Mancata nomina di Di Stefano a direttore del Polo museale di Ragusa, un danno per il territorio
La mancata nomina dell’archeologo ragusano Giovanni Di Stefano a direttore del polo museale di Ragusa continua a suscitare malcontenti nel mondo della cultura iblea. La ragusanità, un tempo non troppo lontano, era sinonimo di isola nell’isola e di eccellenza a 360° e, quantomeno, tra le mura domestiche veniva assicurata una certa autonomia decisionale. Certo a Palermo l’hanno pensata sempre a modo loro ma finché esisteva la P r o v i n c i a, un minimo di orgoglio scattava nella deputazione locale che ormai si è ridotta (certo, non sempre e non tutta) ad intestarsi battaglie localistiche e a rivendicare la paternità di qualche finanziamento pubblico. Dopo gli interventi pubblici di alcuni intellettuali che si sono schierati contro il trasferimento di Di Stefano fuori Ragusa, come l’accademico Uccio Barone ed il regista Gianni Battaglia, adesso scende in campo il presidente della ProLoco di Ragusa, il giornalista Antonino Recca che, in una lunga nota, spiega il suo disappunto per le scelte verticistiche palermitane.
“Avevamo deciso di attendere qualche giorno prima di prendere una posizione ufficiale sull’ormai noto caso Di Stefano – scrive Recca -, sperando che il buon senso potesse prevalere su una decisione unanimemente considerata errata, ma così non è stato. A nulla, per ora, sono valsi gli appelli e le dichiarazioni di biasimo politicamente trasversali o provenienti dai settori dell’economia e della cultura. Così come temiamo a poco servirà il nostro intervento. Vogliamo esprimere, tuttavia, solidarietà all’amico archeologo Giovanni Di Stefano, con il quale, negli anni, abbiamo svolto attività insieme, dimostrando, anche a qualche scettico, l’importanza di applicare la professionalità alla cultura per incrementare il turismo”.
Nessuno meglio di Di Stefano potrebbe occuparsi del Polo Museale Provinciale di Ragusa
“Ci uniamo al coro di indignazione di questi ultimi giorni – continua Recca – perché nessuno meglio di Di Stefano potrebbe occuparsi della nascita del Polo museale provinciale, garantendo, allo stesso tempo, competenza, lungimiranza e capacità divulgative e promozionali, e riteniamo la sua mancata nomina a direttore del Polo non solo un grave errore, ma la causa di un serio danno al territorio provinciale. Dal Governo regionale, forse, credono ancora che i settori della cultura e del turismo siano slegati, che la conoscenza di una specifica realtà sia un limite e non un pregio, che i rapporti di collaborazione intessuti in anni e anni di carriera si possano buttare alle ortiche sulla base di un distorto e controproducente principio di rotazione (ad personam). Non comprendono a Palermo quale e quanto danno si provoca in un’area quando la si priva di una figura come quella che rappresenta il prof. Di Stefano a Ragusa. Ad esempio, associazioni come la nostra, che fanno di cultura e turismo la propria missione, dovrebbero cominciare daccapo; il nuovo direttore dovrebbe imparare a conoscere il nostro territorio e le realtà che in esso operano; egli dovrebbe studiare la storia della precedente esperienza e, se tutto va bene, sperare almeno di poterla emulare. Noi non conosciamo il direttore che è stato nominato al posto di Di Stefano, ma sappiamo benissimo quel che è stato fatto e ciò che si aveva intenzione di fare. Ci scuserà, quindi, l’assessore Vermiglio se pensiamo convintamente che per noi non poteva esserci decisione più sbagliata perché (ci tocca scadere nella banalità di quel proverbio che parla di strade vecchie e nuove) per il bene di Ragusa, vorremmo continuare a percorrere la strada già tracciata.
“Ci auguriamo – conclude il presidente della ProLoco – che da Palermo possa arrivare notizia di un ripensamento, lo auguriamo a Di Stefano, lo speriamo per la nostra provincia”.