Vittoria. 25/05/2020
La famiglia al tempo del Coronavirus. Di Giuseppe Raffra
La ricerca dal titolo “La famiglia al tempo del Coronavirus” al “Milano digital week”, l’evento online più importante d’Italia che fa il punto sulle esperienze digitali, sulle nuove competenze tecnologiche, sulle ricerche e gli studi, media, salute. Il lavoro che ho condotto in Sicilia con il supporto dell’amico statistico Giovanni Macca è l’unica esperienza professionale proveniente dall’intero Sud. Una nuova, enorme soddisfazione dopo la condivisione del nostro lavoro da parte della V commissione legislativa dell’Ars. A presentare lo studio è stato il giornalista quirinalista del Tg 2 Ghelfi nella mattinata di oggi. Al quale ho anche preannunciato che da una settimana circa la nostra ricerca sta coinvolgendo i genitori di tutte le regioni d’Italia. La partecipazione del nostro lavoro alla “Milano digital week” è stata possibile grazie all’interessamento degli amici dell’associazione “La banda degli onesti”. L’azione, come si sa, ha raggiunto 5000 genitori con figli tra i 10 ed i 18 anni. Due gli obiettivi: intercettare il cambiamento in seno ai rapporti tra genitori e figli e comprendere se e come fosse mutato il rapporto tra questi ultimi e le tecnologie. Io e Giovanni Macca ci siamo avvalsi di un questionario whatsapp i cui risultati sono automaticamente confluiti su Google moduli. L’81% dei genitori ha dichiarato che stare più tempo a casa è stato utile per riappropriarsi del ruolo di primi agenti educativi dei figli. L’80,32% del campione ha sfruttato la lunga permanenza a casa per conoscere meglio i figli, per avviare o riavviare le relazioni coi ragazzi. Forse la cosiddetta società “orizzontale” ha i giorni contati, la vita precedente il Coronavirus dove con i genitori assenti i ragazzi avevano preso l’abitudine di “imparare” dai coetanei. Magari stiamo per assistere al prepotente ritorno alla società verticale, dove si apprende dal padre e dagli adulti più in generale. Di certo c’è che la Sicilia è oggi un importante laboratorio educativo e di sperimentazione pedagogica. E lo stesso hanno fatto i ragazzi, che non si sono fatti sfuggire l’occasione per migliorare la vita a casa. Ora partecipano alle faccende domestiche, si producono in piccoli lavori che impegnano creatività e fantasia. Lo conferma il 76% delle famiglie siciliane. Un altro miracolo siciliano. Come l’approccio col tempo libero, che i ragazzi hanno riempito di attività creative e di fantasia. Lo sostiene l’80% dei genitori intervistati. Sembra cambiare anche il rapporto tra i nativi digitali e le tecnologie. Niente più uso compulsivo ed aggressivo della rete. Grazie alla didattica a distanza i preadolescenti e gli adolescenti hanno cominciato ad usare le tecnologie per attività diverse dal guardare video o giocare al videogame. Hanno imparato a svolgere ricerche su internet, sono diventati più abili e saggi.
Lo sostiene il 78,26% dei genitori dell’Isola, secondo cui i giovani starebbero avendo un diverso approccio anche con i social. Insomma, nelle famiglie è scattato il cambiamento. Sapremo presto se i nuovi atteggiamenti verranno confermati anche dopo la fine del lockdown, e si procederà versa la stabilizzazione definitiva nei rapporti tra genitori e figli, oppure se tutto questo si sarà fermato allo stadio della contemplazione per poi essere cancellato nella fase della ricaduta, con la ripresa dei comportamenti conflittuali a casa.
Dr. Giuseppe Raffa ambulatorio antibullismi Asp Ragusa