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Nel cantone di Neuchâtel, le case per anziani dovranno accettare che al loro interno sia praticato l’aiuto al suicidio: lo ha deciso il Gran consiglio, che ha accolto stasera con 80 voti contro 16 una modifica legislativa in tal senso.Per il parlamento, la libertà di scelta degli interessati non potrà essere limitata da regolamenti di altro tipo. Solo le case per anziani non medicalizzate private che non ricevono sovvenzioni saranno autorizzate ad ignorare la nuova normativa. Il personale curante non sarà però tenuto a intervenire direttamente né ad assistere alla morte del suicida, che dovrà in ogni caso essere capace di discernimento. La struttura dovrà solo mettere a disposizione una camera: spetterà poi a un’associazione di accompagnamento alla morte prendersi carico dell’individuo. Ancora una decisione che fa discutere e che è presa a pochi chilometri dai nostri confini, rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, facendo presente che sono ormai decine ogni anno i nostri connazionali che attraversano i confini per farsi praticare la “dolce morte”.