Ecco la recensione:
Salvo Cuccia ha sempre delle sorprese in serbo. I suoi film documento hanno la tonalità della differenza rispetto a lavori che raccontano esperienze simili. Ma nel suo film Lo scambio questo gusto per lo stupore trova espressione piena.
Cuccia coniuga la cadenza del giallo, l’angoscia del dramma psicologico, l’affresco dello spaccato documentale, la violenza del pulp movie in un mix che tiene desta l’attenzione e fa oscillare la simpatia da un personaggio a un altro nell’incertezza che possa essere il personaggio sbagliato.
Filippo Luna, Barbara Tabita, Paolo Briguglia, Sergio Vespertino ben diretti da Salvo Cuccia, riescono a rendere i loro personaggi veri e palpitanti. Una menzione speciale per Filippo Luna, l’attore principale, per il rigore, la pulizia, la passione profusa in un ruolo difficile.
La rivisitazione di un dramma del passato palermitano dove la precarietà della vita quotidiana appare ancora di più sottoposta alle leggi della casualità e della violenza. Un percorso di dedizione ed espiazione per la protagonista femminile tormentata dall’angoscia per la sorte di un ragazzo e devastata da un altro segreto che l’affligge e la consuma.
Le musiche di Domenico Sciajno a volte invadono eccessivamente la scena distorcendo la magia dell’identificazione dello spettatore con la narrazione.
Ma il film scorre bene dall’inizio alla fine con le accelerazioni drammatiche che la fine dell’equivoco provoca in chi guarda. Da quel momento in poi i chiaroscuri divengono un nero intenso e la reale natura dei personaggi erompe e scuote in profondità.
Aldo Penna