Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, WWF e Pro Natura replicano all’articolo del Telegraaf e alle strumentalizzazioni della politica contro le ong ambientaliste che operano a Bruxelles.

“Solidarietà ai colleghi europei. Fondi e progetti sono tutti in chiaro, rigorosamente monitorati e rendicontati. Le lobbies dell’industria che attaccano la società civile danno il segno di un mondo capovolto”.

“Un articolo superficiale, strumentalizzato ad hoc da quel mondo politico e sociale che non accetta il cambiamento ecologico e difende senza troppi scrupoli gli interessi privati, spesso dannosi, contro il bene pubblico. Solidarietà ai colleghi europei”.

Così le associazioni Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, WWF e Pro Natura commentano l’articolo del 22 gennaio del quotidiano olandese De Telegraaf, che ha parlato di fondi concessi dall’Unione europea alle associazioni ambientaliste europee per “orientare il dibattito in direzione verde”.

“Si tratta – dichiarano le associazioni – di un’accusa priva di fondamento, sia per quanto attiene la trasparenza dei fondi, tutti rigorosamente monitorati e rendicontati con tanto di pubblicazione sui siti web ufficiali, sia per quanto riguarda l’utilizzo di tali fondi, finalizzati alle azioni di protezione della natura e dell’ambiente nelle loro varie forme, incluse quelle indispensabili di tipo culturale e di sensibilizzazione.

“Le accuse avanzate da una parte della politica europea e da vari attori sociali a partire dalle associazioni agricole, di creare squilibrio politico con tali fondi, hanno davvero dell’incredibile, anche considerata la sproporzione immane esistente tra la spesa annua delle lobbies dell’industria – 1,3 miliardi di euro all’anno – e i pochi milioni a disposizione del mondo ambientalista. Che le lobbies agricole e dell’industria si lamentino è davvero segno di un mondo capovolto.

“Il punto vero della vicenda, come dimostra anche la tempistica dell’attacco, giunto alla vigilia della discussione in Parlamento europeo sul nuovo programma dei progetti Life, è proprio quello di cancellare dal budget europeo il programma Life (0,006% del bilancio), o di renderlo inaccessibile alla società civile. E inoltre, attraverso questa operazione, depotenziare le organizzazioni che si battono per favorire le politiche e le azioni di tutela della natura, che sono alla base della stessa identità europea ed essenziali per garantire futuro alle società umane. A fronte della cittadinanza europea che in gran numero sostiene questo obiettivo ambizioso c’è un mondo che non la accetta, la contesta, la ostacola, anteponendo gli interessi privati, spesso molto dannosi, al bene pubblico”.

“L’approvazione della Nature Restoration Law, la legge europea sul ripristino degli habitat naturali, ha dimostrato la forza del mondo ambientalista comunitario e il desiderio della società civile di voltare pagina, scrivendo nuove storie per il benessere e i territori del nostro continente. Questa è la strada che bisogna continuare a seguire, promuovendo la giusta transizione ecologica senza cadere nelle trappole e senza cedere alle intimidazioni”.

Di Redazione

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