Ragusa. 07/10/2020
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DI: SEBASTIANO D’ANGELO
Covid e negazionismo.
L’intera umanità è in affanno, il virus galoppa in modo irrefrenabile, il numeratore di contagiati e vittime è continuamente aggiornato, non si vede ancora la fine del tunnel, ma ci sono qua e là, spesso anche nelle alte sfere istituzionali, pensieri umani (o umanoidi) che negano l’esistenza del contagio o ne ridimensionano gli effetti, fino a derubricarlo a mero inganno ordito da oscure forze.
Un atteggiamento scellerato e criminale, che irride al dramma vissuto da milioni di famiglie in tutto il Mondo.
Città sotto scacco e leader divisivi per la comunità nazionale.
Senza entrare nel merito della loro azione politica, non vi è dubbio che il panorama italico offre esempi di leader o capi partito fortemente divisivi, rispetto al passato, per la comunità nazionale.
Non vi è memoria di leader della prima Repubblica che nelle loro pubbliche frequentazioni mobilitavano opposte fazioni in cortei a forte rischio per l’ordine pubblico, con la necessaria presenza di centinaia di poliziotti.
È quanto succede con quotidiana ordinarietà, senza sollevare particolare indignazione nell’opinione pubblica, anzi all’opposto esasperando pulsioni estremistiche.
È cronaca di questi giorni a Catania, dove un capo partito, nel tentativo di spettacolarizzare a fini di consenso un processo intentato in suo danno, ha provocatoriamente creato una nuova Pontida in un territorio che peraltro detestava fino a qualche tempo fa, esarcerbando opposte fazioni contro (molti) e pro (per fortuna poche decine). Risultato? Centinaia di poliziotti mobilitati e un’intera città sotto scacco. È normale tutto questo? Difficile non ammetterne il contrario.