedono il contatto tra persone! La minaccia Coronavirus incombe anche sullo sport, in particolare sui Giochi della XXXII Olimpiade (Tokyo 2020) nonostante il governo giapponese inviti alla tranquillità poiché non esistono rischi, e sul Gran Premio di Formula 1 fissato a Shangai per il 19 aprile. Anche il Carnevale di Venezia (città quest’ultima che dopo il problema dell’acqua alta potrebbe dover affrontare un calo nelle presenze cinesi) potrebbe risentire del Coronavirus. E chissà se in questo Carnevale la scena che la farà da padrona sarà vedere gente in maschera passeggiare e ballare a fianco di gente che cammina con le mascherine…! Come si evince da quanto detto, un effetto allarmante ma comunque giustificato dilaga ininterrotto ed investe svariati eventi ed attività. Nonostante siano ancora grandi le incertezze, gli scienziati di tutto il mondo hanno fatto passi avanti riguardo le conoscenze sul Coronavirus e dall’11 febbraio, come stabilito dai 400 esperti di tutto il mondo in questo campo riuniti a Ginevra per fronteggiare l’epidemia, la malattia provocata dal virus che fa tremare il mondo ha un nome (“COVID-19” , dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata). Due giorni fa è stata completata la mappa 3D del 2019-nCoV, importante per mettere a punto vaccino e farmaci. (Fig. 2) E per la prima volta due giorni fa era aumentato il numero di guariti e dimessi dagli ospedali (1824) rispetto al numero di nuovi contagi accertati (1749), segno forse che l’epidemia stesse iniziando a ridursi (questo potrebbe essere il segnale che il picco è stato raggiunto). Altro dato incoraggiante era precedentemente arrivato dalla flessione registrata per diversi giorni nel numero di persone infettate. Purtroppo gli ultimi dati sull’epidemia parlano di una nuova impennata nel numero di morti e contagi: 2247 morti (2144 nel territorio di Hubei, pochissimi nel resto del mondo) e oltre 76000 i casi totali di contagio; più di 19000 le persone guarite dall’inizio dell’epidemia. Di nuovo in crescita i nuovi casi: 889 in Cina, 12 negli Stati Uniti e un totale di 204 infettati in Corea del Sud. Si registrano casi di contagio in varie parti del mondo e alcuni decessi fuori dalla Cina: due giorni fa il secondo decesso a Hong Kong; una coppia di giapponesi è risultata positiva al Coronavirus dopo una vacanza alle Hawaii; due sono i primi casi sospetti in Iran e tre lì i nuovi contagi. Cresce il timore per il continente africano data la massiccia presenza cinese e gli intensi scambi commerciali con quella nazione asiatica proprio perché l’altrettanto popolosa Africa ha risorse limitate (potrebbe risultare difficile reperire anche solo le mascherine) e non sarebbe possibile realizzare prevenzione e controlli capillari. La cintura creata attorno alla provincia di Hubei sembra non contenere il focolaio cinese. Stamani la Lombardia si è svegliata con l’incubo contagi per via del primo caso di cittadino contagiato direttamente in territorio italiano non essendo mai recatosi in Cina. Si tratta di un 38enne del lodigiano presentatosi al Pronto Soccorso (il cui accesso resta adesso chiuso per precauzione) dell’ospedale di Codogno con sintomi respiratori, ora ricoverato in terapia intensiva; risultano contagiati anche la moglie (al settimo mese di gravidanza) e un amico rientrato dalla Cina con cui avrebbe cenato. Proprio quest’ultimo potrebbe essere il “paziente zero”, asintomatico ma attualmente in osservazione e sottoposto ai test di verifica. Si sta cercando di individuare le persone recentemente entrate in contatto con il 38enne, anche perché i suoi spostamenti sono stati tanti; circa duecentocinquanta sono state rintracciate e osserveranno la quarantena. Il giovane lavora per un’importante azienda e proprio la ditta ha cercato di correre ai ripari tenendo a casa i propri dipendenti, sottoponendoli però ai dovuti controlli. Tutti i cittadini di Codogno sono invitati a restare in casa evitando contatti sociali. Poco fa è stata diramata una nuova ordinanza che dispone la “permanenza domiciliare fiduciaria per chi è stato in aree a rischio negli ultimi 14 giorni con obbligo di segnalazione da parte del soggetto interessato alle autorità sanitarie locali”. Si spera che i cittadini affrontino seriamente e coscienziosamente eventuali casi di nuovo contagio! Desta preoccupazione il fatto che la giovane sia in gravidanza perché a Wuhan si è registrato circa due settimane fa il caso di un neonato di sole 30 ore di vita risultato positivo al Coronavirus (resta ancora da capire se il virus si sia trasmesso da madre in figlio oppure se il piccolo sia stato contagiato alla nascita). Un’intera famiglia è sotto controllo a Genova, con tre membri che mostrano sintomi riconducibili all’epidemia. Nonostante queste brutte notizie non ne mancano di buone: usciranno dalla terapia intensiva i due cinesi ricoverati allo Spallanzani, mentre risulta guarito il ricercatore 29enne rientrato dalla città di Wuhan che ha mostrato segni di infezione dopo aver trascorso alcuni giorni alla Cecchignola. Come da notizia dell’ultim’ora, sono tre le città italiane poste in quarantena; Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo (rispettivamente luogo in cui vive il 38enne, sua città di origine e sede dell’azienda in cui lavora). La task force del Ministero