Evasione Roma Rebibbia, Sappe: “Buona notizia la costituzione uno degli evasi”
ROMA – “Ieri sera verso le ore 22.30 Catalin Ciobanu., noto per l’evasione del 14/02/2016 dall’istituto N.C. di Roma Rebibbia, si è costituito presso la stazione carabinieri Tivoli terme, è stato prontamente accompagnato dal personale dell’Arma presso il pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Tivoli per la frattura della costola ed escoriazioni alla mano sx (trauma provocato durante l’evasione). Successivamente, il CIOBANU è stato associato presso la Casa Circondariale Regina Coeli di Roma, dove è stato ubicato presso la sezione 7^ destinata ai detenuti nuovi giunti. Nei confronti dello stesso è stato disposta l’applicazione di una attenta vigilanza per motivi precauzionali. Ora va accentuato ogni sforzo per assicurare alla giustizia il secondo detenuto evaso dal carcere di Rebibbia”.
Ai colleghi va la nostra vicinanza e solidarietà”, spiegano il segretario generale del SAPPE Donato CAPECE e il segretario provinciale SAPPE di Roma Giovanni PASSARO. In particolare, la spontanea costituzione del detenuto è stata il frutto di un attento lavoro di indagine degli uomini della polizia penitenziaria. Infatti, sembrerebbe che il CIOBANU sentendosi braccato abbia trascorso 3 gg senza bere e mangiare, nascosto in una struttura abbandonata di fronte al carcere di Rebibbia. Solo in data 17 c.m. ha presso un autobus di linea e raggiunto un amico presso un campo ROM di Tivoli, dove non trovando solidarietà e inseguito dalle forze dell’ordine ha deciso di costituirsi.
Il SAPPE rinnova al Ministro della Giustizia Orlando e ai vertici dell’Amministrazione centrale la richiesta “di incrementare l’organico delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria che quotidianamente devono assicurare la sicurezza del Paese, al fine di rafforzare la sicurezza delle carceri. Cosa si aspetta ad assumere nuovi agenti per garantire almeno il livello minimo di sicurezza?”.
PASSARO infine evidenzia come la custodia del detenuto presso il carcere di Regina Coeli sia poco sicura in considerazione della grave carenza di organico che affligge la struttura capitolina: “La sicurezza dell’Istituto penitenziario è inesistente, durante un turno di servizio sono in media impiegati 20 poliziotti per assicurare la sicurezza di oltre 850 ristretti. In teoria, con il modello della c.d. vigilanza dinamica i detenuti potrebbero evadere dalla porta principale”.
Per queste ragioni, il SAPPE rilancia un grido d’allarme, alle più alte Autorità dello Stato e all’Amministrazione penitenziaria, affinché un immediato ed incisivo intervento ripristini le garanzie minime per il rispetto dei dettami costituzionali. “I cittadini devono avere cognizione “concludono Capece e Passaro “in quali precarie condizioni di lavoro quotidianamente le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, per altro sotto organico in strutture fatiscenti, assicurano l’esecuzione dei provvedimenti restrittivi della libertà personale .”