21 Novembre 2024

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DiMattina del 19 settembre 2024 – Arrivederci Totò, eroe delle notti magiche

I bollettini degli ultimi giorni avevano dato di nuovo speranza: “condizioni di salute in miglioramento”. Invece Salvatore Schillaci non ce l’ha fatta. L’ex calciatore della nazionale italiana aveva 59 anni e nel 2023 aveva raccontato di avere un tumore: “Sono stato operato due volte, mi è caduto il mondo addosso”.

Parlare di Totò Schillaci significa parlare di un grande calciatore, il più forte mai visto in Sicilia.

La sua storia inizia in un quartiere povero di Palermo, come era il Cep di San Giovanni Apostolo. In quei luoghi lavorava e poi via con gli allenamenti, non per coronare il sogno di diventare un calciatore ma contestualmente anche per stare alla larga da quelle che in un’intervista aveva definito come “cattive amicizie”, persone che hanno poi intrapreso una strada ben diversa dalla sua. Sono proprio queste cattive amicizie che lo inducono alla fine a scegliere Messina, dove comincerà a farsi riconoscere a suon di gol.

Parte dalla C2 nel 1982, ma grazie ai suoi bellissimi gol arriva in serie B dove n0ella sua ultima stagione siciliana segna 25 gol in 39 partite. Le sue giocate si guadagnano l’interesse delle grosse squadre del nord e così a fine stagione lo acquista la Juventus per 6 miliardi di lire. Tutti spesi benissimo, dato che Totò quell’anno tra Serie A e Coppa realizza 21 reti risultando determinante per la conquista di Coppa Italia e Coppa Uefa.

Numeri del genere non possono tenerlo lontano dalla Nazionale e così è. Il ct azzurro Azeglio Vicini lo convoca per i Mondiali. Nell’incontro inaugurale con l’Austria parte in panchina, ma verso metà del secondo tempo lo inserisce al posto di Carnevale. Schillaci di testa fa subito gol, a cui seguiranno quelli a Cecoslovacchia, Uruguay ed Irlanda, così come nella semifinale contro l’Argentina (persa ai rigori). Una piccola curiosità: in quell’occasione i suoi tipici occhi spalancati fecero il giro del Mondo, stavolta non durante i festeggiamenti per una rete ma rivolti all’arbitro Vautrot dopo un contatto in area con Ruggeri non sanzionato con il rigore. Quella stessa massima punizione che realizzerà nella finale per il bronzo contro l’Inghilterra, con Baggio a concedergli l’onere e l’onore della trasformazione per mettere al sicuro il titolo di bomber del torneo. Ed è proprio di Roberto Baggio uno dei primi messaggi di cordoglio, a pochi minuti dalla scomparsa di Totò: “Ciao mio caro amico – ha scritto il Divin Codino, postando una foto che lo vede abbracciato a Schillaci dopo un gol – anche stavolta hai voluto sorprendermi. Rimarranno per sempre impresse nel mio cuore le notti magiche di Italia 90 vissute insieme. Fratelli d’Italia per sempre».

Nella stagione 1992-1993 passò per 8,5 miliardi di lire all’Inter. Schillaci ricordò con grande entusiasmo il suo trasferimento da Torino a Milano: «Ho ottenuto il massimo, sognavo la maglia nerazzurra e avrei accettato di restare fermo se non fossi riuscito a raggiungerla. I soldi non sono tutto. […] Riparto da zero a 27 anni e cerco una rivincita». Con l’Inter, con cui giocò due stagioni siglando in totale 11 gol in 30 partite, partecipò al vittorioso cammino nella Coppa UEFA 1993-1994, pur non potendosi fregiare de iure del trofeo, poiché lasciò Milano nell’aprile 1994 alcune settimane prima della disputa della doppia finale contro gli austriaci del Salisburgo.

Terminata la carriera calcistica, non prima di giocare 4 stagioni in Giappone nelle file dello Júbilo Iwata, che gli aveva proposto un ottimo contratto dal punto di vista economico, decide di dedicarsi alla politica. Viene eletto con circa mille voti con Forza Italia in consiglio comunale a Palermo, nel 1997, ma si dimette dopo due anni. “Non lo farei più”, dirà successivamente. Poi torna alla sua scuola calcio dove è cresciuto e vede nascere le nuove leve calcistiche.

Ma Totò non riesca a stare fermo e così partecipa a due reality show: nel 2004 arriva terzo all’Isola dei Famosi poi con  “Pechino Express” gira India, Malesia e Cambogia. L’ultima apparizione in pubblico qualche settimana fa a Lipari, davanti alla tomba di Franco Scoglio per rendere omaggio all’allenatore, da lui definito “un padre”. Oggi, invece, è per lui il giorno dell’estremo saluto. Ciao Totò.

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