Di seguito la dichiarazione del capogruppo di Fratelli d’Italia, Renato Perrini, a margine della riunione della struttura speciale

“Leggo che ieri, 4 febbraio, è tornata a riunirsi la struttura speciale per l’apertura del nuovo ospedale di Taranto. A darne notizia con un comunicato ufficiale della Regione Puglia è consigliere del presidente Emiliano, Mattia Giorno, e rimango perplesso: il 30enne piddino tarantino era ai primi anni di università quando questa vicenda è iniziata, forse, potevano essere invitati a partecipare anche quei consiglieri ‘non di Emiliano’ ma dei cittadini, quale sono i consiglieri regionali che da circa un decennio si sono interessati e seguito passo passo tutto l’iter! Come di diceva il saggio: a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca. Ma cercare visibilità e voti sul San Cataldo è fra le operazioni peggiori che il PD possa mettere in campo.

E allora riavvolgiamo il nastro e parliamo con i fatti: l’ultimo cronoprogramma, l’ennesimo di questi anni, ha rinviato al 31 marzo 2025 il termine dei lavori strutturali e a maggio 2026 potrà ospitare i primi pazienti. Questo presuppone che di qui a poco più di un anno ci sarà tutto il personale sanitario necessario al lavoro, che tutti i servizi (a cominciare da lavanolo e mensa) saranno perfettamente in funzione. Questo significa che sia stata già programmata una spesa e che la Regione Puglia è pronta a sostenere non meno di 100 milioni di euro per i medici, gli infermieri e tutti gli operatori compresi quelli di Sanitaservice. Tenuto conto che qualcuno ipotizza che rispetto ai dipendenti attualmente in servizio al Santissima Annunziata di Taranto ne serviranno almeno non meno di 1.500 unità in più.

La mia domanda è chiara e la ribadisco: questi costi sono stati già previsti dalla ‘struttura speciale’ oppure in zona cesarini la palla sarà mandata al Governo centrale come capro espiatorio se non si riuscirà a mantener fede all’inaugurazione?

La mia domanda, preciso, non è assolutamente estemporanea, sono anni che sostengo che nella costruzione del nuovo ospedale sia stata completamente sbagliata la previsione di spesa. Fin dall’inizio ho sempre sostenuto che l’opera chiavi in mano sarebbe costata 400 milioni di euro, mi ricordo perfettamente che all’epoca l’ex dg della ASL TA, Stefano Rossi, considerava la mia previsione esagerata.

Quindi, conti alla mano, per avviare un ospedale come il San Cataldo servono non solo le opere murarie, ma le attrezzature (e se non interveniva il Governo Meloni con 110 milioni di euro eravamo ancora fermi) e soprattutto le risorse umane, il cui costo deve essere assicurato in maniera fissa ogni anno. Di tanto si è mai tenuto conto? Mi sembra chiaro che ad oggi di esagerato c’è solo il ritardo!”

Di Redazione

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