Emergenza smog. Prof. Viegi: “Gravi rischi non solo per l’apparato respiratorio ma anche per quello cardiovascolare”
Il Prof. Giovanni Viegi, direttore dell’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare Cnr di Palermo, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi”, condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it) in merito all’emergenza inquinamento nelle città italiane.
“Il rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente –ha affermato Viegi- ha calcolato una morte prematura di 59.500 persone all’anno in Italia per inalazione di particelle fini (pm 2.5), 3.300 per l’ozono e 21.600 per il biossido di azoto. Per morte prematura si intende una morte che avviene prima di quella che è l’aspettativa di vita media per un dato Paese e per un dato genere. I problemi all’apparato respiratorio sono i principali in quanto è l’immediata superficie di contatto tra gli elementi inquinanti e il nostro organismo. Infatti sono in aumento le infezioni delle prime vie aeree e le malattie respiratorie croniche. Poi ci sono le particelle ultrafini, di cui ancora non si sta parlando, che attraversano la barriera tra il polmone e sangue, entrano nel sangue e direttamente o indirettamente vanno a causare problemi cardiovascolari sia in termini di rischio di ischemia e infarto, sia di rischio di disturbi elettrici del cuore, fino al rischio più grave di fibrillazione ventricolare. Ci sono anche alcuni dati meno consolidati che parlano di un effetto di queste nano particelle al livello del sistema nervoso centrale, mettendole in relazione con malattie neurodegenerative”.
“Questi momenti di emergenza dovrebbero indurre i governi e la popolazione a riflettere su forme diverse di mobilità –ha affermato Viegi-. Cambiare il modo di produrre energia per i trasporti avrebbe un beneficio anche nella lotta contro i cambiamenti climatici”.