“IO SONO PERSONA”: Dal 13 al 15 marzo Convegno Internazionale a Palermo.
“Dalla migrazione come sofferenza alla mobilità come diritto”
‘Riteniamo sia giunto il momento che Palermo si mobiliti per l’abolizione del permesso di soggiorno, – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando – che si mobiliti, cioè, per abolire questo strumento di tortura che costituisce la nuova pena di morte e la nuova schiavitù previste per legge e che trasforma sostanzialmente l’essere umano in un servo del lavoro e il lavoro in un diritto alla vita’.
‘Come, in passato, – ha continuato il primo cittadino – il proibizionismo serviva a speculare sul traffico di alcool, allo stesso modo, oggi, il permesso di soggiorno viene usato per speculare sul traffico di esseri umani. Chi ha pagato gli scafisti, chi ha perso qualcuno nel Mediterraneo aveva diritto sin dall’inizio a venire in Europa ed è sconvolgente che non ci sia un movimento di massa che dica no alle stragi del Mediterraneo. Ora è arrivato il momento – ha concluso Orlando – di rompere i tabù e di dire ‘Io sono persona”.
‘Questo convegno sancisce un diritto inalienabile, il diritto umano alla mobilità – ha dichiarato l’assessore alla partecipazione Giusto Catania – e vuole dare il via ad un percorso, che parte dalla città di Palermo e che è in linea con la sua storia fatta di immigrazioni, contaminazioni, stratificazioni di culture, che possa portare ad abolire il permesso di soggiorno. Noi non scegliamo dove nascere, – ha concluso – ma dobbiamo poter scegliere dove vivere’.
‘Noi crediamo – ha detto il presidente della Consulta delle culture di Palermo, Adham Darawsha – che la mobilità sia un diritto ancestrale e che il permesso di soggiorno debba essere superato. Una politica migratoria più umana, con leggi che consentano agli immigrati di entrare e soggiornare in modo legale, rappresenta l’unico modo per eliminare tutta la parte disumana e drammatica dell’immigrazione. È questo il messaggio per l’Europa che deve partire da Palermo. Ed è per questo che non posso non ringraziare l’Amministrazione comunale – ha concluso Darawsha – che da quasi un anno lavora, insieme alla Consulta delle Culture, a questo progetto e all’affermazione dei diritti di noi immigrati’.