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“La Crisi di oggi e la difesa del valore dell’uomo e della vita”. Prof. Sansone: “Considerazioni in merito”

…del Prof. Orazio Sansone

21 ottobre 2015 – Nella suggestiva cornice del Castello dei Principi di Biscari si è svolto il 30 settembre scorso il Convegno di studio “Dal dissesto alla ricostruzione, dalla crisi alla ripresa; dalla negazione all’affermazione e alla difesa del valore dell’uomo e della vita”.
Non c’è dubbio che la tematica è di scottante attualità e particolarmente interessante ed utile perché offre spunti di riflessione e possibilità di confronto critico-costruttivo e può essere momento e strumento di crescita in quanto porta ad interrogarsi sul senso della vita, della realtà che ci circonda, delle situazioni che siamo chiamati ad affrontare per ricercare le giuste soluzioni e rinvenire o liberare le risorse e le energie necessarie.
Apre, altresì, alla nostra attenzione e intelligenza scenari e contesti nuovi e permette di vincere la pigrizia e la rassegnazione, superando il diffuso senso di smarrimento e di disorientamento e l’atteggiamento di chiusura che impediscono di unirsi ad altri per progettare e costruire, per riaccendere la speranza e continuare a scommettere sul valore dell’uomo e della vita.
Eppure la partecipazione al significativo evento ha lasciato a desiderare, nonostante l’impegno profuso dagli organizzatori nella divulgazione delle iniziative.
Quasi tutti avevano assicurato la loro presenza, dopo aver espresso il loro consenso e il loro entusiasmo per tale manifestazione che è stata portata a conoscenza anche del personale che opera nelle diverse scuole del territorio e inserita e diffusa in rete e sui vari siti web.
E allora viene da chiedersi: Ha motivo di sussistere, nell’era della tecnologia avanzata, della globalizzazione e della digitalizzazione, un Convegno di studio con relatori noti, di elevato spessore culturale, tematiche estremamente rilevanti e coinvolgenti, che richiede alle persone interessate la fatica di lasciare la propria casa e di recarsi sul luogo convenuto?
Non sarebbe stato più opportuno e logico far pervenire il tutto direttamente a casa attraverso i canali digitali e le reti informatiche che ormai sono alla portata di tutti?
Che motivo c’è di scomodare tanti o alcuni a partecipare personalmente e quindi fisicamente ad un incontro del genere?
La risposta risiede nella differenza sostanziale, abissale tra presenza reale, partecipazione diretta e presenza virtuale.
Stiamo perdendo l’abitudine all’ascolto, alla comunicazione autentica, reale, al contatto diretto con le persone e con le cose, le situazioni, gli ambienti, la realtà che ci circonda motivo per cui stiamo diventando apatici o meglio ancora psico-apatici, indifferenti, cinici.
Non ci meravigliamo più di fronte a niente; non riusciamo più a leggere la realtà, le emozioni e le espressioni di un volto, di una persona; a sottolineare con la mimica e il tono della voce o le pause e il ritmo ciò che ci sta più a cuore; ci viene persino difficile trovare le parole adatte per articolare un discorso.
Abbiamo dimenticato che per riuscire a comunicare qualcosa di significativo, sia verbalmente che per iscritto, bisogna prima saper pensare, mettere mentalmente in ordine e in sequenza due-tre concetti o enunciati, distinguendo per ciascuno di essi, di volta in volta, la parola-chiave.
Ormai agiamo di istinto; siamo superficiali e frettolosi; non siamo allenati a pensare e a parlare.
I telefonini, gli smartphone, i video-messaggi e le immagini o quanto ci viene propinato e offerto dalla tecnologia parlano al nostro posto e ci portano, senza che ce ne accorgiamo, a non riflettere più e a non pensare con la nostra testa per cui stiamo diventando consumatori passivi e non attori e protagonisti della comunicazione.
Stiamo diventando ricettori passivi e non più soggetti attivi.
Stiamo perdendo la nostra identità e dignità; la nostra capacità critica e creativa.
Stiamo subendo un graduale ed inarrestabile processo di perdita della nostra coscienza; di colonizzazione ideologica e sudditanza.
Non resta quasi più niente di nostro; tutto ci viene offerto da loro, dai signori della tecnologia per cui non resta che scegliere tra il repertorio molto nutrito che abbiamo a disposizione.
Pensano a tutto loro, i dispensatori dei desideri e dei sogni o “bisogni indotti”, cioè fittizi.
Abbiamo bisogno di riscoprire il valore dell’uomo e della vita, la nostra vera natura e identità, la nostra dignità di persone, di esseri umani perché oggi si sta facendo di tutto per calpestare tale dignità e per distruggere la nostra natura e identità, dato che al progetto meraviglioso di Dio sull’uomo si vuole sostituire, a tutti i costi, quello imperfetto e diabolico di qualche megalomane che, essendo affetto da delirio di onnipotenza, vuole cancellare e disperdere ogni traccia o residuo di umanità dalla faccia della Terra, considerato che intende fabbricare e produrre l’uomo in laboratorio.
È in gioco il nostro destino di creature deboli, fragili, imperfette, ma capaci di pensare, ragionare, progettare e anche di sognare e lottare con coraggio e determinazione per vincere il male e tutto ciò che si oppone e contrasta con la vita.
È in gioco il futuro dell’umanità, delle nuove generazioni.
La cultura della morte vuole prevalere sulla cultura della vita. E non è poco. Ma noi nemmeno ce ne accorgiamo, non ce ne rendiamo conto.
Viviamo – come ha affermato il Filosofo Prof. Pietro Barcellona – immersi in liquido anestetico.
Il mondo sta andando a pezzi, in frantumi, alla deriva come il Titanic e niente e nessuno riesce a scuoterci dal torpore che ci assale, ci opprime.
È tempo di svegliarsi, di riprendere in mano le redini della situazione per cercare di recuperare e di salvare la nostra identità e dignità, la nostra vera natura.
Non possiamo e non dobbiamo arrenderci, gettare la spugna, ma dobbiamo lottare con tutte le nostre forze perché al primato della scienza disonesta e assassina subentri il primato della coscienza e della ragione perché la vita e il meraviglioso progetto di Dio sull’uomo ritornino alla ribalta, a risplendere e la mentalità distruttiva e nichilista non abbia ad avere il sopravvento.

Prof. Orazio Sansone

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