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Mafia Capitale. Lusetti: “Fuori subito chi tradisce i nostri valori”. Legacoop parte civile nel processo

Roma, 7 dicembre 2014 – “Chi dice di appartenere al mondo cooperativo e poi tradisce i nostri valori può andarsene. Anche subito”. Inizia così l’intervista che il presidente Mauro Lusetti ha concesso all’Avvenire oggi in edicola. Un’uscita a cui si affianca analoga intervista su La Stampa, con cui risponde alle prese di posizione di ieri di Rosy Bindi, sempre sul giornale torinese. “La vicenda di Roma è grave – spiega Lusetti – e noi abbiamo assunto provvedimenti adeguati: abbiamo sospeso gli indagati e gli arrestati dagli organi di tipo associativo, e chiesto alle imprese di cui fanno parte di adottare analoghe decisioni. Inoltre, come Legacoop ci costituiremo parte civile. Detto questo, però, il sistema delle coop è sano”.
Il presidente Lusetti risponde anche alle accuse di Susanna Camusso, che riferendosi alla cooperazione aveva parlato di “un sistema malato e corrotto”. “Una frase incommentabile, non fosse altro perché, trascinata dalla sua  vis polemica, il segretario della Cgil ha finito per generalizzare, facendo di tutta l’erba un fascio – spiega il presidente sull’Avvenire – probabilmente, se avesse dedicato meno tempo a polemizzare con l’ex presidente di Legacoop e attuale ministro del Lavoro, Susanna Camusso si sarebbe accorta che tra i lavoratori delle nostre cooperative ci sono anche molti iscritti al suo sindacato”.
Sposa invece le parole di Raffaele Cantone contro gli ‘affaristi del sociale’. “Totale condivisione. Non a caso, sono parole arrivate da un magistrato che conosce profondamente i problemi che stiamo affrontando e che sa distinguere, caso per caso”. Perché, spiega Lusetti, non è questione di dimensione aziendale: “Non penso che la dimensione dei soggetti cooperativi abbia una qualche relazione con la maggior facilità a delinquere. Non c’è alcun gigantismo da combattere. Il problema sta nella capacità di interpretare in modo corretto i principi cooperativi, non nelle dimensioni d’impresa. La responsabilità è personale”.
Come mai nessuno si era accorto di niente, chiede la Stampa? “Noi siamo un’associazione di imprese, non un’associazione investigativa. Se avessimo saputo qualcosa saremmo andati subito in Procura”. Ma “per scoprire un sistema criminale come quello contestato, cosa avremmo dovuto fare, mettere delle microspie? Se qualcuno ha sbagliato pagherà. Legacoop, che in passato non si era mai costituita parte civile contro chicchessia, stavolta lo farà. Perché l’odiosità dei comportamenti è tale che non aspettiamo la sentenza della magistratura: indipendentemente dal profilo penale, chi ha detto quelle cose per noi è fuori”. E sul fronte delle contromisure Lusetti suggerisce di “rendere più stringenti le regole dei mandati limitati: serve per garantire un ricambio generazionale, e serve anche come elemento di trasparenza, non si può avere un presidente per vent’anni”.

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