La Nona Sinfonia di Beethoven al Teatro Duse di Bologna
Per ricordare i principi fondanti dell’Europa la Corale Quadriclavio e l’Orchestra Maderna eseguono la Nona Sinfonia di L.V. Beethoven al Teatro Duse di Bologna, martedì 19 Aprile
Bologna, 6 aprile 2016 – La Corale Quadriclavio e l’Orchestra Maderna eseguiranno la Nona Sinfonia di L.V. Beethoven al Teatro Duse di Bologna, martedì 19 Aprile 2016 per ricordare i principi fondanti dell’Europa, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Comune di Bologna. In questo momento travagliato della storia e della umanità, le note del grande compositore che ispirarono i fondamenti del grande sogno dell’unica Europa, e che riecheggiano maestosamente nel celebre “Inno alla Gioia” su testo di Schiller, vengono proposte dalla Corale Quadriclavio che, nel panorama musicale bolognese, offre esecuzioni di opere importanti da più di 20 anni. Ospiti l’Orchestra sinfonica Bruno Maderna di Forlì, compagine dalla storia consolidata e prestigiosa, e le voci soliste di Maria Carla Curia Soprano, Nadia Pirazzini Contralto, Gianluca Pasolini Tenore e Carlo Morini Baritono. Il tutto concertato e diretto dal M° Lorenzo Bizzarri. La Nona sinfonia, composta nel triennio 1822-1824, fu eseguita per la prima volta a Vienna il 7 maggio 1824 con un notevole successo, di cui Beethoven, ormai completamento sordo, si rese conto soltanto osservando il pubblico acclamante. Beethoven la costruì a poco a poco in un continuo divenire che si configura come l’essenza stessa dell’opera. Dal suo ascolto si ricava l’impressione di un continuo passaggio dall’indeterminatezza alla perfezione, dal dubbio alla certezza. Tale sensazione è accentuata dal carattere unitario della sinfonia che, dalla semplicissima idea iniziale, trova la sua compiutezza nel tema dell’Inno alla gioia. In ciascuna sua nota si illumina di un chiaro intento benefico: il risultato finale è un respiro gigantesco di umanità e un intimo calore di solidale fratellanza, la fondazione di una religiosità laica. Il “grande cuore di Beethoven” lo definì Ludwig Wittgenstein. Nel suo cuore, infatti, c’è il sentimento della lotta per credere in qualche cosa: senza cercare la via narrativa, Beethoven stesso è l’argomento primo ed unico del suo dramma che diventa quello di tutta l’umanità in cammino, nell’essenza effimera della vita.