Il 30 novembre 2013, siamo stati presenti alla presentazione del suo primo libro“OBIETTIVO BISCARI” nei locali dello storico sodalizio, “Società Operaia di Mutuo Soccorso ” di Acate, e abbiamo seguito con attenzione il percorso di un libro che ha dato un grande contributo allo studio storico in Sicilia. Ci racconti?
Il mio contributo più importante, dato alla ricerca storica in Sicilia, è stato quello di scrivere insieme a Domenico Anfora il saggio “Obiettivo Biscari”, edito dalla casa editrice Mursia. Obiettivo Biscari ha portato alla ribalta, dopo anni di silenzio, le stragi perpetrate dagli americani all’aeroporto di Biscari, contribuendo così a non lasciare indifferente sull’argomento l’opinione pubblica, l’informazione, la politica e l’autorità giudiziaria. Nel 2011 ho scatenato, con questo saggio, una interrogazione parlamentare e ho riscosso articoli nazionali ed internazionali. Hanno scritto di me dal The Times di Londra al The Time di New York, da Repubblica all’Espresso e altre testate giornalistiche come Libero, il Fatto Quotidiano, il Giornale, il Tempo, la Sicilia, ecc. Sono riuscito, dopo anni di ricerca, a rinvenire i luoghi delle stragi di Biscari, scoprendo la famosa galleria dove i militari italiani furono fucilati dal Capitano Compton. Ultima scoperta, in ordine cronologico, è stata quella di aver portato alla luce, insieme a Domenico Anfora e Giovanni Iacono, l’inedita strage americana avvenuta alla periferia di Caltagirone.
Oggi presenta un nuovo saggio storico che, a quanto pare, sta avendo grande successo dal titolo direi forte: “BISCARI FASCISTA”.
Inizio con le parole del professor Antonio Cammarana che ha curato la prefazione del mio volume: accingendomi a curare questo volume, ho ritenuto mio dovere verso il lettore eliminare quegli aggettivi e quegli avverbi che qualificano in senso positivo o in senso negativo sia il Regime sia l’Antiregime; quelle frasi costruite proprio per amplificare o per nientificare la realtà politica del Ventennio. E’ obbligo dello storico, secondo me, usare un linguaggio che non esalti né deprima, che non assolva né condanni un momento della nostra storia, che ha visto come protagonisti i nostri genitori e i nostri nonni.
Cosa propone il suo nuovo saggio BISCARI FASCISTA?
“Biscari Fascista” si propone di colmare una lacuna: presentarsi come il primo studio di storia di Biscari in “camicia nera” a partire dalla fine della Prima Guerra Mondiale fino al 1943, anno in cui gli Anglo-americani invadono la Sicilia e, dopo avere superato lo Stretto di Messina, cominciano la lenta marcia di conquista del Continente italiano.
Cosa esamina in particolare?
“Biscari Fascista” esamina, poi, con dovizia di particolari, gli anni in cui furono podestà il capitano Benedetto Meli, l’avvocato Vincenzo Bellomo, l’avvocato Salvatore Agosta, l’insegnante elementare Giuseppe Mangano. Mettendo in evidenza, con adeguata documentazione, non solo le opere piccole e grandi realizzate nel Ventennio, ma anche gli odi personali e di gruppo, gli intrighi politici tra una fazione e l’altra, le accuse reciproche ora fondate ora fantasiose e costruite allo scopo di mettere in cattiva luce gli avversari presso i poteri forti del Regime fascista e ottenerne la destituzione dagli incarichi che ricoprivano.
Il sottotitolo parla di crimini politici e militari ci spieghi cosa successe a Biscari?
“Biscari Fascista” si apre e si chiude con due crimini: un crimine politico e un crimine militare.
Il crimine politico fu eseguito, nel 1921, dal braccio armato del Partito comunista di Biscari.
La vittima fu Vincenzo Ferlante, ardito e camicia nera della prima ora.
Il crimine militare venne consumato a Vittoria nel 1943, da parte delle truppe che avevano occupato la cittadina, contro la famiglia Mangano: Giuseppe Mangano, podestà di Acate, e il figlio Valerio; mentre del tenente del regio esercito italiano, Ernesto Mangano, non si seppe più nulla, né il corpo suo venne ritrovato.
Per la prima volta si parla del passaggio di Mussolini ad Acate…
Non manca, in “Biscari Fascista”, la descrizione di quello che, nel paese, venne considerato un evento storico, epocale: il passaggio di Benito Mussolini, nell’aprile del 1924, per il Centro cittadino tra due ali di folla esultante.
La descrizione della battaglia di Acate…
Rigorosa, particolareggiata e fondata su testimonianze di prima mano è la mia ricostruzione della battaglia di Acate dopo lo sbarco americano nelle spiagge di Gela, Licata, Macconi e Scoglitti.
Prefazione di Antonio Cammarana…
Un padre, un uomo straordinario, storico, filosofo, poeta, mi ha illuminato e mi ha impartito nobili insegnamenti. Profonda è la sua ispirazione, anzi immane il suo sforzo e il suo amore per Acate, antica Biscari. Mi è stato sempre vicino e non finirò mai di ringraziarlo. Mi farebbe piacere a questa mia intervista seguisse un’altra del professor Antonio Cammarana.
E Domenico Anfora?
Un Fratello, per me lo storico siciliano più importante dell’operazione Husky e mi fermo qui, tra l’altro autore della postfazione.
Le polemiche con il circolo di conversazione?
Ho scritto subito dopo la presentazione del libro, in un momento di euforia, un articolo satirico sul circolo dei civili, ispirandomi a una delle novelle di Giovanni Verga, “Fantasticheria”, ma vi assicuro niente di offensivo. A quanto pare non è stato capito! Dopo qualche giorno, un noto professore di Acate, entusiasta, si complimentava riferendomi che quest’articolo fosse un trattato di arte moderna. Qualcuno addirittura lo ha inquadrettato ed esposto all’entrata del proprio studio .
Le altre polemiche e le numerose vendite?
La presentazione del libro, avvenuta anche questa volta presso la “Società Operaia di Mutuo Soccorso ” di Acate, è stato un successo. C’erano ben tre sindaci presenti e passati! Se qualcuno legge la storia con la lente di ingrandimento distorta, io non posso farci niente! Io mi sono basato sui documenti senza commentarli e le vendite mi hanno dato ragione.
Cosa scriverà in seguito?
Sono già al lavoro su due fronti: I paracadutisti su Ponte dirillo e la battaglia di Vittoria
La politica oggi ad Acate e il sindaco Raffo?
Il sindaco Raffo è stato uno dei miei professori, tra l’atro insegnava storia, un bravissimo insegnate, ma io non l’ho votato. Oggi Acate è in dissesto, fatevi voi un’opinione.
Lei lo sa che i suoi due saggi non sono disponibili alla biblioteca civica Enzo Macanugo?
Questo mi rattrista, non ho avuto nessuna richiesta nè da parte del Sindaco nè da parte degli amministratori, nè da parte degli esperti con delega alla cultura. Inoltre voglio precisare che avrei ceduto gratuitamente alla biblioteca le copie. Concludo con una frase dell’ex parroco di Acate Don Rosario Di Martino: “In questo posto tranquillo, Biscari, presi dalla suggestione della bellezza del luogo, si è inclini a cullare, nella fantasia, immagini di tempi remoti”. Quando oggi, io penso che tutto intorno è uno sciame di servi: umili vassalli, soldati e guardie, che si muovono come pedine su una scacchiera, agli ordini di un mendace capitano.