“Le olimpiadi del 1936” raccontate dal giornalista Federico Buffa
Ieri sera un successo a Ragusa per la rassegna “teatro in primo piano”. Lo sport narrato in modo coinvolgente come mai era accaduto prima
Ragusa, 23 novembre 2015 – Le luci si spengono, una voce inconfondibile racconta una storia, una storia di sport che prende quasi vita di fronte agli occhi degli spettatori per il modo in cui viene narrata. In piedi davanti a tutti, manco a dirlo, c’è Federico Buffa. Il noto cronista e commentatore sportivo con il suo racconto ci porta indietro fino alle Olimpiadi del 1936 a Berlino ma non più attraverso uno schermo. Quella che racconta è una storia che va ben oltre lo sport. Con il suo ormai inconfondibile stile avvolgente, Buffa narra una delle edizioni più controverse nella storia dei Giochi, aperta da Adolf Hitler e ripresa per la prima volta dall’occhio delle telecamere. Partendo dalla narrazione dell’evento sportivo, racconta una storia di sport e di guerra arricchendola di aneddoti e curiosità. Il pubblico presente ieri sera alla Scuola regionale di sport della Sicilia, per il secondo appuntamento di “Teatro in Primo Piano”, promosso a Ragusa dall’associazione culturale Abc, è rimasto colpito dall’emozione che il giornalista è riuscito a trasmettere. Con lui i musicisti Alessandro Nidi, Nadio Marenco e la giovane cantante Cecilia Gragnani. Tra televisione e teatro, dice Buffa, c’è una differenza abissale. “Si avverte – spiega – il fruscio del sipario che si apre, tutto è più bello. In tv c’è una sorta di paracadute, di rete. A teatro invece sei esposto ai tuoi limiti ma c’è anche il rovescio della medaglia: il pubblico sente il tuo respiro, le tue emozioni ma tu puoi sentire le loro. Ti accorgi se ti ascoltano, se sono coinvolti. A volte gli spettacoli sono durati di più proprio perché avevamo di fronte un pubblico dinamico, che interagiva”. Ma perché Buffa ha deciso di raccontare proprio le Olimpiadi del 1936? “Credo che nella storia del ventesimo secolo – chiarisce – rappresentino una sorta di spartiacque. Da quel momento lo sport ha smesso di essere ciò che era prima, diventa un veicolo di propaganda, anche uno strumento politico. Hitler era inizialmente restio a dover organizzare le Olimpiadi, fu il ministro della propaganda Joseph Goebbels a convincerlo. Si intravede per la prima volta l’importanza che può avere lo sport, un mezzo potentissimo. Un valore molto simbolico. Basti pensare che durante lo spettacolo si narrano le vicende di due vincitori appartenenti a minoranze emarginate: Jesse Owens, che vinse ben 4 ori, e il coreano Kee Chung Sohn che trionfò nella maratona. Il presidente Roosevelt nemmeno si congratulò con Owens dopo i successi mentre il secondo partecipò alle Olimpiadi con un altro nome, gareggiando per il Giappone che in quegli anni aveva invaso la Corea. Le vittorie di entrambi vanno al di là dello sport, c’erano valori ben più importanti in gioco”. Tra i vincitori ci fu anche un’italiana. “Trebisonda Valla – dice ancora Buffa – viene citata alla fine. Anche per lei si trattò di una prima volta e anche in questo caso era un simbolo, icona delle vigorose donne fasciste. Cosa mi sta dando questa esperienza? E’ stato difficile all’inizio entrare in questa realtà, sono stato “giustamente” maltrattato. Mi devo impegnare ad essere un attore. Imparo giorno dopo giorno e non vorrei mai smettere di provare anche quando gli attori giustamente vorrebbero andar via”. Intanto la rassegna “Teatro in Primo Piano” propone per il 5 e il 6 dicembre “Sono nata il ventitrè” di e con Teresa Mannino. Il botteghino è aperto alla Scuola regionale di sport della Sicilia di via Magna Grecia a Ragusa il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 17 alle 19.