L’Amministratore di Unicredit si sente un bancario….(con un po’ di zeri in più sulla busta paga…).La FABI: Ed allora perché non fa cessare l’arroganza dell’ABI?
Pronta risposta del sindacato maggiormente rappresentativo in Unicredit Group all’Amministratore delegato, Federico Ghizzoni, che in un messaggio rivolto al personale si dichiara soddisfatto della maggiore dinamicità riscontrata negli ultimi mesi.
Ghizzoni in data 11 febbraio scrive:
“Negli ultimi 3/4 mesi ho intravisto una maggiore dinamicità e ritengo che ci siano le condizioni per una svolta. E’ un periodo in cui sto tornando a divertirmi, perché a me piace fare banca sul campo; non mi sento banchiere ma bancario e oggi percepisco un’aria frizzantina, sento che qualcosa si muove e ne sono davvero contento. Voi che siete sul campo che sensazioni avete?”
Ecco la pronta risposta della FABI-UNICREDIT GROUP (nella foto: Angelo Di Cristo, Coordinatore FABI Unicredit)
Leggiamo della dichiarazione, sul Portale di Gruppo UniCredit, del nostro A.D. con somma gioia, grande sorpresa e meravigliata attenzione :
Somma gioia nel sapere che riesca a divertirsi di questi tempi, esercitando poi il mestiere sul campo, praticamente uno di noi;
Grande sorpresa nell’apprendere che si senta BANCARIO e non banchiere; niente, niente che sia rimasto impressionato, pure Lui, dall’ondata impetuosa delle maglie Fabi alle manifestazioni del 30 gennaio!!!;
Meravigliata attenzione nel cogliere dalle sue esternazioni che, per quanto da noi ritenuto assiso e chiuso nell’eburnea Torre Meneghina, qualcosa “ eppur si muova “…. E ne tragga lieta contentezza.
La chiosa finale poi ci commuove nel profondo…., a Noi, Lavoratori Bancari davvero sul campo, chiede quali sensazioni proviamo….!!!
Parola ai Lavoratori Bancari
Noi, Lavoratori Bancari, siamo sul campo, siamo al lavoro, tutti i giorni, con impegno, dedizione e professionalità; non ci siamo divertiti affatto in questi anni di crisi a far fronte, spesso lasciati soli, ad una clientela inferocita non solo per gli effetti sui loro depositi/investimenti della congiuntura economica, ma anche ed in particolare per le scelte dei top manager, improntate a logiche di speculazione e lontane dai territori, dalle famiglie e dalle imprese medio-piccole, la spina dorsale e l’identità del nostro meraviglioso, seppur disgraziato, Paese.
Noi, Lavoratori Bancari, siamo in lotta per il nostro Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro;
Contratto, perché per Noi è il Patto Sociale che lega Aziende e Lavoratori e garantisce Diritti e Doveri, ai quali, Noi Lavoratori Bancari, non ci siamo mai sottratti ( rifletta sulla Responsabilità assunta dai Lavoratori e dal Sindacato nell’affrontare i problemi e le conseguenti soluzioni adottate; su tutte il Fondo di Solidarietà ed il Fondo per l’Occupazione, da noi sostenuto e finanziato con decine di migliaia di giornate di Lavoro, mentre la resistenza dei top manager a versare ben il 4 % delle loro pingui retribuzioni ha rasentato l’indecenza morale);
Collettivo, perché per Noi il Bene Comune è la priorità, dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno; contro il disgregante e becero disegno di Abi di dividere e “balcanizzare” la Categoria;
Nazionale, perché per Noi l’identità del Lavoratore e la sua dignità sono una cosa sola; i contratti aziendali si reggono e si contemperano con il CCNL, non lo sostituiscono, né lo cancellano, né vengono meno per soddisfare un’assurda sete di “ localismo”;
Lavoro, perché per Noi il Lavoro Bancario ha un valore, una dignità, una PROFESSIONALITA’ che la spinta di Abi a rendere sempre più flessibile, sempre più precario, sempre più orientato al “ nuovo “ che avanza, SI APPALESA, IN MODO CHIARO ED INEQUIVOCABILE, COME L’INCAPACITA’ DEI BANCHIERI AD ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITA’, AD AFFRONTARE IL CONFRONTO CON IL SINDACATO SU TUTTI GLI ASPETTI E GLI ARGOMENTI E A CONDIVIDERE UN PROGETTO SERIO ED ONESTO PER CONTRIBUIRE AL RILANCIO DELL’ITALIA.
Ci lasci coltivare il sogno, persino l’utopia, che Lei, finalmente sceso tra Noi e Bancario, saprà e vorrà cogliere gli elementi, da noi serenamente elencati, per fornire quel contributo positivo e propositivo a che il Dominus di Palazzo Altieri, se non abbandonata almeno mitigata l’insopportabile arroganza, incontri il Sindacato, con intenti e finalità costruttive, al fine di rinnovare il NOSTRO CONTRATTO DI LAVORO.
“ Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza ”
Che il Sommo Poeta ci perdoni e ci risparmi dalle fiamme degli Inferi.