L’intervista di Sandro Alfieri – On. Francesco Aiello
Francesco Aiello detto “Ciccio”, docente di Italiano e Latino nei Licei, sin dall’adolescenza militante politico nel Partito Comunista Italiano. Nel 1978, a 31 anni diventa Sindaco di Vittoria per la prima volta. Nel 1981 viene eletto all’Assemblea Regionale Siciliana per ben tre legislature con una parentesi alla guida dell’Assessorato regionale all’Agricoltura. Nel 1995 si dimette da parlamentare e si ricandida alle elezioni per la carica di Sindaco che svolgerà sino al 2005. Ha fondato il Movimento di Azione Democratica di cui è stato consigliere comunale. Nel 2011 verrà di nuovo designato per 5 mesi Assessore all’Agricoltura e nel 2021 viene eletto Sindaco della Città di Vittoria per la settima volta. Ha una passione per le poesie e difatti ha pubblicato due raccolte “Foglie di sale” (1995) e ” Lettere e Idilli” (2005).
Sindaco, innanzi tutto dopo poco più di un anno dall’inizio della sindacatura, come sta?
Un po’ stanco per la verità, è molto faticoso. Si tratta di affrontare una serie di fatti, in cui si inseriscono spesso attacchi politici. E la macchina amministrativa è quella che è.
Senza perdere tempo passiamo ai tre temi caldi degli ultimi giorni. Lei ha affermato che la mancata approvazione del rendiconto da parte del consiglio comunale sia stato un atto irresponsabile e dannoso per la città. Ne è sicuro oppure come dice la nuova maggioranza consiliare ciò è stato fatto per evitare assunzioni clientelari?
Lo trovo un alibi risibile. C’è l’art.90 che consente al Sindaco di dotarsi dell’Ufficio di Gabinetto, di cui io ne sono privo per la situazione di ente strutturalmente deficitario. Consideri che gli uffici tecnici sono senza dirigenti. Hanno voluto bloccare le procedure selettive che consentono al Sindaco, sulla base di una lista di idonei, di scegliere attraverso valutazioni discrezionali. Le loro argomentazioni sono risibili e nascondono un profondo disprezzo per i cittadini e la verità.
Passiamo alla polemica sui murales della Fontana della Pace che lei ha fatto cancellare. Da un suo video pare che la ragione sia una sorta di rivalsa nei confronti dell’ex sindaco Nicosia che aveva fatto coprire una targa precedente con apposta la sua firma di Sindaco. Tuttavia, a prescindere dalle ragioni, non ritiene quantomeno che ci sia stato un errore di comunicazione e che le associazioni e gli artisti che avevano contribuito alla realizzazione dovessero essere coinvolti o quantomeno informati della sua decisione?
Gli artisti hanno fatto male a non dire che quei murales sono cambiati già 15 volte e che quei pannelli erano stati realizzati dalle scuole sui temi della pace, della lotta antimafia e dell’acqua. Quindici anni fa rifecero i pannelli ma lasciarono la Fontana in condizioni disastrose. La fontana fu realizzata nel 1984 e c’era una targa di un poeta vittoriese Emanuele Mandarà e questa lastra fu trafugata, come quella di Piazza del Popolo. La Fontana della Pace e il Memoriale della Pace sono sempre stati oggetto di attacchi della destra di questa città, non hanno mai potuto digerire che la fontana avesse la forma dei missili cruise. L’obiettivo è di ripristinare il luogo per consentire un servizio ai cittadini.
E con i pannelli cosa ha in mente?
Saranno affidati alle scolaresche, come sempre è accaduto, in memoria di quella battaglia contro i missili portata avanti da Pio La Torre.
Ha fatto scalpore l’ormai famoso abbraccio e stretta di mano con Totò Cuffaro, condannato in via definitiva per favoreggiamento mafioso, in occasione della festa dell’amicizia organizzata dalla nuova democrazia cristiana. È vero, lei è stato invitato dall’assessore agli enti locali in qualità di esperto all’agricoltura, ma a posteriori saluterebbe nuovamente Cuffaro a favor di telecamera o secondo lei era un atto inevitabile?
Intanto Cuffaro è stato assolto per collusione, ha scontato la sua pena, è stato riabilitato e ha tutti i diritti civili. Sono stato invitato dall’assessore regionale, c’era il Presidente della Coldiretti e ho partecipato come ex assessore all’agricoltura e Sindaco. Voi pensate che gli interessi della mia città possa difenderli rifiutando questi inviti? Cuffaro è una persona che conosco da 20 anni e, quando sono entrato nell’aula, mi ha urlato “Ciccio!”, ma che dovevo fare voltarmi dall’altra parte? Mi fa specie che le critiche vengano mosse da persone che non sanno cosa sia la lotta alla mafia e alla corruzione, si figuri che quando andavo a chiudere i box al mercato, queste stesse persone scappavano. È mancato il senso della misura, ma ciò non mi turba.
Altro tema sono i rapporti con il consiglio comunale. Ben 5 consiglieri sono passati dall’altra parte, facendole perdere nei fatti la maggioranza e questo crea evidenti disagi nell’azione amministrativa. Non dovrebbe ricucire i rapporti con questo organo, magari partecipando alle riunioni del consesso, nonostante alcuni consiglieri in alcuni casi utilizzino, e questo non ho problemi a dirlo, termini offensivi nei suoi confronti?
L’inizio di questa sindacatura è stato caratterizzato da illegittimità, in occasione dell’elezione del Presidente, con le famose schede artefatte. Sono forse sotto processo per aver detto che era stato tutto truccato, che era una cosa indecente. Dicono che Aiello ha fatto sciogliere il Consiglio, ma come Salvini ha firmato e Di Maio ha fatto la famosa dedica e sarei stato io? Io devo fare il Sindaco in una città complicata, abbandonata.
