Roma, 18 febbraio 2015 – “I provvedimenti adottati dalla Commissione lavoro per i professionisti a Partita Iva sono il risultato di una battaglia che abbiamo condotto e sostenuto con forza nei nostri percorsi di mobilitazione, insieme ad altre organizzazioni di rappresentanza. Si tratta di provvedimenti necessari per evitare il rischio che migliaia di professionisti vedano diminuire ulteriormente il proprio già scarso reddito. Esprimiamo, quindi, soddisfazione alla notizia che l’aliquota previdenziale in Gestione Separata per i professionisti sia stata congelata anche per il 2015 al 27,72%. Allo stesso modo crediamo sia positiva la possibilità, ancora per il 2015, di optare per il vecchio regime dei minimi”. È quanto affermano in una nota la Consulta delle professioni Cgil e Agenquadri. “Non è tuttavia con le proroghe e con i provvedimenti d’urgenza – prosegue la nota – che è possibile governare la complessità dei temi del fisco e della previdenza per il mondo delle professioni che negli ultimi decenni si è espanso in modo considerevole. Auspichiamo quindi che nel 2015 il Governo voglia convocare un tavolo con parti sociali ed associazioni professionali per discutere di tutti gli ambiti del lavoro autonomo e professionale. In particolare chiediamo che si affrontino le questioni dell’equo compenso, della tutela in caso di scarsa attività o scarso reddito e in caso di malattia, specie malattie gravi, e per modulare l’indennità di maternità ed i congedi parentali. Tutte questioni che rappresentano le reali esigenze delle professioniste e dei professionisti iscritti alla Gestione Separata”. “Queste nostre richieste – continua la nota – chiediamo siano già prese in considerazione e soddisfatte dal decreto annunciato per venerdì 20 febbraio. In tal senso continueremo la nostra battaglia per estendere ai professionisti i diritti e le tutele che essi stessi ci chiedono con forza, come risulta anche dai primi dati della ricerca “Vita da professionisti”. Il 68% degli intervistati sostiene di sentirsi un “Lavoratore autonomo con scarse tutele”, a dimostrazione che non è la natura della modalità di lavoro che determina condizioni negative quanto invece la carenza di diritti. Quello che i professionisti considerano più importante nel proprio futuro professionale è la continuità di reddito e il riconoscimento di più diritti e più tutele. I professionisti chiedono al sindacato quel che da tempo la nostra organizzazione ha fatto proprio, ovvero che nei contratti siano previsti maggiori diritti e maggiori tutele, anche per coloro che lavorano con un contratto autonomo non dipendente, e considerano prioritario che il sindacato si attivi per tutelare il reddito dei professionisti nei periodi di non lavoro o scarsa attività e per l’aumento dei compensi”, concludono Consulta delle professioni Cgil e Agenquadri.