Si è tenuto il 12 marzo presso il Dipartimento di Agricoltura dell’Università di Firenze un incontro tra istituzioni, università e operatori del settore per la costituzione del primo Osservatorio Nazionale del Turismo con il Cavallo. Un’iniziativa nata con l’obiettivo di raccogliere dati, analizzare criticità e sviluppare nuove opportunità per un comparto in crescita, ma ancora poco strutturato a livello normativo ed economico.L’Osservatorio si propone come punto di riferimento per un comparto che abbraccia molteplici ambiti: dal turismo lento alle fattorie didattiche, dalla terapia assistita con animali alla formazione di operatori qualificati, dall’ospitalità all’equitazione sportiva e ricreativa. Il cavallo, infatti, non è solo un mezzo per esplorare itinerari alternativi e meno battuti della penisola italiana, ma anche un importante alleato per la valorizzazione del territorio rurale, la tutela delle tradizioni locali e lo sviluppo di nuove economie.

L’Osservatorio Nazionale del Turismo con il Cavallo nasce con una serie di obiettivi chiave:

Creare reti di studio e scambio culturale tra ricercatori, università, centri di ricerca e imprese, per condividere dati e approfondimenti sul turismo con il cavallo.
Sviluppare indicatori e modelli di analisi per studiare il viaggio sostenibile e il turismo slow.
Promuovere la ricognizione di buone pratiche di mobilità e turismo equestre, coinvolgendo le comunità locali.
Monitorare e valutare flussi, politiche e strategie di mobilità turistica con il cavallo, sia in contesti rurali che urbani.
Identificare tendenze di sviluppo turistico futuro, per una crescita equilibrata e sostenibile.

Uno degli aspetti centrali emersi nel dibattito è la necessità di ripensare la distribuzione dei flussi turistici. Federico Massimo Ceschin, Presidente di Simtur, ha evidenziato un dato allarmante: il 2% del territorio italiano assorbe la quasi totalità dei flussi turistici, con un incremento annuo del 10%. Questo sovraffollamento non solo minaccia l’equilibrio delle destinazioni più visitate, ma rende anche difficile garantire un’accoglienza adeguata ai visitatori.

Al tempo stesso, l’Italia si trova di fronte a un calo demografico significativo, con la prospettiva di perdere 5 milioni di abitanti nei prossimi anni tra emigrazione giovanile e invecchiamento della popolazione. “Dobbiamo ripensare il turismo come strumento di riequilibrio territoriale e sviluppo sostenibile. Il cavallo può essere il mezzo ideale per esplorare e valorizzare le aree interne, oggi escluse dai grandi circuiti turistici”, ha sottolineato Ceschin.

Gianluca Bambi, della Scuola Agraria di Firenze, ha evidenziato le difficoltà legislative che ostacolano la creazione di strutture dedicate all’ippoturismo. Attualmente, le agevolazioni fiscali e i finanziamenti riguardano solo l’allevamento, mentre l’addestramento e le attività turistiche non sono riconosciute. Inoltre, per svolgere attività turistica a cavallo è necessario possedere la qualifica di guida ambientale equestre, e spesso, per aggirare le barriere normative, le strutture devono registrarsi come fattorie didattiche o associazioni. “È necessario semplificare la normativa e rendere più accessibile l’apertura di nuove strutture equituristiche”, ha affermato Bambi.

Diego Petrucci, consigliere regionale della Toscana, ha ribadito il legame profondo tra la regione e il cavallo, ricordando il patrimonio culturale dei butteri e la presenza di razze autoctone come il Maremmano e il cavallo di Monterufoli, ideali per l’equitazione terapeutica e l’educazione dei bambini. “Il turismo con il cavallo incarna perfettamente il concetto di turismo lento, un’esperienza che permette di entrare nel cuore delle tradizioni italiane”, ha dichiarato.

Uno degli obiettivi principali dell’Osservatorio è creare una rete tra istituzioni, operatori e stakeholder per coordinare iniziative e strategie di sviluppo. Massimo Guasconi, presidente di Unioncamere Toscana, ha evidenziato il potenziale economico del settore, che in Italia conta 32 razze equine, 3 milioni di appassionati e un forte impatto sull’accoglienza agrituristica. Unioncamere lavorerà per consolidare i rapporti con le Camere di Commercio territoriali e supportare la crescita del comparto.

Martina Elmi, dell’Università di Firenze, ha presentato un’analisi sulle strutture equituristiche italiane, evidenziando che il 45% è gestito da privati, mentre solo il 17% rientra nel settore agricolo. Questo dato conferma la necessità di un riconoscimento più chiaro della figura professionale dell’operatore equituristico, con percorsi formativi adeguati e una regolamentazione fiscale più equa.

L’Osservatorio supporterà anche progetti territoriali di successo come quello di Capannori, presentato da Andrea Ricci, che ha sviluppato un circuito ad hoc basandosi sulla rete di itinerari ed ippovie connesse alla Via Francigena e ad altri percorsi storici presenti nell’area. Questo modello sta ispirando altri comuni, tra cui Monteriggioni e Radicondoli, che stanno lavorando a proprie reti di itinerari equestri.

Maurizio Rosellini, presidente di Final Furlong, ha sottolineato inoltre come le dimensioni del mercato globale del turismo equestre sono state stimate a 1,32 miliardi di USD nel 2023 e si prevede che raggiungeranno i 2,51 miliardi di USD entro il 2030, con una crescita del 10,1% ogni anno: una crescita notevole, guidata dal crescente interesse dei consumatori per esperienze di viaggio uniche e coinvolgenti. È inoltre opportuno osservare che tale stima comprende unicamente i viaggi e le attività ricreative legate all’equitazione – ovvero il movimento di persone che prendano parte a vacanze, tour o escursioni a cavallo, da soli o come parte di pacchetti offerti da agenzie di viaggio specializzate – con esclusione delle attività sportive che presentano un ulteriore fatturato da considerare separatamente, come anche l’indotto e l’indiretto in termini di accoglienza, riparo, ospitalità e servizi. Tali indicatori rendono quindi fondamentale una strategia condivisa tra i vari operatori dei comparti del cavallo e del turismo per valorizzare e sostenere questa prospettiva. Rosellini è coordinatore di Horse Green Experience – Giubileo 2025, un grande raduno equestre che percorrerà le principali vie di pellegrinaggio europee presenti in Italia – la Romea Germanica, la Romea Strata e la Via Francigena – per concludersi il 14 maggio a Roma, in piazza San Pietro.

L’incontro, moderato da Virgilio Gay, Direttore di Simtur, ha visto anche la partecipazione di Riccardo Bozzi (Presidente Scuola di Agraria), Simone Orlandini (Direttore DAGRI), Prof.ssa Chiara Mocenni (UNISI), Gennaro Giliberti (Ass.to Agricoltura Regione Toscana), Alessandro Tortelli (Centro Studi Turistici di Firenze) e Francesco Di Iacovo (Università di Pisa).

La nascita dell’Osservatorio Nazionale del Turismo con il Cavallo rappresenta un passo fondamentale per il riconoscimento e lo sviluppo di un settore che ha un enorme potenziale per il turismo, l’economia e la sostenibilità territoriale. L’obiettivo è quello di strutturare il comparto, creare nuove opportunità per operatori e turisti, e costruire un modello di turismo più equilibrato e diffuso, nel quale il cavallo diventi un vero protagonista della riscoperta del territorio italiano anche da parte dei principali tour operator internazionali.

Di Redazione

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