Quindi non va in consiglio perché ha altre priorità?
Certo, il mio compito è quello di far fronte ad una città disastrata, senza neanche la possibilità di assumere un solo operaio.
Lei sa il motivo per il quale questi 5 consiglieri hanno deciso di abbandonare la maggioranza? È vero come si dice in giro che si tratta di infime questioni di mancato riconoscimento di ruoli o di incarichi a amici e parenti?
Un tempo i partiti contenevano gli appetiti personali, non che le ambizioni, come diceva Gramsci, si possano sopprimere, ma non ci deve essere spazio per la piccola ambizione personale, altrimenti è solo degrado, sei solo uno che vuole potere senza averne i titoli. Perché questi cinque consiglieri hanno bocciato il rendiconto se poi il commissario lo ha approvato in quanto legittimo? Ma tanto risponderanno di fronte alla Corte dei Conti per il loro operato.
Anche se l’opposizione millanta disastri, da esterno vedo una Vittoria migliorata, più pulita. La villa e il teatro riaperti, la Piazza del Popolo finalmente senza alberi come le principali piazze italiane, il cancello alla scuola Vittoria Colonna, il restauro delle altre piazze, l’avvio dei lavori sullo stradale di Scoglitti, l’inaugurazione del lungomare. Tutto merito suo? O deve dividere i risultati con qualcuno?
Se i risultati ci sono, sono sempre da condividere con quelli che hanno condiviso con me il progetto. La prova che ho di fronte è dura, sacrifico il mio tempo libero e la mia famiglia perché bisogna essere responsabili. Immagini cosa avrei potuto fare se avessi avuto le risorse necessarie.
Che differenza c’è tra fare il sindaco nel 2023 e farlo nel 1970? Forse ci sono troppi organi e procedure che a differenza di prima rallentano i processi?
La prima differenza riguarda il sistema finanziario, con lo Stato che copriva buona parte delle spese. Ora ci sono forme più sostenibili di finanza locale e molto dipende dalle entrate tributarie. La seconda riguarda la struttura burocratica dell’ente, perché nelle grandi città il sindaco può dedicarsi all’indirizzo politico e l’amministrazione attiva è in mano ai dirigenti, nelle piccole realtà ciò è molto più difficile. A ciò si aggiunga che le progressioni verticali del personale si sono fermate 20 anni fa.
L’ex Sindaco Nicosia è stato assolto dall’accusa di scambio politico mafioso. Lei, tuttavia, continua a denunciare presunte malefatte durante la sua sindacatura. Sono stati compiuti atti illegittimi?
Di fronte a una sentenza di assoluzione, chi sono io per contestarla? Veda, a differenza dei miei avversari, io le sentenze le rispetto. Occorre però distinguere le vicende penali dallo scioglimento del comune, per il quale sono tutti responsabili. È la cosa più grave, ignobile ed è coinvolto l’intero gruppo che amministrava ai tempi.
Ce la spiega la storia dei 5 milioni che fa tanto arrabbiare il dott. Fraschilla?
È il mistero di Vittoria. Nel 2011, quei 5 milioni erano in un capitolo vincolato per la bonifica della discarica di Pozzo bollente. Questi soldi vengono improvvisamente distratti e l’ispettore della Polizia provinciale ha in seguito dichiarato che non ci sono dati contabili sull’utilizzo di queste somme. Tra l’altro, il Dirigente dott. Sulsenti, all’epoca, non volle firmare il trasferimento delle somme dal capitolo vincolato. Ma quegli anni furono caratterizzati da dissennatezza nell’agire amministrativo.
Passando ad altro. Nella sua attività politica si caratterizza per essere un tipo fumantino, che usa termini anche forti ai suoi avversari. Com’è invece Ciccio Aiello dentro le mura di casa sua?
(ride). A casa sono molto attivo e mi occupo anche di faccende domestiche. Io voglio lavare i piatti e mia moglie vuole metterle in lavastoviglie e allora discutiamo. Poi, come accade in tutte le famiglie, fuori fai il comandante, a casa invece… ci siamo capiti!
Lei è praticamente conosciuto da migliaia di perone. Ma ci sono persone che considera amici imprescindibili?
Penso che le uniche vere amicizie siano quelle dell’infanzia. L’infanzia è una stagione di sincerità e semplicità, sono un seguace della teoria di Rousseau. Mi rivedo negli anni in cui lavoravo piccolino e i miei amici mi aspettavano che finissi, per trascorrere la domenica insieme vestiti a festa.
Ultima domanda: lei ha militato per anni nel partito comunista. In questo periodo caratterizzato da una forte presenza della destra, anche estrema e connotata da bieche nostalgie, e da una crisi della sinistra, Ciccio Aiello a 76 anni è ancora legato agli ideali di gioventù o come spesso capita col tempo si è avvicinato al mondo dei moderati?
Ciò che mi rimane è la centralità che riconosco ai lavoratori, la capacità comunicativa dei braccianti. Mi ricordo che una delle cose che non riuscivo ad accettare era che il PCI ci insegnava darci del tu. Saro Iacono voleva che gli dessi del tu, ma io avevo 14 anni, non me lo sognavo proprio. La persona mantiene sempre una sua unicità nello sviluppo degli eventi. Io, ad esempio, non sono mai stato anticlericale, al massimo ero agnostico, ma sono stato chierichetto ed ero in un’associazione cattolica. Con il tempo si diventa per un verso più riflessivi, per altri più radicali perché col passare degli anni pensi di più all’essenziale e cerchi di essere quello che pensi. Anche se essere radicali a volte ti crea problemi…