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DiMattina del 23.09.2024 – La mia depressione: piccola analisi del “male del secolo”

“Depressione maggiore”, ossia resistente generalmente a qualsiasi trattamento farmacologico. Questa la diagnosi del Prof. Di Lorenzo, luminare del Policlinico di Tor Vergata. Per chi ha seguito il mio percorso su facebook, seguiranno la stimolazione transcranica (un elettroshock moderno, con martellate alla testa per una settimana), ricovero in clinica, ecc…

Sono guarito? Assolutamente no, sto meglio di prima, questo senza dubbio, ma con questa stronza devo conviverci per tutta la vita, perciò quello che ho imparato è gestirla, tenendomi occupato e tendando di non lasciare spazi a brutti pensieri.

Molti hanno criticato il fatto che io abbia esternato la mia condizione e le mie dipendenze, ma non sapete quante persone (dai 25 ai 60 anni) mi hanno scritto in privato dicendomi che loro non hanno il coraggio di parlarne, che soffrono di ansia, attacchi di panico o sono tossicodipendenti per curare la loro depressione.

Questo per dire che me ne frego ampiamente del giudizio degli altri e sono contento che ancora oggi ricevo messaggi in privato, per cercare conforto e consigli da me.

L ’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’ha definito la depressione “il male del secolo”: la stessa, associata ai sintomi ansiosi, è una patologia in crescita ogni anno che ha trovato campo fertile nella società metropolitana. C’è chi la chiama mal di vivere e chi male dell’anima. Ma di certo non ha sbagliato chi, già qualche tempo fa, l’ha definita male del secolo: in un solo decennio la sua incidenza è aumentata del 18,4%. È la depressione, una patologia che, nel mondo, colpisce quasi 5 persone su 100 (4,4%). Tradotto in numeri, sono 322 milioni gli individui che fanno i conti con questa malattia .A contribuire all’espansione di queste malattie è la mancata consapevolezza della loro gravità nel vivere comune e la frequenza con cui vengono trattate tardivamente e in maniera non adeguata.

Ma parliamo ancora di numeri. Nel 2017 la depressione era già il disturbo mentale più diffuso in Italia. Secondo l’Istat interessa 2,8 milioni di italiani, con una percentuale crescente all’aumentare dell’età. Lo sviluppo di un’ansia cronica grave avviene maggiormente negli adulti: dal 5,8% tra i 35-64 anni al 14,9% dopo i 65 anni. Rispetto agli uomini, le donne sono particolarmente colpite e la gravità delle condizioni si acuisce oltre i 65 anni. La pandemia, con il conseguente lockdown ha peggiorato le cose. Uno studio condotto all’inizio del 2021 da un consorzio di psichiatri, esperti di sanità pubblica e biostatistici dell’Istituto Superiore di Sanità, delle Università di Genova e di Pavia, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS ci offre una panoramica della situazione dei disturbi di ansia e depressione dopo il primo anno di pandemia. Su un campione rappresentativo di oltre 6000 soggetti oltre il 40% degli italiani ha riportato un peggioramento dei sintomi ansiosi e depressivi durante il lockdown, con un significativo peggioramento della qualità di vita comprese alterazioni del sonno, in più del 30% dei soggetti. In aumento il consumo di ansiolitici (il 20%) rispetto al periodo precedente al lockdown.

Secondo il Headway-Mental Health Index 2.0,realizzato da The European House- Ambrosetti in collaborazione con Angelini Pharma, tra i disturbi mentali più diffusi nel in  nel nostro Paese ci sono ansia e depressione, ma solo un paziente su tre riceve un trattamento sanitario adeguato. Secondo il rapporto, la parte di popolazione che più ha risentito degli effetti della pandemia e degli eventi degli ultimi 3 anni sono gli adolescenti: ansia (28%), depressione (23%), solitudine (5%), stress (5%) e paura (5%) sono i problemi di salute mentale più comunemente riscontrati.

La depressione, soprattutto quella più ostica, comporta anche suicidi. Secondo le ultime ricerche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2015, 788 mila persone si sono suicidate. A questa cifra, già di per sé allarmante, vanno aggiunti i casi di tutti coloro che hanno tentato il suicidio, ma sono rimasti in vita. Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 29 anni In Europa, i disturbi mentali e comportamentali e i suicidi pesano per il 4,8% sul totale dei decessi. L’Italia occupa il 12° posto, subito dopo la Spagna, per numero di decessi.

Non voglio dilungarmi oltre, né scoraggiare chi convive con questo male. Voglio solo rivolgere un consiglio, così come ho fatto ai tanti che mi hanno scritto: se avete sintomi depressivi, ansia, attacchi di panico NON VERGOGNATEVI. Parlatene a chi vi sta più vicino e rivolgetevi subito agli specialisti. E’ il male del secolo, ma anche su questo fronte la medicina sta facendo passi da gigante. Bisogna solo avere pazienza, convivere con questa stronza e affidarsi alle cure che vi vengono prescritte.

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