Giorgio Assenza: “Il Rosatellum fa rimpiangere il …Porcellum”
“Una legge elettorale di valenza talmente democratica da essere arrivata al …bis.Un vero successo!” è la sarcastica valutazione del Rosatellum bis (la legge con la quale si voterà alle Politiche il prossimo 4 marzo) espressa da Giorgio Assenza.
“In confronto al sistema vigente che non consente alcuna reale scelta degli elettori, con i candidati calati dai vertici dei partiti – continua il presidente del Collegio dei Questori in Ars – possiamo considerare esempi di democrazia e rappresentatività degne del Codice di Giustiniano sia il Mattarellum che, addirittura, il Porcellum, così definito dal proprio stesso relatore, Roberto Calderoli, il quale, con le sue liste bloccate da manuale Cencelli delle correnti, quantomeno obbligava i partiti a essere partiti e aveva un unico principale difetto: impediva agli elettori di punire o premiare singole persone. Il Rosatellum non solo non ha risolto quel difetto ma, anzi, vi ha aggiunto i limiti di tutti i principali sistemi elettorali conosciuti. Per farla breve – prosegue il deputato regionale ragusano – con questa legge con cui andremo a votare, praticamente nessuno dei senatori e dei futuri inquilini della Camera si potrà realmente considerare eletto dalla gente piuttosto che nominato dai quadri della formazione di appartenenza o di una aggregazione esclusivamente legata al momento elettorale”.
“Il Rosatellum …bis, infatti, sembra garantire una cosa sola: un totale controllo delle leadership sugli eletti con la possibilità di facili intese post-elettorali. Ora non dico che il 4 marzo sarà importante soltanto per la ricorrenza del giorno in cui era nato Lucio Dalla – conclude Assenza – ma tutti noi dovremo comunque riflettere sulla deriva presa dalla politica in tema di leggi elettorali e proprio chi la politica la frequenta e la fa, a cominciare da me stesso e dai miei colleghi in Ars, deve rimboccarsi le maniche e preparare nuovi sistemi elettorali onesti che consentano una reale scelta al singolo cittadino nella solitudine del proprio seggio”.