24 Novembre 2024

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Il nuovo piano sanitario dell’Asp 7, l’on. Ragusa: “Per il territorio di Scicli ci sono alcuni aspetti che non convincono”

Il nuovo piano sanitario dell’Asp 7, l’on. Ragusa: “Per il territorio di Scicli ci sono alcuni aspetti che non convincono. Dalla gestione dei 24 posti di lungodegenza all’esternalizzazione del servizio Rsa e di riabilitazione. Chiediamo ad Aricò di compiere uno sforzo ulteriore per contemperare le esigenze di cittadini e pazienti”

Ragusa, 1 ottobre 2015 – “Dopo avere letto, e con attenzione, tutti gli atti relativi al nuovo piano sanitario dell’Asp 7, contenuti nelle delibere 1924 e 1925 rispettivamente del 25 e del 28 settembre 2015, emergono una serie di dubbi che ritengo legittimi e a cui spero si possa fornire una risposta”. E’ l’on. Orazio Ragusa a rilevarlo non dimenticando che la materia sanitaria è di fondamentale importanza per il territorio proprio per l’incidenza diretta che la stessa ha sulla salute dei cittadini. “Il primo aspetto che mi preme sottolineare – dice l’on. Ragusa – è che nella delibera 1924 non si fa alcun esplicito riferimento a come si voglia portare avanti la gestione dei 24 posti di lungodegenza, previsti dalla rete ospedaliera, dell’ospedale Busacca di Scicli. Il motivo? Semplice. Manca la previsione legata alla presenza di medici e di personale infermieristico. Quindi, chi si dovrebbe occupare dei pazienti? Il secondo aspetto che mi lascia molto da pensare ha a che vedere con la Residenza sanitaria per anziani di Scicli e con il servizio di riabilitazione. Per entrambi sembrerebbe intravedersi, almeno questo quanto si evince dalle relazioni dei vertici Asp, la possibilità dell’esternalizzazione del servizio. Ora mi chiedo e chiedo ad Aricò: ma che senso ha tutto questo se il modello pubblico della Rsa locale ha garantito ottimi risultati sul fronte delle prestazioni e dei servizi ai pazienti? Come si può abbandonare, in dispregio delle aspettative di familiari e degenti, un modello già testato che i cittadini apprezzavano per l’elevata formazione dei medici e del personale infermieristico? E’ pur vero che a Comiso esiste già un modello di esternalizzazione. Ma riteniamo che le nuove realtà debbano essere calate con grande cautela in  quelle dimensioni dove il modello pubblico ha fornito delle risposte esaurienti ed esaustive. Nella delibera 1925, tra l’altro, parlando della riorganizzazione delle strutture complesse e delle strutture semplici, non si fa menzione alcuna del servizio ambulatoriale di reumatologia al Busacca di Scicli che invece sta ottenendo grandi risultati. Dobbiamo cercare di salvare le specialità piuttosto che penalizzarle o, peggio ancora, trasportarle altrove. Non dimentichiamo che per la riabilitazione a Scicli era stato avviato un percorso di collaborazione con l’Irccs di Messina. E, adesso, come finirà?”. L’on. Ragusa lancia un appello: “Ecco perché chiediamo al manager di fare delle attente valutazioni su tali questioni non dimenticando di concentrare la propria attenzione sugli ospedali. A cominciare dal nuovo di contrada Cisternazzi a Ragusa destinato a diventare un punto specialistico per la Sanità nella provincia iblea. Questo non significa, però, che dovrà scemare l’attenzione per gli altri ospedali del Ragusano che hanno bisogno di essere seguiti con la massima solerzia. A Scicli come a Modica, a Comiso come a Vittoria, non bisogna disperdere quel patrimonio di formazione, di lavoro, di servizi instaurato a favore dei cittadini. A Modica, ad esempio, è fondamentale garantire tutte quelle risposte che i cittadini si attendono sul fronte del potenziamento del Pronto soccorso. Inutile dire quanto sia indispensabile questo servizio. Quindi Aricò è chiamato a compiere uno sforzo ulteriore per contemperare tutte queste esigenze”.

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