Il “poeta” si racconta…storie di vita in versi.
gianni di gennaro
Vittoria (RG) 7/10/14 Vincenzo Macauda è nato a Rosolini cinquantanove anni addietro, dopo essersi sposato con l’amata moglie Luisa, anche lei originaria di Rosolini, si è trasferito a Vittoria, dove ha sempre lavorato nel settore dei viaggi e del turismo. Adesso, gestisce in comproprietà, una delle più note e affollate agenzie di viaggio della città ipparina.
Da piccolo aveva la passione per la fotografia, ma a quei tempi le foto non erano digitali, quindi, bisognava scattare, sviluppare e dopo ammirare il contenuto, ammesso che fosse venuto bene. Enzo (così lo chiamano tutti) ha utilizzato un sistema che per il periodo in cui ha vissuto la sua infanzia, era estramemente innovativo, diciamo che ha precorso i tempi, inventando una sorta di immagini della memoria, di foto digitali che immagazzinava nel suo cervello, elaborava e alla fine esprimeva raccontandole ad altri. Tutto il suo lavoro accumulato negli anni verdi, lo ha utilizzato a partire dal 1991, anno in cui, ha deciso di “sviluppare” tutti i contenuti del suo cervello, trasferendoli in versi. Anche la poesia infatti, è sempre stata una passione sfrenata ma un po’ repressa, certamente per il suo carattere del non apparire.
“Stizzi ri cori” (gocce di cuore) è il titolo della raccolta di poesie che Enzo ha pubblicato nel 2006. Un contenuto che tiene conto, soprattutto della sua grande religiosità, del suo attaccamento alla famiglia, agli affetti più cari, agli amici e a tutto ciò che lo circonda. Enzo, nonostante passi le intere giornate dietro una scrivania, spazia con il cuore e con l’anima, nell’universo dei ricordi, del presente e del mondo che lo circonda. Non a caso, la prefazione del suo piccolo capolavoro, è stata redatta dal nostro stimato regista conterraneo, Gianni Battaglia, personaggio di grande cultura, che non ama assegnare “riconoscimenti” a chi non li merita. Tra le altre considerazioni, Battaglia, ne esprime una che utilizziamo per far si che i lettori, possano comprendere. <Nelle poesie di Macauda> dice Battaglia <in molte che ho citato, in altre che tralascio, colgo anche il tema della memoria. Molta poesia dialettale di radici iblee è “memoriale” spesso evocativa. Tanta poesia iblea, e non solo dialettale, è segnata in varia misura da questo motivo del ricordare, del rimembrare, del celebrare>.
Ecco che in questa descrizione, viene fuori il “fotografo” senza macchina, colui il quale ha “immagazzinato” e adesso ha esternato sensazioni, umori, fatti e personaggi, che sono rimasti impressi nel rullino della memoria.
Molti i riconoscimenti culturali assegnati a Macauda, ma sempre rimasti nell’ombra, perchè Enzo è una persona, come riferito, che non scrive per apparire, ma scrive per manifestare sentimenti e sensazioni. Bene ha fatto il sindaco di Rosolini, Giovanni Giunca a scrivere che il libro del suo concittadino Macauda, denota una sensibilità non comune.