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Lettera aperta ai Commissari straordinari del Comune di Vittoria.

Vittoria. 8 novembre 2020
Preg.mi Sigg.ri Commissari,
Vi scrivo in qualità di giornalista, ( tessera O.D.G 109187 )Direttore responsabile del Giornale online Italreport.
Vi riporto in parte, anzi, in minima parte, le note di protesta che oggi, ieri e nei giorni precedenti, sono arrivate in redazione.
La gente ci scrive per denunciare quello che accade nella nostra città, zona rossa dal 3 al 10 novembre; zona in cui sono state interdette: la libertà di movimento, il diritto di cirvolare e le elezioni amministrative del 22 novembre p.v. per l’alto numero di positivi.
Fin qui, nulla da eccepire, se i provvedimenti restrittivi assunti servono a tamponare la crescita dei contagi e tutelare la salute pubblica. Ma se a rispettare la normativa e ad essere perseguiti devono essere sempre e solo i soliti noti, la gente si ribella e reagisce in maniera scomposta, per cui poi viene giudicata in un certo modo.
Ho avuto modo di constatare, quante violazioni, infrazioni, abusi e soprusi, sono stati compiuti in questi giorni. So per certo che l’impegno delle forze dell’ordine, chiamate ad affrontare questa emergenza che non ha precedenti, è straordinario. D’altra parte, Vittoria ha avuto uomini delle istituzioni, quali il compianto Questore Marcello Guglielmino, il Colonnello Ninni Drago e tanti altri ancora, che hanno rappresentato e rappresentano al meglio le eccellenze dello Stato. Non a caso sono stati artefici di straordinarie operazioni contro la criminalità. Ma ormai sono ricordi del passato. Diciamoci la verità, non mentiamo a noi stessi, nel 2020 non si può andare in guerra indossando l’elmo con le corna, la corazza di cuoio e fronteggiando un esercito di migliaia di indisciplinati, con l’impiego di due o tre persone e questo non riguarda solo la città di Vittoria, quindi non è accusa riservata esclusivamente a questo territorio, infatti basta vedere cosa accade nelle città del Nord, dove orde di incivili assaltano a sassate carabinieri e agenti della municipale.
Ho visto foto e video sconvolgenti, scattate e girati in questi giorni e non tanto perché qui siamo tutti mafiosi, ma perché non si riesce a fare rispettare ciò che lo Stato impone. Allora, le cose sono due, se lo Stato impone, chi lo rappresenta, ha il dovere di farlo rispettare, se invece i contenuti dei DPCM servono solo per riempire le carte di parole, che sia detto esplicitamente.
Signori Commissari, è inconsueto che un giornalista scriva per manifestare le proteste della gente, ma è anche inopportuno che si dia questa sensazione di “vuoto e di abbandono” che scoraggia, soprattutto chi si attiene scrupolosamente alle disposizioni e rispetta la legge, sia che questa piaccia, sia che non piaccia.
La salute pubblica va tutelata, noi non siamo abituati a rivolgerci a persone che non rappresentano le istituzioni, né organizziamo ronde, come avviene in certe località dell’estremo Nord, dove la mafia “non esiste”, forse quella con le coppole.
Noi quando vogliamo risolvere un problema, ci rivolgiamo a chi rappresenta lo Stato.
Immagino che questa mia, che racchiude in poche righe, le aspettative, le esigenze e i diritti della gente, non lasci spazio a libere interpretazioni.
Grazie della considerazione e sono certo del riscontro e dell’esito positivo.
Giovanni Di Gennaro
Direttore responsabile Italreport
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