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Inaugurazione “Fruit Innovation”, Cilento (Confagricoltura): “Non solo una rassegna fieristica ma un gioco di squadra per rilanciare l’ortofrutta italiana”

Milano, 21 maggio 2015 – “Fruit Innovation è nata con l’ambizione di essere una grande vetrina internazionale dedicata all’ortofrutta, in grado di competere con ‘Fruit Logistica’ a Berlino e ‘Fruit Attraction’ a Madrid. Non a caso la rassegna si tiene a poca distanza e nel mese di inaugurazione di Expo, valorizzando le logiche di crescita economica della filiera ortofrutticola che è tra le più rappresentative del nostro Paese in termini produttivi e di export”. Lo ha detto il componente della Giunta nazionale di Confagricoltura Nicola Cilento, nel corso dell’inaugurazione della prima edizione di Fruit Innovation al Centro Congressi di Fieramilano.

“Confagricoltura – ha aggiunto il suo rappresentante – ha condiviso e sostenuto la realizzazione di un appuntamento italiano, che coinvolge tutta la filiera ed aperto al mondo. L’internazionalizzazione delle imprese è un’opportunità e una sfida che deve essere colta. Già oggi l’ortofrutta è la prima voce dell’export agroalimentare italiano, ma ci sono ancora molte opportunità. Mercati in crescita dove le nostre produzioni possono imporsi; come quello cinese, dove negli ultimi 7-8 anni si sono quintuplicate le importazioni di kiwi, o come quello brasiliano, dove l’import di pere è aumentato di quattro volte dal 2003”.

Cilento ha ricordato però come ci siano Paesi Terzi che frappongono delle barriere alle nostre esportazioni: “Non è un problema solo di tariffe doganali elevate che potrebbero essere anche negoziate in un quadro di smantellamento reciproco per creare aree di libero scambio con mutui vantaggi. Si tratta piuttosto di pratiche che limitano l’accesso per ragioni spesso poco o nulla motivate e aggravate da procedure burocratiche onerose. Confagricoltura sta lavorando da anni con l’Amministrazione perché vengano smantellati questi ostacoli”.

Il rappresentante di Confagricoltura ha quindi esortato Bruxelles ad impegnarsi sul fronte “della reciprocità di regole condivise per un commercio aperto, ma anche equo e senza discriminazioni. Mentre gli altri Paesi hanno elevato barriere sanitarie e fitosanitarie, l’Europa è in via di principio sempre aperta ai prodotti dei Paesi Terzi”.

“Va introdotto – ha sottolineato Nicola Cilento – il ‘principio di precauzione’. Non possiamo rischiare di importare parassiti (vedi batteriosi del kiwi, cinipide del castagno, tristeza degli agrumi, e da ultimo la Xylella, di olivi e altre specie arboree) con tutto ciò che ne consegue, ovvero problemi economici, danni ambientali, paesaggistici e di immagine complessiva dell’ortofrutta italiana. Tutto ciò mentre gli altri Paesi si comportano in maniera diametralmente opposta”.

“Confagricoltura – ha quindi concluso il suo rappresentante –  ritiene che debba essere mantenuto e rafforzato il ruolo chiave delle Organizzazioni dei produttori ortofrutticoli come espressione di un’ ‘agricoltura organizzata’ in grado di offrire le maggiori garanzie di un’evoluzione imprenditoriale di un settore produttivo ‘attivo’ ed orientato al mercato, finalizzato a recuperare valore aggiunto e ricchezza a beneficio dei soci”.

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