Tutelare e rendere nuovamente fruibile alla collettività il Museo di Cimeli di Guerra allestito presso la sede della Federazione Provinciale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Ragusa.

Con questo obiettivo si è svolto un incontro, presso il Comune di Ragusa, fortemente voluto da Leonardo Lo Monaco, per sollecitare un intervento del primo cittadino, Peppe Cassì, al fine di tutelare un bene prezioso per l’intera comunità iblea.

All’incontro, in un’ottica di condivisione d’intenti, hanno preso parte anche i rappresentanti della Pro Loco di Ragusa e dell’Associazione Culturale Lamba Doria.

Il Museo, il cui contenuto è tutelato da apposito decreto di vincolo emesso dall’Assessorato Regionale per i Beni Culturali, risulta chiuso da qualche anno e nessuna certezza, ad oggi, si ha sul suo futuro.

La riunione costituisce un ulteriore passaggio, a seguito dell’incontro che si era tenuto lo scorso dicembre con il Soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Ragusa, dal quale era emersa la necessità di coinvolgere l’Amministrazione Comunale per avviare un percorso comune.
Con il primo cittadino si è fatto il punto della situazione, anche alla luce di quanto stabilito dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, nonché dalle specifiche leggi nazionale e regionale, in tema di tutela del patrimonio storico della Prima e della Seconda Guerra Mondiale.

Il sindaco, Peppe Cassì, ha rassicurato i presenti che sarà fatto tutto il possibile affinché questo patrimonio rimanga alla città di Ragusa. Per far ciò ha informato i partecipanti che provvederà nell’immediatezza a prendere contatti con il Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci in modo da poter avviare un dialogo costruttivo e risolutivo, garantendo la volontà dell’Ente a collaborare, di concerto con la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Ragusa, affinché il Museo possa nuovamente essere reso fruibile.

Nel corso dell’incontro, Leonardo Lo Monaco, fautore dell’incontro con il Sindaco Cassì, temendo che la chiusura al pubblico del museo possa essere riconducibile a scelte connesse con l’attività dell’A.N.C.R. a Ragusa, ha auspicato che le due realtà possano essere disgiunte e che, quindi, l’una non debba seguire il destino dell’altra.

Il referente provinciale dell’Associazione Lamba Doria, Salvatore Marino, ha rimarcato la necessità di un immediato intervento sinergico di Comune e Soprintendenza per i BB.CC.AA. finalizzato innanzitutto ad una concreta tutela e valorizzazione dell’importante patrimonio storico culturale, di evidente interesse etnoantropologico essendo costituito anche e soprattutto da cimeli legati alla storia del territorio ibleo, molti dei quali appartenuti a reduci di guerra ragusani, e da tempo precluso alla fruizione pubblica, mentre, Antonino Recca, in rappresentanza della Pro Loco di Ragusa, condividendo quanto auspicato dalla Lamba Doria, ha altresì proposto la possibilità di creare un unico grande polo museale che ospiti sia la collezione in possesso dell’A.N.C.R. che quella del Museo “L’Italia in Africa”, arricchendo così la città di un ulteriore importante punto di riferimento per il turismo culturale.

 

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