Ispica, defibrillatore salvavita al “Peppino Moltisanti”
Ispica, 15 settembre 2014 – Italreport – Un defibrillatore salvavita a disposizione di una struttura sportiva in cui hanno luogo attività a vari livelli, è un’opportunità oggi presente anche nel campo sportivo comunale “Peppino Moltisanti”. Qui, infatti, giovedì 11 settembre scorso, è stato installato un defibrillatore gratuitamente offerto dall’associazione “Trenta ore per la vita”.All’atto dell’installazione, la presenza nella struttura del vicesindaco Cesare Pellegrino, dell’assessore allo sport Teresa Amendolagine e del capo settore “Politiche per l’educazione” Chiara Stornello ha voluto sottolineare l’attenzione avuta dall’Amministrazione comunale a che tutto si attuasse nelle modalità previste dalla norma ma, non di meno, per rappresentare all’Associazione la gratitudine della città per questo gesto di grande valore sociale per aver donato uno strumento apparentemente semplice ma potenzialmente capace di salvare una vita. Ad utilizzarlo sarà personale opportunamente abilitato all’uso da formatori della Croce Rossa Italiana che in questo progetto ha fornito gli istruttori qualificati, in uno spirito di collaborazione tra associazioni. «Con la legge n. 120 del 3 aprile 2011 – ha ricordato l’assessore allo sport Teresa Amendolagine – e con le successive modifiche, è stato regolamentato l’uso dei defibrillatori semiautomatici ed automatici esterni (DAE) da parte del personale non sanitario. Questo consente ad ogni cittadino in possesso di un’adeguata formazione di rianimazione cardiopolmonare, in caso di emergenza, di prestare soccorso utilizzando questo tipo di apparecchiature senza commettere reato o compiere un abuso della professione medica. I defibrillatori di nuova generazione diagnosticano automaticamente la fibrillazione cardiaca ed erogano la scarica elettrica solo se riconoscono la fibrillazione ventricolare. Non è pertanto l’operatore bensì il defibrillatore ad effettuare la diagnosi, di conseguenza non sussiste l’abusivo esercizio della professione sanitaria, punito dall’art. 348 del Codice Penale. Bisogna tener presente che in caso di morte cardiaca improvvisa il tempo limite per salvare la vittima è di 5 minuti. L’unica possibilità di sopravvivenza è dunque rappresentata dall’uso, il più precoce possibile, del defibrillatore. Considerando il tempo per i soccorritori di rendersi conto dell’accaduto, di allertare il 118 ed il tempo impiegato dall’ambulanza per arrivare, mediamente più di 10 minuti, si comprende il perché dell’importanza di ampliare al massimo il numero di persone abilitate al primo soccorso e all’utilizzo del defibrillatore. In questa circostanza, ho con viva ammirazione constatato l’interesse di tanti ad abilitarsi alle manovre di primo soccorso e all’uso del defibrillatore il cui uso speriamo non debba mai essere necessario, ma la cui presenza di sicuro ci conforta. L’occasione mi consente, infine, di ringraziare pubblicamente la dottoressa Vanessa Ilic dell’associazione “Trenta ore per la vita” e il sig. Luigi Corsaro della Croce Rossa Italiana con la cui collaborazione è stato possibile raggiungere questo risultato di indubbia utilità sociale, motivo per cui auspico che ognuno ne comprenda il valore e si consideri custode di questa piccola apparecchiatura di cui chiunque può all’improvviso ritrovarsi ad averne bisogno.»