Imprese e PA: Ultimi in Europa per tempi di attesa su servizi e sentenze sul rispetto dei contratti
Analisi del Centro studi ImpresaLavoro
L’Italia si colloca ultima nella classifica europea sul rapporto tra le imprese e la Pubblica amministrazione. Lo segnala il Centro studi ImpresaLavoro che ha rielaborato alcuni dati contenuti nel “Doing Business 2015”, relativi a un nuovo indice costituito da quattro diversi indicatori: il numero di giorni necessari per ottenere un permesso di costruzione, l’attesa per ottenere l’allacciamento dell’energia elettrica, le ore annue necessarie per il pagamento delle tasse e, infine, l’efficienza del sistema giudiziario per quanto riguarda il rispetto dei contratti. L’Italia è infatti risultata il fanalino di coda di questa speciale graduatoria europea (ossia 28esima), superata persino da Cipro. Ai primi posti si collocano i Paesi del Nord Europa (al primo posto la Finlandia, al secondo la Danimarca) mentre veniamo largamente sopravanzati da tutti i nostri principali competitor: Germania (quarta), Regno Unito (nono), Francia (undicesima) e Spagna (18esima).
In particolare, l’Italia si attesta al 25esimo posto per quanto riguarda il tempo necessario per ottenere il rilascio di un permesso di costruzione. A guidare questa classifica sono ancora Danimarca e Finlandia mentre peggio di noi fanno solo Romania, Slovacchia e Cipro.
Recuperiamo invece qualche posizione per quanto riguarda i tempi di attesa per l’allacciamento all’energia elettrica: l’Italia si colloca infatti al 18esimo posto di questa classifica (guidata nell’ordine da Austria e Germania), perdendo in ogni caso il confronto con Paesi come Grecia (ottava), Lettonia (15esima) ed Estonia (16esima).
Quanto alla classifica (guidata da Lussemburgo e Irlanda) sul minor numero di ore che ogni impresa deve dedicare ogni anno al pagamento delle tasse, slittiamo al 23esimo posto superati da Cipro (11esima), Spagna (15esima) e Grecia (17esima).
Infine, per quanto riguarda i tempi di attesa delle sentenze sul mancato rispetto dei contratti, l’Italia si colloca al terz’ultimo posto della classifica (trainata da Lituania e Lussemburgo), con una performance anche qui inferiore a Cipro e ai Paesi dell’Est Europa.
«Da questo rapporto – osserva l’imprenditore Massimo Blasoni, presidente del Centro studi ImpresaLavoro – emerge con chiarezza la fotografia di un Paese in cui fare impresa è sempre più complesso. Gli imprenditori italiani sono schiacciati da un lato dall’altissima pressione fiscale e dall’altro da un sistema burocratico lento e asfissiante. Il patto con lo Stato si è ormai definitivamente rotto: un minimo ritardo nel pagamento delle imposte genera sanzioni immediate per l’imprenditore, mentre i ritardi che impediscono alle nostre imprese di competere ci rendono il fanalino di coda europeo. Senza una riduzione radicale dei tempi della nostra burocrazia anche le favorevolissime condizioni attuali (basso costo del petrolio e Quantitative Easing) potrebbero non bastare per far ripartire l’economia italiana».