della Salute ha già avviato le procedure di emergenza sanitaria e si riunisce ogni giorno per valutare le nuove situazioni che quotidianamente potrebbero presentarsi. Uno stato di buona attenzione infatti consente sempre di intervenire tempestivamente. La città di Wuhan, epicentro dell’epidemia del Coronavirus, e l’intera provincia di Hubei risultano isolate, con circa 60 milioni di cittadini blindati tra le mura delle proprie abitazioni in città fantasma. Sono severissime le regole imposte dal governo cinese nel tentativo di arginare i contagi: rinvio dei matrimoni (tantissimi erano quelli previsti, come nel resto del mondo, nella data palindroma 02/02/2020) e riti funebri lampo per “evitare assembramenti di persone”; divieto assoluto di uscire e usare l’auto privata a tempo indeterminato e i mezzi pubblici; disposizione per un solo membro di ogni famiglia di uscire ogni tre giorni per comprare beni essenziali; migliaia di persone sottoposte a controlli. Nelle attività che hanno riaperto i battenti dal 10 febbraio si lavora indossando tuta, calzari, guanti e mascherine, disinfettando le attrezzature di lavoro, e tra il personale sanitario si cerca di mangiare e bere solo per necessità per evitare di esporsi eventualmente al virus. Misure senza precedenti che purtroppo sembrano non arginare la dilagante diffusione del virus (seppure esso abbia un basso tasso di letalità, 2% circa). In Cina ci sono stati dei falsi negativi, cioè test che davano negatività al Coronavirus mentre in realtà le persone erano state contagiate, quindi si innalza l’allerta e si includono tra i contagiati anche tutti coloro che hanno segni di polmonite nelle radiografie, a prescindere sia dovuta ad altre cause o al Coronavirus. Ospedali da campo sono stati predisposti in tutte le città della provincia di Hubei e i malati sono stati tutti convogliati nelle nuove strutture costruite a tempi di record per evitare il diffondersi del contagio; una quarantena nella quarantena. Molte persone sono state costrette ad andare con la forza nei centri di quarantena venendo prelevati nelle proprie abitazioni se ritenuti casi sospetti. Con la SARS e altre epidemie la Cina non aveva raccontato subito quello che stava succedendo mentre adesso ha reso accessibile la sequenza genetica del virus quando era ancora sconosciuto pubblicandola sul sito della GeneBank (banca dati pubblicamente accessibile, riferimento internazionale per i dati genetici) e avviato una rete di drastiche disposizioni per arginare i contagi. Tuttavia non mancano i dubbi circa l’inziale reticenza del governo centrale in merito alla questione, atteggiamento che in generale potrebbe essere alla base delle crisi epidemiche o addirittura pandemiche e che purtroppo permette di esportare casi di contagio in tutto il mondo. Si pensa che il presidente, Xi Jinping, fosse consapevole del potenziale dirompente del virus già due settimane prima di dettare le linee guida contro la diffusione dell’epidemia, quindi ben prima che l’allarme fosse lanciato pubblicamente. Il tutto confermato dal divieto imposto al medico cinese, Li Wenliang, di diffondere notizie allarmanti sul nuovo sconosciuto virus a fine dicembre, successivamente morto perché ha contratto l’infezione. Altre sette persone tra chi lotta in prima linea sono decedute e vengono giustamente appellate come “medico-eroe” e “martire”; due giorni fa è toccato ad uno dei primari dell’ospedale di Wuhan, un neurochirurgo 50enne. Da allora il virus sembra bussare alle porte di tanti altri Paesi viaggiando spedito e globalizzato su un volo intercontinentale e sbarcando anche dalle navi da crociera. (Fig. 3) Sono tante le fake news che circolano in merito all’emergenza e tante le false credenze che purtroppo grazie alla rete si propagano più velocemente del virus. (Fig. 4) La nostra attenzione è stata assorbita dall’emergenza Coronavirus ma non deve farci perdere la vigilanza sull’influenza stagionale. In Italia c’è un allarme grande (interno, più grande di quello del Coronavirus): è record di contagi di polmonite, come da notizia diffusa recentemente e dal 2016 si è verificata un’impennata di casi con molti decessi (migliaia di morti l’anno, soprattutto tra gli anziani). Il bollettino è drammatico; qualcuno invece si lamenta di allarmismo; altri sostengono sia a rischio l’ordine sociale. Ovviamente l’invito è quello di prendere misure solo di fronte ad evidenze scientifiche, non sull’onda di psicosi ingiustificate, contrastando pregiudizi infondati attraverso la via della solidarietà e dell’unione. Non sarebbe certo confortante assistere ad una sorta di effetto domino economico ma non si può pensare veramente al danno al turismo o all’economia quando la cosa più importante è la vita delle persone! Vuol dire che si recupererà su quei fronti che adesso stanno subendo dei danni e delle perdite economiche! Vuol dire che si cambieranno eccezionalmente le regole dell’economia immettendo liquidità o adottando altre strategie! Non ci si può fermare solo ad una mera valutazione economica quando è in corso un reale problema sanitario! La prevenzione viene prima di tutto! Agire tempestivamente e preventivamente è fondamentale in qualunque ambito per evitare l’insorgenza di problemi di difficile eradicazione che rischiano di sconvolgere l’esistenza”.