4 Ottobre 2024

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DiMattina del 4 ottobre 2024 – Le promesse non mantenute dalla Meloni

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In campagna elettorale prometteva fuoco e fiamme, ma dopo due anni di Governo possiamo dire che sono tante le promesse che il Governo guidato da Giorgia Meloni non ha mantenuto.

Andiamo per ordine. Come sappiamo, il Governo sta preparando la riforma per il c.d. “premierato”: ma questa riforma è in palese contraddizione con quanto scritto nel programma, dove era indicata l’«elezione diretta del presidente della Repubblica». Dopo le resistenze di tutti i partiti (compresi quelli della sua coalizione), la Meloni ha rinunciato abbastanza presto a questo obiettivo.

Passiamo alla Giustizia. In campagna elettorale, la Meloni ha promesso la riforma del Consiglio superiore della magistratura (CSM) e la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e magistrati giudicanti. Anche su questo aspetto, poco o nulla è stato fatto, salvo, un disegno di legge di riforma costituzionale in materia approvato dal Consiglio dei Ministri, ma ci vorranno anni prima che gli intenti della Meloni possano realizzarsi.

Non mantenuta neanche la promessa di estendere la flat tax, cioè una tassa con unica aliquota al 15 per cento per le partite IVA fino a 100.000 euro di fatturato: la soglia precedente, che consentiva solo a chi fatturava non più di 65mila euro di accedere al trattamento agevolato, è stata aumentata solo fino a 85mila euro.

Una promessa importante, gravemente disattesa, era quella della «riduzione della pressione fiscale»: Secondo l’ISTAT, il peso generale delle tasse per imprese e famiglie è sostanzialmente rimasto invariato in questi due anni: il valore delle imposte sul totale del PIL si aggira sempre intorno al 42,5 per cento, e non accenna a diminuire. Nel primo trimestre di quest’anno, anzi, l’ISTAT ha registrato un aumento della pressione fiscale di circa 0,8 punti di PIL rispetto allo stesso periodo del 2023. Anche su questo versante un successone della nostra premier!

Passiamo ad un altro flop clamoroso. Nel programma c’era scritto: «Sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro». Credeteci! La Meloni ha effettivamente abolito il reddito di cittadinanza, ma lo ha sostituito con una misura che elargisce ai destinatari una miseria e non ha ancora fatto nulla sul campo delle politiche attive.

Ma parliamo di uno dei “must” della nostra Premier. Vi ricordate quando parlava di blocco navale per impedire lo sbarco degli extracomunitari? Bene, nel 2023 c’è stato il record di sbarchi mentre del blocco navale neanche l’ombra. Una figuraccia, insomma.

Per non dilungarci troppo, gli altri successoni del Governo sono:

  • Meloni voleva tagliare le accise e invece la benzina non è mai stata così cara;
  • Fratelli d’Italia diceva che il ponte sullo Stretto non era necessario e oggi investono 12 miliardi per un’opera inutile;
  • Meloni voleva abolire la Fornero, invece l’ha mantenuta e ha tagliato sulle pensioni.
  • Meloni voleva prorogare il Superbonus fino al 2025, poi l’ha cancellato;
  • Meloni intendeva difendere la natalità ma ha aumentato l’iva su pannolini, latte in polvere e prodotti per l’infanzia.

Sono tante altre le promesse, molto più tecniche e non adatte a un format come questo, ma da questo breve elenco si percepisce il fallimento di tutto quanto era stato promesso agli italiani. Che però hanno la memoria corta e infatti il consenso a Fratelli d’Italia resta inspiegabilmente alto. Vuol dire che ci meritiamo questo.

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