Il tessuto produttivo siciliano è caratterizzato da aziende di medie, piccole e piccolissime dimensioni che, sotto l’aspetto della digitalizzazione, sono in forte ritardo. Come accompagnare, quindi, le aziende ad adeguare i propri modelli di produzione verso la trasformazione digitale basata sulla integrazione cyberfisica tra macchine, oggetti e persone? Oltre la “via italiana” esiste una “via siciliana” al modello 4.0?
Domande che apriranno il dibattitto in occasione dell’assemblea annuale pubblica di Federmanager Sicilia orientale, in programma venerdì 14 luglio alle ore 15 all’Hotel Parco degli Aragonesi.
«Un appuntamento fondamentale per il nostro sistema associativo – ha affermato Giuseppe Guglielmino, presidente di Federmanager Sicilia – e per il quale ritengo assolutamente indispensabile la partecipazione di tutti. Di fronte a qualificati interlocutori del mondo accademico, del sistema associativo oltre al sistema Confindustriale verrà trattato il tema della quarta rivoluzione industriale, Industria 4.0, e si ascolteranno i vertici di due realtà isolane, Xenia e Abs, che hanno già implementato le nuove tecnologie di connessione e digitalizzazione».
Nelle economie più avanzate, infatti, è stata già avviata la quarta rivoluzione industriale. Paesi come la Germania e gli Stati Uniti hanno promosso iniziative strategiche, supportate anche da ingenti investimenti finanziari, per adeguare i propri modelli di produzione manifatturiera alla trasformazione digitale basata sull’integrazione cyberfisica tra macchine, gli oggetti e le persone.
In Italia, sotto l’aspetto della digitalizzazione, le imprese sono in forte ritardo perché da un lato non si è completata la terza rivoluzione industriale; dall’altro manca la consapevolezza, necessaria per intraprendere il cammino dell’innovazione, di quanto è in atto nel mercato globale. Senza un processo di digitalizzazione queste imprese sono destinate a essere sempre meno competitive sul mercato.
Si potrebbe, dunque, partire dalla “terza via”, quella che si basa sulla concezione dei robot come valorizzatori della capacità di produzione umana per aumentare la produttività dell’azienda, per poi pensare a una via tutta siciliana.
L’obiettivo, quindi, deve essere quello di sviluppare processi industriali e filiere talmente flessibili e versatili da essere in grado di replicare il valore del prodotto – partendo dalla tradizionale manifattura su base artigianale che caratterizza il “made in Italy” – per adattarlo alle esigenze del singolo cliente. Un modello di “Industria 4.0” con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di tutti.