Povertà: Cgil, dati drammatici, Governo ripristini misura universale di contrasto
Roma, 25 marzo – “La povertà aumenta e raggiunge livelli da record storico, a conferma del fallimento delle scelte del Governo. Occorre intervenire ripristinando al più presto uno strumento di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito che sia universale, ed è necessario investire nell’infrastrutturazione sociale per rispondere ai bisogni delle persone in condizione di difficoltà con la presa in carico attraverso servizi pubblici “. Così la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi commenta le stime preliminari sulla povertà assoluta per l’anno 2023 diffuse quest’oggi dall’Istat.
La dirigente sindacale evidenzia i dati maggiormente allarmanti: “5,7 milioni di persone e oltre 2 milioni e 234mila famiglie in povertà assoluta. Il triste record riguarda il numero dei minori in questa condizione: 1,3 milioni. Ancora una volta emerge poi che si può essere poveri anche lavorando. Nell’ultimo anno è infatti peggiorata la condizione delle famiglie che hanno come unica fonte di reddito il salario di un lavoratore dipendente: l’incidenza raggiunge il 9,1%, quasi un punto percentuale in più del 2022, riguardando oltre 944 mila famiglie. Sono numeri preoccupanti e rendono evidente quanto siano sbagliate le politiche del Governo”.
“Questo Esecutivo non solo ha cancellato il Reddito di Cittadinanza, facendo dell’Italia l’unico Paese in Europa a non avere più una misura di contrasto della povertà di carattere universale – sostiene Barbaresi – ma è contro il salario minimo, ha azzerato i fondi per gli affitti e per la morosità incolpevole, e non investe nell’edilizia residenziale pubblica nonostante la situazione abitativa sia una delle maggiori cause di disagio. Con l’autonomia differenziata si aggraverà ulteriormente la situazione nel Mezzogiorno, dove l’incidenza della povertà è maggiore, e le diseguaglianze nel Paese cresceranno. Non si investe per mettere i servizi pubblici nelle condizioni di garantire la presa in carico dei bisogni complessi delle persone e delle famiglie disagiate, bisogni non solo economici ma anche abitativi, sociali, sanitari, educativi, assistenziali. Occorrono risorse e organici adeguati, a partire dai servizi per l’impiego e dai servizi sociali dei Comuni”.
La segretaria confederale aggiunge poi che “i pochi dati resi noti dal Governo su Assegno di Inclusione e Sostegno formazione e lavoro evidenziano il fallimento delle nuove misure. Le domande accolte di Assegno Di Inclusione sono state 550 mila, molto al di sotto delle 737 mila attese del Governo e poco meno della metà del milione 200 mila famiglie che un anno fa percepivano il Reddito di Cittadinanza”. Per Barbaresi “gli esclusi sono troppi, almeno 600 mila famiglie su cui il Governo risparmierà 4 miliardi di euro”. Sul Sostegno formazione e lavoro “sembra essere caduta un’inspiegabile cortina di fumo: a fronte di 400 mila possibili beneficiari, a gennaio hanno percepito i 350 euro solo 24 mila persone”.
“È necessario e urgente che il Governo ritorni al più presto sui suoi passi – conclude Barbaresi – ripristinando una misura universale di contrasto della povertà senza risparmiare sulla pelle dei più poveri”.