Roma, 06 giugno 2017 – Con un giro di affari stimato in 3,2 miliardi nel 2016, l’Italia riveste un ruolo di primaria importanza nella filiera dei trasformati del pomodoro. Secondo i dati elaborati dall’Ismea – Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, l’Italia è il primo esportatore mondiale sia di polpe e pelati (con una quota del 77% del valore mondiale, davanti alla Spagna che ha solo il 6%), sia di passate e concentrati (26%, seguita in questo caso a stretto giro dalla Cina col 25%).
Secondo il monitoraggio delle vendite al dettaglio Ismea-Nielsen, nel 2016, si è inoltre interrotto il trend negativo delle vendite retail che proseguiva ormai da un decennio. I primi mesi del 2017 confermano questa inversione di tendenza, segnando un +1,7% in volume e un + 1,1% in valore.
Ottime in particolare le performance di sughi pronti e pomodorini, che crescono in valore rispettivamente del 6,9% e dell’8% nel periodo gennaio-aprile 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016 (6,5% e 5,3% in volume). L’Italia continua comunque a importare rilevanti quantità di passate e concentrati (soprattutto di questi ultimi): è il secondo importatore mondiale dopo la Germania, con un valore assoluto di 154 milioni di euro nel 2016, ben il 54,4% in più rispetto al dato di cinque anni prima.
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