Redazione Due, Acate (Rg), 9 febbraio 2016.- Bertoldo e il consiglio dei “tumurri”, sembrerebbe la quarta novella della famosissima collana di racconti “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno” e invece, è l’epilogo dell’ultimo consiglio comunale tenuto mercoledì scorso. Il Presidente Bertoldo, come il personaggio del racconto seicentesco, capace di salvarsi dagli impicci con l’imbroglio e le buffonate, cerca di dare la paternità della mancata seduta consiliare al gruppo di maggioranza, invece di ammettere la sua totale incapacità e inadeguatezza al ruolo che oggi ricopre (ottenuto con la vera tecnica del pugnale e dell’inganno). Mente sapendo di mentire! Apprendiamo dal “suo” dotto documento, a testimonianza della sua elevatissima cultura tecnico-giuridica, che per lui non esiste alcun problema se si faccia una “forzatura” dello statuto. Ricordiamo a Bertoldo, che ha abbondantemente screditato la figura istituzionale di presidente del consiglio, che non ha precedenti così umilianti nella storia amministrativa di Acate, che un Presidente del Consilio Comunale deve garantire come prima cosa il rispetto delle norme, delle regole (quindi è scandalosa la semplicità con cui conferma di voler fare una forzatura alle regole) e la super partes invece di prestare giornalmente il fianco alle opposizioni. Impertinente! Il presidente Bertoldo, incapace di comprendere lo statuto e di convocare un’adunanza consiliare, decide di chiudere la seduta per eccessivi “tumurri”. Quindi la responsabilità che non si è andati avanti alla trattazione del punto, vista la disponibilità di tutti i consiglieri presenti, è da attribuire solo a Lei. Un “buon” Presidente sarebbe riuscito a mettere ordine e continuare con i lavori (illegittimi). Goffo! Continua, nel “suo” illusorio documento, che a differenza degli amministratori non ha mai percepito un euro di indennità. Ci piacerebbe sapere anche lì la verità. Forse perché la sua indennità, considerato il fatto che sia dipendente pubblico e detrazioni da applicare per legge (senza nessuna forzatura), si sarebbe ridotta a qualche centinaio di euro più riduzioni nella propria busta paga. Quindi meglio fare propaganda falsa e inutile con la rinuncia e prendersi 4 giorni a settimana di permessi pagati per impegni istituzionali (o per rimanere a casa). Quindi, a fatta i cunta costa di più il presidente Bertoldo di tasse indirette. Fariseo! Isaura Amatucci, sarà pure un indimenticata presidentessa ma riusciva benissimamente a farsi capire nelle sue letture ed era molto chiara nei termini; al contrario del presidente Bertoldo incomprensibile nella lettura, impenetrabile nei suoi discorsi e astruso nei termini. Bocciato! Come mai a 4 giorni dalla clamorosa gaffe del consiglio comunale il presidente Bertoldo nel “suo” illusorio documento non ha avanzato la sua proposta per risolvere il problema? Vuoi vedere che ha (non) convocato un consiglio comunale straordinario e urgente per il mancato pagamento dei dipendenti e di alcuni fornitori e non ha nessuna soluzione in merito? Ipocrita! Sarebbe interessante un confronto televisivo tra il consigliere Di Martino e il presidente Licitra, a riguardo; chiederemo a Focus una puntata con dei sottotitoli!!!