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DiMattina del 13/09/2024 – Giovani d’oggi, tra Hikikomori, ansia e depressione

Nella stampa quotidiana, si moltiplicano notizie che manifestano una situazione molto preoccupante per ciò che riguarda i giovani di oggi. Modi d’essere, cause scatenanti e pericolose conseguenze sono tuttavia diverse a seconda dei casi. Cominciamo con l’“Hikikomori” che in giapponese significa “stare in disparte” e secondo AGI colpisce più adolescenti (anche italiani) di quanto si possa immaginare. In pratica, la vita di questi ragazzi si svolge interamente nella loro camera da letto. Questo comporta il rifiuto di uscire dalla loro camera e di avere rapporti sociali. In quella stanza leggono, disegnano, dormono, giocano con i videogiochi e navigano su Internet. Ma soprattutto proteggono loro stessi dal giudizio del mondo esterno.

Sempre basandoci sull’accurata analisi di AGI, L’hikikomori è un meccanismo di difesa messo in atto come reazione alle eccessive pressioni di realizzazione sociale tipiche delle società capitalistiche economicamente più sviluppate. Spiega all’Agi Crepaldi, presidente di Hikikomori Italia: “L’hikikomori è il frutto di una società che esercita sui ragazzi una serie di pressioni che vanno dai buoni voti scolastici, alla realizzazione personale, alla bellezza fino alla moda”. Ragazzi e ragazze si sentono frustrati tra la cruda realtà e le aspettative di genitori, insegnanti e coetanei. L’unica soluzione, quindi, è quella di rifugiarsi nella propria camera e non uscire né parlare con nessuno.

Parlando di numeri, la drammaticità del fenomeno trova la sua sconvolgente quantificazione: in Giappone ci sono di oltre 500.000 casi accertati, mentre in Italia, secondo Hikikomori Italia, alcune stime (non ufficiali) riportano almeno 100.000 casi. Ciò che desta sgomento è che la maggior parte di loro provengono da famiglie benestanti e spessissimo sono figli unici o figli di genitori separati.  Solitamente sono ragazzi molto intelligenti, che non hanno alcun problema a livello scolastico e che hanno poco in comune con i compagni di classe.

Purtroppo, l’Hikikomori non è l’unico problema dei nostri ragazzi. Il 39% dei giovani italiani soffre di ansia o depressione, 1 su 7 tra i giovani tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo diagnosticato. Ci sono stati vari fattori che hanno indebolito la salute mentale delle nuove generazioni, tra cui la pandemia, l’instabilità economica e un futuro caratterizzato da incertezza. Lo conferma un nuovo studio pubblicato in occasione della Settimana Europea della Salute Mentale e portato avanti dal Policlinico Gemelli di Roma e da Unicef. “I giovani di oggi”, spiega Carmela Pace, presidente di Unicef Italia, “sembrano vivere una vera e propria ‘emergenza sociale’ in ambito di salute mentale e benessere psicosociale”.

Da uno studio condotto dal Gemelli e da Unicef è emerso, oltre ai numeri preoccupanti di cui sopra, come preponderante il Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), seguito da disturbi del neurosviluppo, della nutrizione, disturbo da deficit di attenzione o iperattività, disturbi del movimento.

Di grande interesse sono le parole rilasciate all’ANSA da Stefano Rossi, psicopedagogista e direttore scientifico di MyEdu Coaching, il quale in poche parole racconta la c.d. Generazione Ansia: “Viviamo in tempo diverso, l’ansia dei ragazzi è figlia del fatto che il mondo è cambiato. Per le generazioni di “ieri” il mondo era verticale, in cielo c’erano i valori e a livello educativo si introduceva il senso di colpa. Si chiedeva loro di esser bravi bambini e se non ci si comportava bene si faceva leva sul “castigo”. Oggi invece il mondo è orizzontale, è un mondo basato sul principio della prestazione dove in cielo non ci sono più i valori ma ogni “io” che si fa “dio” e ci si scontra, si compete e si è avversari gli uni contro gli altri. Nel cuore degli adolescenti di ieri c’era soprattutto il senso di colpa con cui confrontarsi; invece, gli adolescenti di oggi provano fatica emotiva che si traduce in un grande senso di inadeguatezza, per il non riuscire a stare al passo, per la paura di fallire, di non esser abbastanza (es. abbastanza magri, belli, popolari ecc).

Per questi motivi (e lo dice uno che di salute mentale ne sa qualcosa) è fondamentale prendere sul serio il problema e investire da subito sulla salute mentale puntando su percorsi di prevenzione, affidandosi a psicologi e psichiatri che possono risolvere o, quantomeno, attenuare i sintomi ansioso-depressivi.

Non vergognatevi se vi sentite inadeguati, se avete ansia o attacchi di panico. E’ come avere un’influenza, anche se ancora per molti la salute mentale rimane, per ignoranza manifesta, un tabù inespugnabile.

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