Riceviamo e pubblichiamo una lettera di encomio al personale di cardiologia ed emodinamica dell’Ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa a firma del dott. Gaetano Riva.
Accade frequentemente di sentir parlare di malasanità, specie quando c’è di mezzo la malapolitica. Un po’ per colpa della solita burocrazia ed un po’ per l’incompetenza dei politici di “mestiere” che a stento conoscono la differenza tra un agocanula ed un ago a farfalla e che si ritrovano a ricoprire ruoli manageriali all’intero del “sistema sanità”, vanificando di fatto l’impegno ed il lavoro di chi in quel contesto ci lavora veramente.
Ecco perché ritengo che sia importante rendere onore a quei sanitari che, nonostante tutto, fanno bene il proprio lavoro. Ad essi va tutta la mia stima e tutto il mio supporto sia come collega che come cittadino. È proprio nella veste di quest’ultimo che mi preme ringraziare tutti i colleghi della cardiologia e dell’emodinamica del P.O.M.P. Arezzo di Ragusa, brillantemente diretta dal dott. Nicosia.
Se è vero che esistono casi isolati di malpractice (bisognerebbe usare questo termine al posto di malasanità) è altrettanto vero che esiste anche la malautenza, e questa è spesso accompagnata da una buona dose di maleducazione e di ignoranza alla quale fa da contorno l’arroganza di credersi esperti del settore, per averlo letto su internet o per aver visto un pseudo tutorial su Youtube.
Grazie alla competenza ed alla professionalità del personale di cardiologia dell’ospedale M.P. Arezzo di Ragusa, mio padre ha avuto salva la vita!
Da medico, ma anche da utente, non posso non riconoscere in loro le qualità e le abilità tipiche dell’eccellenza. Desidero altresì menzionare nello specifico i due emodinamisti che hanno trattato l’urgenza con la lucidità, l’abilità e la destrezza che la gente pensa possibile solo nei mega ospedali delle fiction americane; invece il tutto è accaduto proprio a Ragusa, tra le mura di una piccola sala angiografica, con la bravura e l’umiltà di colleghi straordinari. Sto parlando del dottore F. Ferrante e del dottore G. Vizzari, i quali si sono adoperati non poco per trattare la sindrome coronarica acuta di mio padre e soprattutto per gestire le complicanze che nel frattempo sono sopraggiunte.
Perché se è vero che ogni unità coronarica esegue routinariamente questo genere di trattamento per la sindrome coronarica acuta, ovvero coronarografia ed angioplastica (tecnicamente ptca), è altrettanto vero che nel caso di mio padre non c’è stata nessuna routine. L’evento in questo caso non è stato causato solo dalla riduzione del calibro (stenosi) di una coronaria per effetto di un trombo, ma alla stenosi si è aggiunta una patologia molto più rara e ben più grave e difficile da trattare: nel caso specifico mi riferisco ad una dissezione del tronco comune, gravata da una altissima percentuale di mortalità anche intra-operatoria per la complessità e delicatezza del trattamento da eseguire.
Mio padre, nella sfortuna del caso, ha avuto la fortuna di trovarsi al posto giusto nel momento giusto e quando si è palesata la dissezione del tronco comune distale, oltre alla stenosi dell’IVA prossimale, i colleghi Ferrante e Vizzari sono prontamente intervenuti senza nessuna esitazione, lavorando in Team, con la perizia di chi, padrone della tecnica, opera secondo scienza e coscienza, mostrando una capacità di “problem solving” che conferma il mio giudizio di eccellenza ed il loro altissimo profilo professionale.
A loro va il mio encomio per aver eseguito quelle complesse manovre che hanno salvato la vita a mio padre. A tutto il personale del reparto va il mio grazie più sincero per la gestione del post acuto, in particolare al dott. S. Petrina ed al dott. G. Iabichella ed agli infermieri ben addestrati e competenti. Infine al direttore del reparto, il dott. Nicosia, vanno i miei complimenti per essere stato l’artefice di questa eccellenza di cui dovrebbe andar fiero ogni Ragusano.
Sappiano gli utenti che a Ragusa l’infarto del miocardio ha un Team di professionisti pronti a fronteggiarlo con la massima perizia e diligenza. La buona sanità esiste, basta semplicemente riconoscerla.
Dott. Gaetano Riva