Monitoraggio minacce epidemiologiche correnti. Report ECDC su minacce malattie trasmissibili
Il report ECDC (Ente Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie) sulle maggiori minacce delle malattie trasmissibili è un bollettino settimanale destinato agli epidemiologi e professionisti del settore sanitario nell’area di controllo e prevenzione delle malattie trasmissibili che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene possa essere utile diffondere per informare anche i cittadini sulla situazione globale a livello di patologie e infezioni. L’ultima relazione copre il periodo 14 – 20 settembre 2014 e include gli aggiornamenti su: Malattia del virus Ebola-Africa occidentale.
Dalla scorsa settimana, i paesi interessati hanno segnalato 1.066 casi supplementari (80 in Guinea, 674 in Liberia, 312 in Sierra Leone) e 326 morti supplementari. Il rapporto medio tra contagio -fatalità è del 49%. Fin dall’inizio dello scoppio nel dicembre 2013, ci sono stati ben 318 casi e 151 morti tra gli operatori sanitari. La situazione generale rimane critica e il crescente numero di operatori sanitari che sono stati infettati è una delle principali cause di preoccupazione.
Come abbiamo più volte ripetuto, quello che sta vivendo l’Africa Occidentale è il più grande mai documentato scoppio dell’EVD in termini di numeri e diffusione geografica. Attualmente si ripercuote sulla Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria. L’epidemia, secondo gli esperti, non ha ancora raggiunto il suo picco ed è attualmente in una fase di rapida diffusione.
Scoppio di Enterovirus D68 – USA
Dal 10 settmbre, l’omologa agenzia americana per il controllo delle malattie ha segnalato 58 casi supplementari confermata dai test di laboratorio, mentre sono stati colpiti 10 nuovi Stati. In Canada, dal 1 al 11 settembre 2014, le prove di laboratorio hanno confermato 10 casi di EV-D68 a Calgary, cinque ad Edmonton e tre in Alberta centrale e del Nord.
EV-D68 è una causa potenziale di infezione delle vie respiratorie, soprattutto tra i bambini. Tuttavia, è stato raramente segnalato in tutto il mondo e il numero di casi rischia di essere sottovalutato negli Stati Uniti e in Canada a causa dell’assenza di un sistema di sorveglianza obbligatoria. Quest’anno, la grandezza del focolaio negli Stati Uniti
I primi i autoctoni sono stati segnalati in Brasile, vicino al confine con la Guyana francese. Inoltre, il Ministerlo della salute pubblica e assistenza sociale (MSPAS) in Guatemala, ha confermato i primi otto casi autoctoni del paese. Il numero di casi di infezioni da chikungunya è aumentato nella maggior parte delle zone colpite.
Un focolaio di infezione del virus chikungunya é ancora in corso nei Caraibi dal dicembre 2013. Lo scoppio si è diffuso al nord, centro e Sud America. Ci sono stati casi probabili e confermati più di 700 000 nella regione, tra cui 113 decessi finora. Diversi paesi dell’UE stanno segnalando casi importati dalle aree colpite.