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Iscrizione nel registro degli indagati di Ignazio Fidone: atto dovuto.

gianni di gennaro

Ragusa – Sicilia 02/12/2014 – L’iscrizione nel registro degli indagati di Ignazio Fidone, il cacciatore di Santa Croce Camerina, che ha ritrovato il corpo senza vita del piccolo Andrea Loris Stival, nel canneto sotto il vecchio mulino, è un atto dovuto. Il magistrato inquirente, infatti, dovendo compiere quelli che tecnicamente sono definiti: accertamenti tecnici irripetibili, ha dovuto procedere all’iscrizione dell’uomo nel registro degli indagati, altrimenti non avrebbe potuto eseguire gli accertamenti.
Inoltre, l’uomo, la stessa mattina in cui il bambino è stato ucciso, si sarebbe trovato addirittura, fuori dalla sua città di origine e residenza: Santa Croce Camerina. Il condizionale è d’obbligo, in quanto gli investigatori non confermano questo dato, ma non esistono neanche smentite. Mentre per quanto riguarda le responsabilità di Fidone, sulla irregolare detenzione di munizioni da caccia e da guerra a suo carico, è stato aperto un fascicolo a parte.
Nessuna novità dunque, sul fronte delle indagini che riguardano l’uomo che in atto, è al centro delle attenzioni di tutto il Paese Italia.
L’unica novità è quella che riguarda il ritrovamento, in un angolo del cortile della scuola che frequentava Loris, di un indumento intimo, un paio di slip di colore blu, che la scientifica ha recuperato poco dopo le 13,30 – subito dopo l’uscita dall’istituto scolastico degli alunni e dei docenti. Questo è l’unico elemento nuovo su cui certamente si concentrerà l’attenzione degli investigatori. Infatti, dovrebbe essere esclusa a priori, la possibilità che quell’indumento fosse già nel cortile e fosse sfuggito all’attenzione degli uomini della scientifica, mentre è molto probabile, che sia stato messo lì da qualcuno. Perchè? Quale messaggio è stato lanciato? A chi appartenevano quegli slip? Cosa verrà fuori dall’esame degli stessi? A tutti questi interrogativi, dovranno dare una risposta gli uomini della polizia di Stato, che sono impegnati 24 ore su 24, in queste delicate indagini. L’altro elemento che si aggiunge al puzzle ancora da comporre, riguarda le parole pronunciate dal padre del piccolo assassinato con inaudita ferocia. Stando alle indiscrezioni trapelate infatti, l’uomo avrebbe ripetuto in più occasioni: perchè prendersela con un bambino, anzichè prendersela con me? Parole che pesano come un macigno e che lasciano trapelare la sensazione che l’uomo, distrutto dal dolore, possa avere una idea di chi avrebbe potuto compiere il delitto, per una sorta di vendetta trasversale.

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