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Crisi. Furlan: “Solo un patto sociale che metta al centro lavoro e sviluppo, può far uscire dalla crisi”

Roma, 26 Novembre 2014 – “Per uscire dalla crisi nessuno puo’ immaginare di fare da solo: ci vuole un patto sociale che metta al centro il lavoro. E’ l’unico modo per uscirne”.
Questo l’appello che il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha rivolto al presidente del Consiglio, nel corso del videoforum di Repubblica.it. tornando a sottolineare così la necessità di un’alleanza forte tra tutte le forze responsabili. “A Renzi dico di occuparsi del lavoro, insieme ai datori di lavoro ed ai sindacati”, perché loro “hanno competenza ed esperienza, che il governo ha necessità di assorbire” – ha poi aggiunto osservando che il premier “sbaglia di grosso nel suo atteggiamento con i sindacati confederali: non valorizza un bene inestimabile. Nei paesi che meglio hanno affrontato la crisi, alla base c’è stato un grande patto sociale” – ha ricordato. “Qui si urla tanto e si fa poco, abbiamo invece bisogno di fare cose serie” ha aggiunto spiegando di riferirsi “a tutti., penso alla politica, ad una parte del sindacato” e auspicando, quindi, “un clima più rispettoso” e che “ognuno si prenda il suo fardello di responsabilità”.

Ha quindi ricordato le tre manifestazioni che la Cisl si prepara a mettere in campo per il 2, 3 e 4 dicembre, la prima a Firenze, dove sarà la “Leopolda del lavoro”, dei disoccupati, dei giovani precari, dei lavoratori e dei pensionati. L’Italia dei più deboli e bisognosi che chiede più attenzione dal Governo, dalle istituzioni locali, dalla politica. Spero che quelle mura – ha detto Furlan – assorbano le loro voci, che sono il Paese reale. Vogliamo lanciare questa sfida”.
“Le nostre saranno iniziative di protesta e di proposte” ha tenuto a precisare riferendosi così alla scelta della Cisl di andare solo allo sciopero nazionale delle sue categorie del pubblico impiego, il primo dicembre, per il rinnovo del contratto, bloccato da sei anni, e di non sostenere invece lo sciopero generale del 12 dicembre proclamato da Cgil e Uil. “Lo sciopero è “uno strumento importantissimo per il sindacato e per i lavoratori, che perdono una giornata di lavoro. E quindi va usato con obiettivi precisi e immaginando che attraverso quello si risolva un problema. Per questo sosteniamo lo sciopero delle categorie del Pubblico Impiego della Cisl, è per un obiettivo preciso: il rinnovo del contratto scaduto da sei anni”.
Ed è tornata sulla questione del precariato ricordando che “quando si apriranno i tavoli di confronto per i decreti attuativi del Jobs act , la Cisl porrà l’accento su un punto in particolare: che con la nuova forma di contratto a tutele crescenti venga assorbito tutto quel precariato legalizzato e purtroppo molto diffuso nel mondo del lavoro e in particolare in quello giovanile”. Rivolgendosi poi al Ministro della Pubblica Amministrazione Madia: “Non basta che la Ministra tranquillizzi, deve promuovere provvedimenti perché davvero nessuno rimanga a casa” ha detto asupicando che lo sciopero del 1° dicembre faccia ricordare al Governo “che ci sono queste situazioni di precariato a cui dare una risposta. Veramente tante migliaia di persone: sia nella scuola che in tutti i settori della pubblica amministrazione, questi privilegiati, così come qualcuno li definisce, che hanno uno stipendio medio da 1.100, 1.200 euro al mese bloccato da sei anni”.

Infine in tema di pensioni Furlan sollecita un intervento del governo e del parlamento per “correggere” la legge Fornero, ma prima del referendum promosso dalla Lega: “La legge Fornero va modificata; prima di arrivare al referendum della Lega, governo e parlamento farebbero bene a mettervi mano loro. Possono correggerla quando vogliono, facciano il loro dovere”, ha detto rilanciando la proposta di un sistema pensionistico “flessibile nell’uscita: fissiamo gli anni dei minimi contribuitivi”.

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