Indennità parlamentari, Mauro (FI): “Stop agli abusi, regolamentare somme e conflitti d’interesse”
RAGUSA – «Il dibattito politico sul tema delle indennità parlamentari è un argomento che dev’essere affrontato sgomberando il campo dalle considerazioni populiste e demagogiche, cominciando a pensare a una regolamentazione che metta fine agli abusi».
A parlare è Giovanni Mauro, senatore della Repubblica e capolista di Forza Italia alle elezioni regionali della Regione Siciliana, che con una nota spiega la sua posizione su un tema molto sentito dai cittadini, ovvero il trattamento economico dei deputati regionali.
«Contrariamente a quanto sostenuto da alcuni deputati in carica, anche provenienti dalla nostra provincia, ritengo che oggi il sistema della retribuzione e dei rimborsi accessori a favore dei deputati regionali siciliani vada rivisto e aggiornato, partendo dall’utilizzo delle somme a disposizione per i collaboratori, troppo spesso utilizzate per dispensare paghette e mance – ha sottolineato – non solo perché lo impone il particolare momento economico, ma soprattutto perché è necessario eliminare usi ed abusi registrati nel recente passato. Ecco perché credo che si debba affrontare questo argomento in Assemblea Regionale Siciliana sin da subito: la prima opera di razionalizzazione vera passa prima di tutto dalla regolamentazione e dalla rendicontazione corretta delle somme a disposizioni dei gruppi parlamentari, evitando ogni abuso prima dell’intervento della magistratura ordinaria e contabile. A questo proposito bisogna anche intervenire sull’utilizzo delle somme dei contribuenti destinate a pagare i collaboratori parlamentari, procedendo a una netta distinzione tra chi se ne avvale realmente per l’esercizio delle funzioni e chi invece le fa diventare una fonte di reddito per amici se non addirittura familiari”.
“Di questo bisogna rendere conto ai cittadini – ha continuato Mauro – e questi sono i veri temi da affrontare al netto delle polemiche e delle sterili enunciazioni di principio. No quindi, ai parenti dei deputati stipendiati con i soldi pubblici che provengono dalle tasse dei cittadini. Altra questione da eliminare – ha concluso Mauro – è il conflitto d’interessi che deriva dalla coesistenza di incarichi parlamentari e cariche ricoperte in altri Enti: ciascuno dev’essere obbligato a concentrarsi sul proprio lavoro, che deve essere sì retribuito, ma anche supportato da atti e comportamenti coerenti degni del prestigio della carica che si ricopre».